Chapter 31

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Ragazzi perdonatemi... mi è capitata la vita in questi mesi e non ho più aggiornato questa storia.

Ci tengo però a dirvi che per me è veramente importante quello che scrivo e sappiate che ci sto lasciando dentro pezzi di cuore. Tutto quello che descrivo deriva da emozioni che ho provato e che sto provando ed è tutto molto personale.

La storia è frutto della mia fantasia, però le emozioni sono tutte vere ed è esattamente come mi sono sentita in alcuni periodi della mia vita... specialmente adesso che sto passando un momento un po' particolare. Spero quindi che i miei personaggi possano farvi provare per un secondo queste emozioni, che non sono belle, ma neanche brutte... solo molto intense.

Buona lettura!

***

1 anno prima.
Peter.

Ero arrabbiato, stanco e con un terribile mal di testa. Arrivai a casa con la sola intenzione di gettarmi a peso morto a letto senza neanche cenare. Quello che mi aveva detto Jack mi aveva fatto sbroccare. Io e Cristina eravamo amici e lei era perfettamente consapevole del fatto che tra noi non ci fosse nient'altro. Per di più... io volerci provare con Eloise? Mai nella vita. Era piccola e io non ero il ragazzo che faceva per lei. Fine del discorso.

Parcheggiai l'auto in garage e salii in casa. Vivevamo in una villetta a schiera non troppo lontano dal centro di Portland.

La porta era aperta come al solito. C'era sempre gente in casa nostra. Era piccolina, ma con un grande giardino sul retro. Ci vivevamo solo io e mia madre, ma lei invitava sempre qualcuno e la casa non era mai vuota.

Si sentiva la musica venire dal giardino, mia madre che cantava e qualcuno che rideva.

"Mamma! Sono a casa" le urlai.

Andai in cucina e seguii la musica fuori dalla porta sul retro.

"Tesoro, siamo in giardino!" Mi rispose ancora ridendo.

Mia madre era seduta al tavolo in giardino sotto il gazebo. Era tutto illuminato da lucine e la musica rendeva l'atmosfera più dolce. Casa nostra era sempre gioiosa e colorata. Era l'energia di mia madre che rendeva tutto così bello.

Era una persona meravigliosa. Faceva la professoressa di musica alle scuole medie e mi aveva insegnato tutto quello che sapevo a riguardo.

Al tavolo con lei c'era Bill, il proprietario del Monster's, con un bicchiere di vino in mano. Era come uno zio, mi aveva visto crescere.

"Ciao Bill" bofonchiai andandomi a sedere al tavolo con loro.

"Tararam-tararam-mmhm-mhmm" mia madre canticchiava il ritmo blues della musica guardandomi con i suoi occhi dolci e sorridenti.

Bevve anche lei un sorso di vino.

"Come sono andate le prove?" Mi chiese alzandosi per andare ad abbassare il volume della musica dallo stereo.

"Tutto bene" risposi.

Tornò a sedersi al tavolo e si accese una sigaretta.

"Non si è mai vista una cantante che beve e fuma come fai tu" la presi in giro.

"Ah! Io non canto più, sciocco" disse aspirando dalla sua sigaretta "e poi bisogna scegliere di che morire" lanciò uno sguardo d'intesa a Bill che rideva.

"Senti... chi era quella biondina che ti sei portato al locale l'altra sera?" Mi chiese Bill guardandomi di sottecchi.

"Biondina?" Mi madre strabuzzò gli occhi guardandomi.

Obbligo o Verità?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora