Chapter 57

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Eloise.

Tornai a casa dopo essere stata al cimitero. Dovevo finire di studiare e non avevo altri particolari programmi per la serata.

Ero in camera mia stesa sul letto con il computer in grembo e stavo guardando qualche video su YouTube dei nostri vecchi concerti. Vedere Peter che suonava mi faceva tremare, ma avevo bisogno di un po' di ispirazione se volevo davvero prendere in considerazione l'idea di scrivere qualche nuovo brano e Peter era l'unica persona in grado di ispirarmi.

"Ehi" mi sorella passò per il corridoio di fronte alla mia camera e vedendomi sul letto si fermò sullo stipite della porta che avevo lasciato aperta.

"Ehi" bofonchiai mettendo in pausa il video.

"Stai ascoltando Peter?" Mi chiese incrociando le braccia al petto.

Annuii e mi voltai a guardarla.

"Ti manca eh?" Domandò entrando nella mia camera.

Annuii ancora e mi spostai di lato sul letto invitandola a sedersi accanto a me. Ogni tanto io e mia sorella avevamo dei momenti di tregua dalla nostra lotta perenne. Da quando ero uscita dalla clinica poi accadeva sempre più spesso. Mi piaceva poter parlare con lei ogni tanto. Capitava addirittura che fosse simpatica quando non era circondata da Amber, Emily o Lucas.

"Non ti ho mai chiesto molto di voi due" affermò e si sdraiò accanto a me.

"Beh neanche io ti ho mai chiesto di Lucas" sorrisi smorzando la conversazione. Victoria non mi chiedeva spesso di Peter, ma era meglio così... non sarei stata in grado di parlarne senza avere un crollo emotivo.

"Come va con Jack? Ne vuoi parlare?"

"Non c'è niente da dire" risposi brusca. Solo sentire il suo nome mi faceva saltare sui nervi. Notai un'espressione un po' delusa sul volto di mia sorella. Sapevo che voleva che mi confidassi con lei, si sentiva in colpa per quello che era successo l'anno precedente. Credeva che se mi fosse stata più vicina, se io avessi avuto modo di parlarne, forse molte cose non sarebbero successe. Voleva fare la sorella maggiore.

"Scusami..." non era colpa sua come mi faceva stare Jack "lui è... odioso" borbottai.

Sorrise voltandosi a guardarmi.

"Thomas però è carino" disse e mi diede una piccola gomitata. Mi mise in imbarazzo e mi fece arrossire.

Cosa?! Ero davvero arrossita pensando a Thomas?

"Sì..." sorrisi "lui è carino" affermai tirando un angolo della bocca. Il fatto che ammettessi questa cosa però non aveva assolutamente alcun significato.

"Mi fai sentire qualcosa di suo?" Mi chiese.

"Vuoi... ascoltare Thomas?" La guardai come se avesse appena detto che gli alieni esistono.

"Sì" sollevò le spalle con naturalezza.

"Perché? Non hai niente di suo?" Domandò ancora.

Non so perché mi fosse sembrato strano quell'interesse nei confronti di Thomas. In fondo era il nuovo cantante dei Peter's e sicuramente in molti erano curiosi di saperne di più di lui e della sua musica, compresa mia sorella.

"Sì..." mi misi a sedere sul letto e guardai il casino che c'era sulla mia scrivania.

"Ho un hard-disk con alcuni suoi brani" non li avevo ancora mai ascoltati e avrei dovuto. Forse Peter aveva ragione, dovevo ascoltarli e farmi aiutare da Thomas a scrivere, ma non ero convinta di niente.

Mi alzai e mi avvicinai alla scrivania per cercarlo in mezzo ai post-it, libri, quaderni e cose di cui non  ricordavo neanche l'esistenza.

Trovai la memoria esterna, ritornai a letto e la collegai al computer. Si aprì una cartella e cliccai sul primo file disponibile.

Partì la melodia di una chitarra, non era male, ma niente che mi avesse colpito particolarmente. Era una sorta di serenata, era un ritmo lento eppure non annoiava, anzi riuscii a lasciarmi andare e perdere in quelle note.

Poi però iniziò a cantare. La sua voce era così simile a quella di Peter... La cosa mi spaventava, ma era come se, da quando era morto, attraverso quella voce non mi avesse mai abbandonato. Era tornato da me prestando la voce a questo dolce ragazzo dai capelli rossi.

Ascoltai le parole di quella canzone, una semplice poesia sulla vita, scritta da un ragazzo che della vita non sapeva ancora niente... e ne era pienamente consapevole. Sembrava che con quella canzone stesse mettendo a nudo la sua anima e lo faceva con una tale naturalezza e purezza assolutamente invidiabili. Io ci avevo messo davvero tanto tempo ad aprirmi con qualcuno, ad aprirmi attraverso la musica, a scrivere di me. Ho sempre avuto troppa paura del giudizio della gente, Thomas invece era semplicemente se stesso. Non c'era niente di più bello, di più puro. Gli invidiavo quella naturalezza.

"È stupenda! La suonerete?" Mia sorella mi distrasse dai miei pensieri. Mi voltai a guardarla ancora in stato di trance.

"Dovrei... parlarne con Thomas" tentennai. Risposi automaticamente, ma la mia testa era ancora immersa in quella canzone. Se Thomas fosse stato in grado di scrivere altre cose simili, avremmo potuto riempire un intero album di canzoni mozzafiato.

Quella poesia mozzava il fiato.

Se prima non ero convinta, in quel momento lo divenni. Thomas sarebbe potuto essere il nostro nuovo compositore e per quanto riguardava Jack avrei trovato una soluzione.

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