Chapter 41

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1 anno prima.
Peter.

Per l'ennesima volta mi sentivo un perfetto idiota.

Ma che cavolo ti dice il cervello, Peter?

Avevo combinato un casino e adesso avevo allontanato sia Jack che Eloise. Non che di Jack mi importasse molto, ma Eloise... adesso mi avrebbe odiato a vita. Forse era meglio così. Io ero troppo un imbecille per lei e quella sera se n'era sicuramente resa conto.

L'unico lato positivo era che Jack si era arrabbiato anche con lei e se n'era andato. Almeno neanche lui sarebbe più stato con lei.

"Che avete da guardare idioti?" Dissi alla gente attorno a me che mi fissava. Intimoriti tutti si voltarono e ripresero a farsi gli affaracci loro.

Barcollai. Non mi reggevo bene in piedi. Mi sentivo ubriaco, eppure non avevo bevuto molto... almeno credo. Avevo mal di testa. Di nuovo. Ce l'avevo ancora in fiamme e la cosa mi stava facendo diventare pazzo. Per qualche secondo mi si offuscò la vista e con la musica, la confusione e la gente che ballava attorno a me rischiai di cadere un paio di volte.

Continuavo a pensare alle cavolate che avevo detto ad Eloise e mi sentivo in colpa per averla ferita ed umiliata.

Avevo ferito il mio diamante grezzo. Era stata così brava a suonare, era piaciuta a tutti e lei era così bella! Io invece l'avevo trattata male e l'avevo umiliata.

Mi faceva diventare pazzo pensare al fatto che solo qualche secondo prima lei era tra le mia braccia e stavo quasi per...

No. Non avrei mai potuto baciarla, non potevo rompere la sua purezza, non potevo spezzarla.

Eppure l'avevo ferita.

Persi la cognizione del tempo: non so per quanto rimasi lì in pista a barcollare e a cercare di riprendere coscienza della realtà e di ciò che mi accadeva attorno.

Strizzai gli occhi un paio di volte quando vidi davanti a me un volto amico. Era Cristina. Stava sorridendo e venne nella mia direzione con un bicchiere di non so cosa in mano.

Voleva ballare e iniziò a strusciare i fianchi contro di me. Provai a respingerla, non avevo voglia di stare con lei e sentivo di star perdendo le forze.

"Che c'è?" Mi guardò accorgendosi che c'era qualcosa che non andava.

"Non voglio ballare" sbuffai voltandomi e provai ad andare via dalla pista.

Mi afferrò per un polso e si piazzò davanti a me. Appoggiò le mani sul mio petto con le unghia rosse luccicanti appena fatte.

"E dai Peter! È da un po' che non ce ne stiamo solo io e te, andiamo di sopra!" Mi guardò maliziosa sbattendo le sue lunga ciglia finte.

"Cris, va' via" la respinsi e barcollai un'altra volta. Non stavo bene. Non stavo per niente bene.

La testa mi girava, avevo la nausea, sentivo di dover assolutamente vomitare.

"Sei di nuovo ubriaco?" Mi guardò con disapprovazione.

"Lasciami in pace!" La guardai d'un tratto arrabbiato e scocciato. Mi piegai sulle ginocchia e poggiai le mani sulle cosce cercando di mantenere l'equilibrio.

"Ma va' al diavolo!" Si voltò infuriata e se ne andò.
Cristina odiava le droghe e non sopportava quando la gente si riduceva a pezzi per una sbronza. In fondo era una perfettina, ma era pur sempre la figlia del preside.

Le luci stroboscopiche mi stavano facendo diventare pazzo.

"Oh Peter sei stato grandioso stasera!" Lucas, un tizio dell'ultimo anno che era in corso con me, mi diede una pacca sul spalla e si mise a ballare lì vicino con Victoria, la sorella di Eloise.

Mi venne un conato di vomito e provai ad andare via dalla pista. Mi diressi verso l'uscita. Dovevo vomitare e c'era troppa confusione.

"Ehi! Amico, stai bene?" Tyler mi guardò un po' preoccupato, ma lo ignorai intento a raggiungere il più velocemente possibile l'uscita. Lui sollevò le spalle e se ne andò a ballare in pista.

Uscii di casa per andare a prendere una boccata d'aria, ma di fronte a me si piazzarono Sam ed Eloise. Non riuscivo neanche a metterli a fuoco. Le immagini erano tutte sfocate non capivo cosa mi stesse succedendo. Ebbi quasi un mancamento e sentii di star per svenire.

Eloise aveva un'espressione decisamente contrariata.

Non avrei mai potuto riaccompagnarla a casa in quelle condizioni e mi odiavo per questo... e per quello che le avevo fatto poco prima.

Il suo volto era troppo serio in quel momento. Cattivo segno.

Mi odiava, era chiaro.

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