CAPITOLO 67

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È da circa un'ora che stiamo aspettando Federico, ma ancora di lui non abbiamo nessuna notizia. Mi siedo sul divano accanto a Benjamin lasciando uscire dalle mie labbra un sospiro di disperazione. Non so più come devo fare col biondo. Potrebbe succedermi qualcosa che se fosse per lui morire in caso, insieme ad un bimbo piccolo.

"Io non capisco come faccia ad arrivare due ore dopo se abita dietro l'angolo" sbotta Benjamin, alzando le mani in aria, mentre tiene Bryan coricato sul suo petto.

"Ma non riesco a capirlo nemmeno io, sinceramente" dico e non stiamo scherzando.

Per arrivare a casa di Fede dalla nostra ci vogliono due minuti a piedi, non un'ora, e so che potrebbe starci il fatto che forse stava da qualche altra parte, ma in realtà non è così. Benji era in videochiamata con lui quando gli ha detto se poteva raggiungerci qui per dirgli una cosa molto importante. Tre anni fa il suo ritardo era di mezz'ora, non di più, e ora con gli anni è peggiorato. Siamo arrivati ad un'ora e mezza, più o meno, visto che ancora non è arrivata.

"Appena arriva lo prendo a calci" mi dice Benji mentre accarezza la schiena di Bryan e gli da un bacio sulla testolina che si trova sopra il suo petto tatuato. "Lo zio Fede è cattivo" gli sussurra poi. Io intanto mi sporgo a prendere il cellulare da sopra il tavolino in modo da mandargli un messaggio per capire che fine ha fatto. Se sapevo che non sarebbe venuto saremmo usciti a farci un giro in centro perché mi sono stancata di stare tutto il giorno chiusa in casa. "Giulia, così mi provochi però" si lamenta il mio ragazzo, appoggiandosi con la testa al divano dietro di lui e avvolge entrambe le braccia attorno al piccolo corpicino di nostro figlio.

"Ma non sto facendo niente" gli dico, inarcando le sopracciglia perché non riesco a capire quale sia il problema adesso. "Ho solo preso il cellulare per chiamare Fede" aggiungo, facendo spallucce, come se fosse una cosa ovvia. Certe volte ha delle uscite che non riesco proprio a capire da dove gli vengono.

"Si, ma non metterti col culo all'aria davanti a me" alza gli occhi al cielo prima di lanciarmi uno sguardo malizioso. Cioè, ma si può essere così scemi?

"Beh, scusa se sei così arrapato" dico, alzando le mani in aria. Possibile che non è mai contento e soddisfatto?

"No, in realtà sei tu che mi arrapi. Solo tu!" mi dice allungando una mano verso di me per potermi toccare il braccio.

Scuoto la testa perché non la smetterà mai di essere un pervertito nato, ma forse una parte di me non vuole che lo faccia perché altrimenti non sarebbe lui.

Mi porto il cellulare all'orecchio dopo aver fatto partire la chiamata a Fede e spero tanto che risponda. Se non lo fa penso che uscirò di casa come una pazza e gli butterò giù la porta che Hulk levati proprio.

Risponde al secondo squillo. "Sono sotto!" mi dice il biondo per poi riattaccarmi il cellulare in faccia. Ma che cazzo!

"Vaffanculo" urlo contro il telefono, pur sapendo che Fede non può sentirmi.

"Te l'ha staccato?" mi chiede Benjamin mentre se la ride e ci manca poco che gli lancio un vaso in testa. Anzi, gli va bene che ha nostro figlio in braccio.

"Si e mi ha detto che è sotto" sbuffo, spazientita perché non ne posso più di Fede che fa sti giochetti. Come cazzo fa ad essere in ritardo se non stava facendo niente? Un'ora poi. Cioè, ma siamo seri? "Giuro che se tra due secondi non suon-" minaccio, ma non riesco a concludere la frase perché suona il campanello di casa. Gli è andata proprio bene!

"Ti ha fregato!" scoppia a ridere Benjamin, anche se deve trattenersi per non rischiare di svegliare Bryan che dorme beatamente sul suo petto. In questo momento sto invidiando mio figlio.

Finché io e te abbiamo noi ||Benjamin Mascolo|| #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora