1 anno prima.
Eloise.Ero ancora lì accanto a Peter e continuavo ad accarezzargli la schiena mentre vomitava. Tra un conato e l'altro bisbigliava qualche frase insensata del tipo 'non è come sembra'... 'mi dispiace'... 'non ho bevuto'... e una marea di altre cavolate.
Sam ci raggiunse poco dopo. Si piazzò davanti a Peter sul ciglio della strada gli lanciò dei fazzoletti. Peter un po' barcollante li afferrò e li usò per pulirsi la bocca. L'odore di vomito e alcol era nauseabondo.
Sam aveva preso anche una bottiglia d'acqua. "Bevi" gliela aprì e gliela porse.
"Non ho sete" borbottò Peter come un bambino e respinse la bottiglietta con una mano.
"Sei disidratato, bevi" Sam era calmo e aveva una voce ferma. Riusciva perfettamente a mantenere la calma e a farsi rispettare in qualsiasi situazione, anche quando aveva a che fare con un capriccioso stupido incosciente come Peter.
Sam aveva preso anche i miei vestiti che Cristina mi aveva fatto cambiare e me li passò prima di aiutare Peter ad alzarsi in piedi.
Si mise un braccio di Peter attorno al collo e lo aiutò a camminare verso l'auto.
Arrivammo alla macchina e Sam mi chiese di tirargli fuori dalle tasche della giacca le chiavi per aprirla.
Caricò poi di peso Peter sui sedili posteriori. Continuava a borbottare insulti e a dire che voleva restare alla festa a ballare.
"Smettila, l'unico posto che vedrai stasera sarà la tua camera da letto" lo aveva fatto stendere.
"Sam White sei un grandissimo pezzo di..." Peter stava per urlare un qualche insulto a Sam, ma lui gli sbatté in faccia la portiera della macchina prima che potesse aggiungere altro.
"Passiamo un attimo a casa sua, lo mettiamo a letto e poi ti riaccompagno... o forse devi rientrare per il coprifuoco?" Sam mi chiese.
"Non c'è problema, ti aiuto con lui" mi proposi. Peter in quelle condizioni sembrava un bambino capriccioso e mi dispiaceva lasciare da solo Sam a cavarsela con quel deficiente ubriaco.
Salimmo in macchina e Sam mise in moto. Io mi infilai la mia giacca di jeans e mi allacciai la cintura di sicurezza.
"Sembri un esperto in fatto di sbronze..." commentai mentre usciva fuori dal parcheggio facendo manovra.
"No, sono un esperto delle sbronze di Peter" mi corresse Sam.
"Non è la prima volta?" Chiesi anche se già intuivo la risposta. Era come star conoscendo un nuovo Peter.
"È capitato più di una volta di dover riaccompagnare lui ubriaco" mi spiegò.
"Guardate che io sono qui... idioti" Peter parlava dai sedili posteriori, anzi... più che altro biascicava.
"È questo quello che intendevo prima Eloise..." mi disse Sam. Aveva perfettamente ragione su tutto.
Peter non era assolutamente il ragazzo per me e dovevo tenermi lontana da lui il più possibile.
Un secondo prima pareva volerti dare il mondo, un secondo dopo voleva strappartelo di mano.
Lo osservai dallo specchietto retrovisore: si era accasciato contro il finestrino, aveva gli occhi sbarrati e guardava fuori le luci dei lampioni che passavano di fianco. Era imbambolato, con lo sguardo perso e la bocca leggermente aperta.
La luce del finestrino tagliava perfettamente i suoi zigomi e gli illuminava gli occhi. Era bello anche in quelle condizioni.
Di scatto si voltò a guardarmi, sembrava si fosse accorto di essere osservato.
Mi guardò un po' arcigno e disse "non sono ubriaco!" Sembrava serio, ma subito dopo mugugnò di dolore e tornò a guardare fuori dal finestrino distogliendo lo sguardo dal mio.
"Sì, certo" borbottai ironica.
Passammo un paio di minuti in silenzio e a quel punto mi calò tutta la stanchezza. Volevo solo tornare a casa mia, stendermi nel mio letto e dimenticare tutta la serata terribile che avevo passato.
"Ah comunque stasera sei stata grandiosa Eloise" mi disse Sam lanciandomi un'occhiata di sfuggita mentre guidava.
Arrossii. Era bello ricevere complimenti. Quella era stata una serata piena di emozioni e aver suonato con il gruppo era stata l'unica cosa davvero bella, anche se ero rimasta parecchio delusa dal Peter dei Peter's machine: un ubriaco che sapeva comportarsi solo come un bambino antipatico.
"Grazie Sam" gli sorrisi debolmente.
Di nuovo silenzio.
Gli unici rumori che si sentivano oltre al motore erano i versetti di dolore e le parole mezze biascicate di Peter di cui non si capiva un accidenti. Sembrava solo uno scemo e avevo un irrefrenabile desiderio di prenderlo a schiaffi.
"Eloise... Elle! Elle..." iniziò a borbottare Peter. Con tutti quei versetti che continuava a mugugnare mi stava veramente stressando.
"Che vuoi?!" Sbottai voltandomi a guardarlo. Mi stava esasperando.
"Scusami..."
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Obbligo o Verità?
RomanceABSTRACT Sognava il successo, i concerti negli stadi, gli applausi, i dischi di platino e le premiazioni ai Grammy. Peter sognava la musica, e lo faceva in grande. Niente di ciò fu mai realizzato e il suo ricordo visse solo nella mente dei component...