Thomas.
Ero appena tornato da Kansas City dove avevo passato il giorno del Ringraziamento con mio padre. Era stato un fine settimana piacevole quindi ero di buon umore e felice di ritornare a scuola e rivedere gli altri.
Finalmente ero riuscito a recuperare da mio padre la mia auto: una vecchia Volkswagen Passat arancione, era tutta scassata, l'avevo comprata usata subito dopo aver preso la patente. Avevo lavorato tutta l'estate in una gelateria pidocchiosa per riuscire a permettermela, era il mio gioiellino. Ero felice di non dover più farmi accompagnare in macchina da mia madre a scuola e ovunque.
Tutto fiero andai a scuola con la mia auto e passai la mattinata seguendo le lezioni senza avere particolari problemi. Neanche quella strega della professoressa Grunge -finalmente avevo imparato il suo nome- di Biologia poteva farmi passare il buon umore.
Suonò la campanella dell'ultima ora e finalmente potei andare a pranzo e vedere anche gli altri.
Non vedevo l'ora di rivedere Eloise... e beh Cristina... e Sam e Josh e Tyler e tutti insomma!
Entrai in mensa tutto contento col mio pranzo: il mio solito panino con la salsa tartara. La salsa tartara era la cosa che amavo di più dopo la mia macchina.
Ero davvero di buon umore.
Mi avvicinai al solito tavolo al centro della mensa. C'erano già tutti, stavano mangiando e chiacchierando di chissà cosa.
"Ragazzi!" Richiamai la loro attenzione felice di vederli. Solo a me sembrava passata una vita?
Eloise era girata di spalle e sobbalzò al mio saluto.
"Ciao" disse voltandosi. Il mio sorriso a trentadue denti incrociò il suo sguardo scontroso. Ormai ero abituato alle sue occhiatacce.
Mi guardò torva per due nano secondi, ma poi tirò un sospiro e mi fece spazio sulla panca del tavolo.
"Scusami... devo ancora abituarmi alla tua..." bofonchiò lei evitando il mio sguardo mentre mi sedevo. Non riusciva neanche a dire quella famosa parolina.
"Voce" rispose Josh al suo posto e mandò giù un pezzo di quello che sembrava del polpettone fatto in casa.
"Come stai?" Mi chiese Sam.
"Bene" sorrisi. Mi sistemai ed aprii il mio sacchetto con dentro il panino.
"Allora? Che si dice?" Chiesi addentando il primo morso.
"Stavamo parlando di Jack" rispose Cristina mentre si passava tra le mani una ciocca di capelli.
"Cristina!" Eloise la zittì di colpo e la fulminò con lo sguardo.
La sua reazione mi fece preoccupare.
C'è qualcosa che dovrei sapere?
"Che c'è? Non credevo fosse segreto di stato" sollevò le spalle innocentemente e si tirò indietro la ciocca di capelli che aveva tra le mani. Aveva i capelli lisci e luminosi come sempre e se li teneva tirati indietro con un paio di occhiali da sole a mo' di cerchietto. La trovavo una cosa stupida indossare degli occhiali anche quando non c'era bel tempo... ma pazienza!
Eloise continuava a guardarla in cagnesco.
"Ma che vi prende?" Domandai io e tirai fuori dal mio zaino la mia bottiglietta d'acqua.
"Eloise sostiene che dovremmo far tornare Jack nella band" disse Sam fissandola dritto negli occhi, non riuscivo a interpretare la sua espressione: sfida forse? Oppure disaccordo?
"Jack?!" Pronunciai quel nome con disapprovazione, ma io ero l'ultimo a poter giudicare se fosse accettabile far rientrare o meno lui nel gruppo. Sapevo solo che quel tipo losco proprio non mi piaceva.
"A me sta bene..." Sam scrollò le spalle e distolse lo sguardo da Eloise. La conversazione stava diventando strana.
"Davvero?" Mi voltai a guardarlo.
"Sì, è un ottimo tastierista e ci serve per le basi... e poi sa scrivere bene e... si insomma è bravo, ci conosce e ci viene dietro. Non dobbiamo insegnargli nulla. A me va bene, a patto che voi due..." disse guardando Eloise "...non facciate casini" Sam spiegò le sue motivazioni. Sembrava piuttosto convinto delle abilità di Jack, ma non erano quelle a preoccuparmi. La cosa preoccupante era la persona: insomma stavamo parlando di Jack, quel Jack che solo il weekend prima aveva mandato all'aria il nostro concerto.
