Thomas.
Mi diedi un'occhiata attorno. C'erano un sacco di ragazzi in quella classe.
Provai a cercare un banco libero per me. Lo trovai a fianco alla ragazza della fermata.
Avevo notato per un istante i suoi occhi. Mi sembrò che mi avesse guardato anche lei. Almeno così mi parve.
Sì, povero illuso Thomas. Ti piacerebbe.
Per quel poco che l'avevo vista mi sembrava molto bella. Distolse subito lo sguardo dal mio però.
Ecco appunto, sono un illuso.
Mi ignorava di sicuro. Pensai che forse avevo beccato tra tutte la reginetta della scuola, di quelle che non filano nessuno. Forse era una di quelle che se la tiravano da paura... ma no, lei non mi dava quell'impressione.
Mi andai a sedere lì accanto a lei e la continuai a fissare, forse sembravo un po' maniaco.
Notai che si sentiva osservata e distolsi lo sguardo sedendomi.
Volevo trovare un pretesto per parlarle e presentarmi e passai tutta la lezione a pensarci, ma non sapevo cosa dirle.
'Ehi, ciao! Io sono il ragazzo nuovo!' Che idiota! Sa perfettamente che sono il ragazzo nuovo...
'Ehi, ciao! Io sono Thomas!' E chi se ne frega! Idiota.
Mi sentivo così stupido!
"Sì limiti a seguire, signor, uhm... Clifford" disse il professore.
"Oh, sì sì" risposi non capendo cosa mi avesse detto. Ero perso nei miei pensieri.
Quando suonò la campanella mi ero convinto ad andare a parlarle, ma mi sfuggì prima che potessi aprire bocca. Sgattaiolò fuori dall'aula.
Uscii dalla classe cercandola nel volto degli altri senza trovarla, in compenso diedi una spallata ad un tipo che mi passava accanto.
"Ehi, scusa bello!" Mi disse voltandosi.
Era un ragazzo alto, magrolino e dinoccolato, aveva i capelli biondi corti, gli occhi azzurri ed era pallidissimo."Ah, mi spiace!"
Sgranò gli occhi, non appena proferii parola.
"Che voce!" Esclamò a bocca aperta.
Me lo dicevano in molti effettivamente. Avevo una voce più bassa del normale. Che mi risuonava nel petto e si diffondeva come fumo fuori dalla mia bocca. Era una voce che si notava la mia.
Sorrisi un po' in imbarazzo, non sapevo se il suo fosse un complimento o meno.
"Ma sei nuovo? Non ti ho mai visto" mi scrutò.
"Sì... questo posto è immenso, continuo a perdermi" dissi mettendomi una mano dietro la testa.
"Ah, ti capisco! È un labirinto" sorrise avvicinandosi.
Sorrisi anche io.
"Comunque io sono Sam" disse allungandomi una mano.
"Thomas" la afferrai.
"Ti faccio fare un giro, se ti va" mi diede una pacca sulla spalla e iniziammo a camminare fianco a fianco lungo il corridoio.
"Certo, grazie" sorrisi.
Mi spiegò un po' com'era strutturata la scuola e mi accompagnò al mio armadietto.
"A pranzo comunque puoi stare con noi... io e il club di scacchi intendo" disse.
Oddio! È uno di quegli sfigati degli scacchi! Ecco perché è così gentile... cavolo!
Però non sembra il tipo da giocare a scacchi...
"Tu... giochi a...?" Iniziai a sbattere le palpebre freneticamente.
"Sto scherzando" rise "sono solo io con un paio di amici, sono simpatici giuro! E non giocano a scacchi!"
"Ah forte!" Risposi sollevato. Non che avessi qualcosa contro chi giocava a scacchi. Però dai, si sa che chi gioca a scacchi è strano.
Aprii il mio armadietto e mi cadde un volantino tra le mani.
"Cos'è questa roba?" Chiesi rigirandomelo tra le mani.
"Fa vedere" me lo prese bruscamente dalle mani e dandogli una veloce occhiataccia.
"Ah sì, è la Gara tra band... si vince un contratto discografico. È figo... se hai una band, ovvio" disse, sembrava un po' dispiaciuto.
"È figo davvero?" Chiesi.
"Beh..." non sembrava molto convinto.
"Suoni?" Domandai curioso.
"Suonavo" sospirò appoggiandosi all'armadietto accanto al mio "poi la band si è sciolta..." sollevò le spalle e tirò un angolo della bocca dispiaciuto.
"Tu suoni?" Chiese poi, quasi speranzoso.
"Io? Nah... strimpello un po' la chitarra, ma niente di che... ho scritto qualche canzone" sollevai le spalle e infilai nel mio armadietto i libri che avevo nello zaino.
"Beh forte! A me piacerebbe ricominciare a suonare... fammi sentire qualcosa e ne riparliamo" disse.
"Sì certo!" Sorrisi. Mi piaceva suonare, per di più ero appena arrivato in città e legare con qualcuno non sarebbe stato male.
"Allora ci becchiamo a pranzo" disse voltandosi e camminando all'indietro.
"A dopo!" Lo salutai e presi la mia roba per la prossima lezione.
Vagai per i corridoi in cerca della mia classe e cercando tra gli studenti il volto di quella ragazza. Magari con un po' di fortuna avremmo seguito insieme anche il corso di Trigonometria.
Sfortunatamente non la incontrai alla seconda ora, ma alla terza ora con un po' di difficoltà trovai la classe di Letteratura Inglese e la trovai seduta accanto alla finestra. Il banco dietro al suo era libero e lo occupai, ma lei non sembrò accorgersi della mia presenza.
Osservai com'era seduta, con le spalle ricurve sul banco che prendeva appunti. Aveva i capelli biondi, lunghi fin sotto le spalle. Non riuscivo a vedere niente di più e immaginavo solo i suoi occhi azzurri, che per caso avevano incrociato i miei alla fermata dell'autobus.
***
Perdonatemi il capitolo breve, ma era solo per presentarvi il personaggio.
Fatemi sapere cosa pensate di questi primi capitoli mi raccomando!
Baci, baci!
STAI LEGGENDO
Obbligo o Verità?
RomanceABSTRACT Sognava il successo, i concerti negli stadi, gli applausi, i dischi di platino e le premiazioni ai Grammy. Peter sognava la musica, e lo faceva in grande. Niente di ciò fu mai realizzato e il suo ricordo visse solo nella mente dei component...