Quante stelline per il capitolo?😘
Sono a casa, seduta al tavolo della cucina con una matita tra le mani, a studiare gli appunti che Arianna mi ha gentilmente prestato questa mattina dopo le lezioni. Con tutte le cose che mi sono successe ho perso svariati giorni di lezioni rischiando anche di rimanere indietro per gli esami ma ho intenzione di mettercela tutta per passare l'anno.
Ho fatto una seduta con il mio psicologo di due ore buone e ora mi sento assolutamente svuotata di tutto quello che mi stava schiacciando al centro del petto impedendomi di respirare o di vivere a pieno le giornate. Gli ho raccontato dell'incubo della scorsa notte, delle allucinazioni che ho avuto al risveglio e della mia paura di aver perso il bambino che aspetto a causa di tutto questo. Mi ha rassicurata molto e devo ammettere che tra le mura di casa mia mi sono sentita a mio agio a parlare di quello che mi stava succedendo. Di solito sul suo lettino faccio quasi fatica a buttare fuori tutto quello che mi passa sulla testa, invece qui mi è venuto molto spantaneo, anche perchè non mi è sembrato di essere ad una seduta con lo psicologo. Sembrava più che altro una visita di cortesia visto che siamo rimasti seduti sul comodo divano a chiacchiarare di quello che mi sta succedendo, accompagnando il tutto da una tazza di caffè per lui e del succo alal pesca per me.
Ora mi sento pronta ad affrontare i prossimi giorni con serenità ma gli ho promesso di chiamarlo prima di avere un crollo come quello dell'altra notte perchè altrimenti non so come andrà a finire questa volta. Non voglio rischiare di perdere davvero mio figlio, fin'ora è l'unica cosa bella che mi è capitata nella vita, oltre a Benjamin.
Studio i vecchi appunti facendo una mappa generale delle cose che Arianna ha scritto nel suo quadernone e poi -basandomi su quella- inizio a scrivere il paragrafo a parole mie sul quaderno che uso con i miei appunti. Ho sempre usato questo metodo per studiare perchè mi viene più semplice memorizzare le cose da imparare, con Lorenzo facevamo sempre così, diciamo che è stato lui a suggerirmi di far così perchè io perdevo tempo a sottolineare e a fare un riassunto con le stesse parole del libro. Proprio per questo il primo anno del liceo prendevo a malapena la sufficienza: potevo impararmi tutto quello che volevo, anche quattro paragrafi, ma li memorizzavo come se fossero una poesia, quindi quando i prof mi interrompevano facendomi una domanda io mi perdevo.
Il suono del campanello mi fa letteralmente saltare dalla sedia per lo spavento, alzo lo sguardo verso la porta d'ingresso aggrottando le sopracciglia, mentre mi chiedo chi possa essere a quest'ora del pomeriggio. Non aspetto nessuno. Benjamin ha le chiavi di casa, ma ci siamo sentiti per telefono mezz'ora fa e mi ha detto che sarebbe ritornato verso il tardo pomeriggio perchè stanno finendo di registrare qualcosa. Le mie amiche quando vengono a trovarmi mi avvisano sempre prima in modo da non disturbarmi e di altro qui non conosco nessuno, quindi mi ritrovo un pò titubante ad aprire la porta. Mi sollevo dalla sedia diretta al citofono, non posso evitare di rispondere perchè magari potrebbe essere qualcuno di importante, ma ho anche un pò di paura. Mi ritornano in mente le parole di mio fratello e del mio nipotino che mi dicono che Fabrizio mi sta cercando per portarmi via da Benjamin. Un brivido mi percorre inevitabilmente la schiena.
Porto con me il cellulare in modo da poter chiamare subito il mio ragazzo nel caso fosse lui: la Warner dista circa quattro chilometri da dove abitiamo quindi non ci metterebbe molto ad arrivare. Devo convincerlo ad installare il citofono con la telecamera in modo da vedere chi è a citofonare, in questo modo posso stare tranquilla quando sono in casa da sola, e decidere se aprire o meno alla persona che sta fuori dal portone.
"Si? Chi è?" chiedo con il cuore che batte forte nel petto e -mentre aspetto la risposta- una parte di me spera che sia il mio ragazzo o suo fratello che si è dimenticato le chiavi dentro casa.
"Tesoro, sono Jos" risponde una voce fin troppo familiare e mi viene subito da sorridere. E' soltanto mia suocera.
"Oh mio dio, salii" dico aprendo il portone principale. Il nostro appartamento è al terzo piano di una palazzina vicino alla mia università e a qualche chilometro di distanza dal centro di Milano. Benjamin quando ha deciso di affittare l'appartamento ha pensato a tutto, mettendo in prima linea me e facilitandomi gli spostamenti. Come potrei non amare un ragazzo del genere? Al di là del lavoro che fa, della popolarità che da qualche anno a questa parte ha preso parte della sua vita e da tutto il resto, io lo amo perchè con me è semplicemente Benjamin e non il chitarrista del duo più amato dalle adolescenti di tutta Italia e non.
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Finché io e te abbiamo noi ||Benjamin Mascolo|| #wattys2019
Roman d'amourSequel di Amarsi e Perdersi ||BENJAMIN MASCOLO|| DAL PROLOGO: "Non vale la pena litigare perchè tanto mio figlio si chiamerà come mio nonno, Bryan" mi volto di scatto verso il mio ragazzo con gli occhi sgranati dalla sorpresa. Quando avrebbe deciso...