"Sai però che il problema non è far tornare o meno Jack nella band" Eloise guardò Sam e usò un tono di voce più basso del normale, come se non volesse farsi sentire... eppure la sentivamo benissimo tutti.
"Qual è allora?" Sam incrociò le braccia sul tavolo in attesa di risposta.
"Il problema è che Thomas non sa nulla ed è meglio che Jack tenga la sua boccaccia chiusa" cantilenò Cristina guardandosi le unghia sbrilluccicanti.
Sapere che cosa esattamente?
"Cristina!" Eloise sbatté un pugno sul tavolo nervosa.
"Mi sono perso" borbottai.
"Meglio per te, credimi" commentò Josh con la bocca piena di polpettone.
Odiavo non sapere di cosa stessero parlando, ma non potevo neanche permettermi di chiederglielo. Quello che era successo con Jack non mi riguardava e se avessi azzardato a fare qualche domanda probabilmente Eloise mi avrebbe lapidato.
"Senti... ne parliamo in un altro momento, non è cortese davanti a Thomas. È palese che lui non sappia nulla e coinvolgerlo non mi piace" Sam interruppe la conversazione. Io ero sempre più confuso, si comportavano tutti in modo troppo strano. Ero stato via solo un paio di giorni e pareva essere successo il finimondo.
"Forse sarebbe il caso che Thomas uscisse dalla band" Eloise parlò a bassa voce, titubante, neanche lei sapeva cosa stesse dicendo. Quelle non sembravano neanche sue parole.
Mi ci volle un attimo per comprendere il significato di quella frase.
Lei mi vuole fuori, è chiaro.
Non mi sentivo pugnalato, né ferito, né triste. Mi ero abituato al suo non volermi tra i piedi, ma credevo che le cose stessero migliorando, invece no. Fu una docciata di acqua fredda quella frase.
"Tu sei matta da legare!" Sam sbottò appena si rese conto di quello che aveva detto Eloise.
Mi voltai a guardarla.
"Se non mi vuoi nel gruppo, devi dirmelo guardandomi dritto negli occhi" le dissi tagliente. Non ero mai stato più serio di così con lei. Continuavo a farmi trattare da lei come uno zerbino e tuttavia continuavo a giustificare i suoi comportamenti.
Al gruppo iniziavo a tenerci sul serio, consideravo tutti loro miei amici e odiavo l'idea di essere tagliato fuori senza neanche una spiegazione. Dovevo riprendermi un briciolo di dignità e non mi sarei fatto buttare fuori da Eloise senza avere almeno una scusa decente e Jack non mi bastava.
"Senti" Eloise si spostò sulla panca e ricambiò il mio sguardo. La sua espressione non era arrabbiata, era dispiaciuta. Allungò una mano sul tavolo nella mia direzione. "Hai già capito che ci sono cose che non sai e che è meglio che tu non sappia, quindi non fingerò di non starti nascondendo qualcosa. Thomas io non ti voglio coinvolgere per il tuo bene, credimi" era la prima volta che mi rivolgeva la parola senza guardarmi con quel pizzico di rabbia nel sentire la mia voce, o nei miei confronti in generale. Sembrava sincera.
"Noi tutti abbiamo fatto cose di cui ci pentiamo davvero... davvero molto. Io per prima. Coinvolgerti non va bene per te e non va bene per noi, puoi accettare questa cosa?" Mi domandò. Mi sta davvero chiedendo se accetto di lasciare la band volontariamente? E poi che cosa potrebbe aver fatto di così tanto sbagliato da non potermelo dire? Non ci capivo più niente.
"È fuori discussione che Thomas esca dalla band" Sam non mi lasciò rispondere.
"Ma Jack..." Eloise provò a ribattere voltandosi nella sua direzione.
"Il gioco è finito e questo Jack lo sa bene" disse ancora Sam.
"Che gioco?" Mi venne spontaneo chiedere. Si lanciarono tutti e quattro delle occhiate fugaci, ma nessuno mi rispose.
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Obbligo o Verità?
RomanceABSTRACT Sognava il successo, i concerti negli stadi, gli applausi, i dischi di platino e le premiazioni ai Grammy. Peter sognava la musica, e lo faceva in grande. Niente di ciò fu mai realizzato e il suo ricordo visse solo nella mente dei component...