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Hannya si riferisce a demoni o oni; più specificamente ai demoni femminili chiamati kijo, ancor più specificamente a quei kijo che appaiono in nessun teatro. Erano una volta donne umane che erano state consumate dalla gelosia e trasformate in demoni. Il nome hannya si riferisce anche a un tipo specifico di maschera demoniaca usata nel teatro no.
Ci sono tre gradi di hannya: namanari, chūnari e honnari. Namanari hannya sono kijo che assomigliano ancora a donne umane. Hanno piccole corna e usano la magia oscura per compiere le loro cattive azioni, come evocare ikiryō per attaccare i loro nemici. Non sono completamente malvagi; rimane una possibilità per questi demoni principianti di tornare all'umanità. Chūnari hannya sono demoni di medio livello. Hanno lunghe corna affilate, zanne simili a zanne e magie più potenti. Tuttavia, sono ancora vulnerabili alle preghiere buddiste. Honnari hannya sono veri demoni e il più potente dei tre. Hanno corpi serpentini e respirano il fuoco. Honnari hannya ha abbracciato la loro gelosia così profondamente che non c'è modo di calmare la loro rabbia.
Hannya ha origine dal termine sanscrito per saggezza, in particolare Prajñāpāramitā, la più alta forma di saggezza buddhista che conduce all'illuminazione. La giustapposizione della più alta forma di saggezza e di creature che rappresentano l'opposizione diretta a quella saggezza deriva dall'uso della maschera hannya in n. Nella commedia Aoi no Ue , uno shugenja (un mistico ascetico) esorcizza lo spirito dell'hannya Lady Rokujō di Lady Aoi. Mentre viene scacciato, lo spirito malvagio grida: "Oh, che orrore! La voce della saggezza è come un demone! "Da allora, maschere demoniache e saggezza sono state associate l'una con l'altra.
I tre più famosi hannya della letteratura giapponese sono Lady Rokujō di Aoi no Ue , Kurozuka di Kurozuka e Kiyo-hime di Dōjō-ji .
