Chapter 38

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1 anno prima.
Eloise.

"Andrews! Brutto figlio di..." fui spinta via da Peter nell'arco di mezzo secondo.

Jack si impose tra me e lui e alzò un pugno pronto a gettarsi sulla faccia di Peter.

Tyler Irvine si intromise nella lite e li divise.

"Ma che ti prende idiota?" Peter era nero di rabbia.

"Che mi prende? Lo sai!" Lo spintonò ma Tyler lo afferrò e lo trattenne. Era un armadio. Jack era molto alto, ma Tyler era decisamente più forte e più robusto.

"Ma dai! È per quella?" Peter mi indicò con disprezzo oltre la spalla di Jack.

"Prenditela!" Barcollò facendo dei passi indietro. Sembrava ubriaco.

Prenditela. Così aveva detto, come se fossi un oggetto. Ecco cos'ero per lui: uno stupido oggetto, un qualcosa da conquistare, e una volta conquistato...

No. Non ero neanche quello, non ero abbastanza degna neanche di essere conquistata, io ero un vecchio giocattolo da buttare via, mi aveva gettata via come se nulla fosse.

Per cinque minuti Peter aveva completamente stordito i miei sensi, facendomi ballare con lui e convincendomi che tra noi ci fosse un legame incredibilmente saldo dettato dalla musica che creavamo insieme. Era tutta un'illusione, era solo ubriaco e io neanche me n'ero resa conto.

Adesso lo vedevo così piccolo a sbraitare contro il suo migliore amico e a malapena si reggeva in piedi. Evitava di guardarmi e io mi sentivo distante chilometri da quel ragazzo che solo qualche secondo prima era con il suo fiato sul mio collo.

"Credi che mi freghi qualcosa di questa qui?" Peter urlava cercando di mantenere l'equilibrio.

"Sei un idiota Jack! Guarda che è lei a provarci con me. Non l'hai ancora capito? Diglielo Eloise" poche volte mi chiamava col mio nome.

"Ci ha provato lei con me! È come tutte le altre, non ha niente di più, non è speciale, non è niente, vuole solo farsi un giretto tra i Peter's machine. Tu non le interessi. Mettitelo in testa. Se fosse così, non credi che avrebbe chiesto a te di accompagnarla qui stasera?" Rimasi paralizzata. Non avevo mai visto Peter in quelle condizioni, in realtà non avevo mai visto nessuno così. Era così arrabbiato e non sapevo neanche da dove tirasse fuori tutto quel rancore nei miei confronti, nei confronti di Jack.

Aveva attirato l'attenzione di tutti. Sentivo gli occhi degli invitati puntati su di me, era una sensazione terrificante. Anche mia sorella era lì con Amber ed Emily a fissarmi, e quella che leggevo sui loro volti sembrava pena. La situazione era davvero grave se ero arrivata al punto di far sentire mia sorella in pena per me.

Poi arrivò la frase che mi fece crollare definitivamente in un pianto penoso.

Peter si voltò a guardarmi dritto negli occhi, con la rabbia sul volto.

"Se le importasse di te... ieri non avrebbe provato a baciarmi in sala musica" mi distrusse, mi ferì a sangue freddo e faceva male. Era un dolore che mai prima avevo provato. Fino ad allora ero sempre stata invisibile nella mia vita e nella vita di tutti, come se non avessi mai vissuto sul serio, come se non avessi mai provato delle emozioni abbastanza grandi da farmi dire: cavolo! Allora esisto! La vita è questa! È provare esattamente questo.

In quel momento invece fui avvolta da decine di migliaia di emozioni differenti e rimasi paralizzata sotto gli occhi di tutti. Non avevo la più pallida idea di come reagire ad un attacco simile.

Non avevo la forza di scappare via, di parlare, di piangere, di strillare, di fare assolutamente nulla.

Non riuscivo a razionalizzare, non riuscivo neanche a rendermi conto se quello che Peter stava blaterando era vero o meno.

No, non era vero. Non poteva essere vero. A me piaceva Jack. Peter non mi sarebbe mai potuto piacere veramente, non dopo quello che aveva fatto, non dopo che mi aveva trattato in quel modo. Non dopo avermi umiliata davanti a tutta la scuola, davanti a mia sorella. Come poteva piacermi una persona del genere? Come poteva piacermi quella cattiveria gratuita.

Jack si voltò a guardarmi. Nei suoi occhi c'era delusione, Peter aveva rovinato tutto.

I suoi occhi di ghiaccio mi trafiggevano e mi facevano sentire piccola in quella stanza gremita di persone.

"È la verità?" La sua voce era spezzata dalla rabbia.

"Eloise... è la verità?" Ripeté cercando di mantenere la calma.

Io non riuscivo a parlare. Certo che non era vero! Io e Peter ci eravamo avvicinati parecchio, ma ci eravamo solo fatti trasportare dal momento. Né io né lui avevamo davvero intenzione di baciarci e soprattutto non ero stata io ad avvicinarmi per prima e...

Non riuscivo a parlare: la mia voce era spezzata in gola dalle lacrime e dall'umiliazione, non mi ero mai trovata in una situazione simile. Mai.

"Andatevene al diavolo!" Jack si voltò e se ne andò lasciandomi da sola di fronte a Peter e con gli occhi di tutti puntati contro.

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