Chapter 86

23 5 2
                                    

Eloise.

"Hai ammazzato il mio migliore amico e adesso vuoi anche rubargli la musica?"

Ecco.

Lo aveva detto. L'unica cosa che non volevo che Thomas sapesse. L'unica cosa di cui mi pentivo da mesi.

Sentii una fitta alla testa e persi la ragione. Non ci vedevo più dalla rabbia e non risposi più delle mie azioni quando vidi la faccia di Jack colpita in pieno da un mio pugno.

Gli altri erano scioccati e lo ero anche io. Scappai fuori dal garage in preda alle lacrime e alla
confusione.

Odiavo Jack e odiavo me stessa per la persona orribile che ero. Avevo sperato che con Thomas mi sarei potuta lasciare quella cosa alle spalle: ci sarebbe stata almeno una persona nella mi vita che non sapeva cosa avevo combinato, ma tutto il mio mondo era appena crollato. Mi mancava il respiro e mi lasciai andare in un pianto disperato.

Fuori faceva freddo e il cielo minacciava di piovere. Sentivo l'odore della temporale imminente. Il tempo rispecchiava il mio umore grigio.

Riaffioravano i ricordi di Peter, di capodanno, di Jack, di quel maledettissimo viaggio a Las Vegas... e le lacrime continuavano a scendere a dirotto.

"Eloise!" Sentii gridare dietro di me.

Era Thomas, con quella sua terribile voce.

"Va via" piagnucolai e iniziai a camminare lungo la strada.

Mi ignorò e mi raggiunse.

"Ehi..." disse mettendomi una giacca sulle spalle. Era la sua.

"Ti prenderai un malanno, metti questa" disse gentile.

"Lasciami stare..." borbottai cercando di nascondere il mio volto. Non volevo che mi vedesse in quelle condizioni.

"No. Non finché non ti sarai calmata" mi disse lui e mi cinse la vita mentre camminavamo lontano dal garage.

"Non hai sentito cosa ha detto Jack? Sono una persona orribile..." blateravo.

"Jack è uno stupido" ribatté.

"Sono una persona orribile" non riuscivo a smettere di piangere.

"Ehi! Vieni qui" si fermò in mezzo alla strada, mi afferrò un braccio e mi strinse a lui.

Mi abbracciò e quel calore mi fece venir voglia di piangere ancora più forte. Sentivo la testa scoppiare. Avrei fatto di tutto per cancellare quelle immagini dalla testa.

Stringevo i denti e le lacrime bagnavano la mia faccia e la maglia di Thomas.

Lui mi accarezzava la schiena e la sua mano mi confortava le spalle rigide, ma neanche quello riusciva a calmarmi.

Era tutto troppo: il gioco, il cancro, il viaggio, Peter, l'operazione, la sua morte, le mie scelte, era tutto sbagliato. Non doveva andare così.

Non riuscivo a respirare.

"È tutta colpa mia" piansi.

"Non è così" mi sussurrò lui.

"Tu non capisci! Io ho..."

"Eloise, io sono qui" mi interruppe. "Non conta nient'altro. Non me ne vado, qualsiasi cosa tu abbia fatto" disse e si allontanò da me solo per cercare i miei occhi.

"Guardami" mi chiese.

Io tenevo lo sguardo basso, non avevo la forza di confrontarmi con lui, non volevo farlo.

"Non ti chiederò cos'è successo, ma sappi che io non ti giudicherò mai. Sarò sempre qui per ascoltarti" disse.

"Non diresti così se sapessi la verità" ammisi.

"Eloise... non mi interessa la verità, come te lo devo spiegare? Lo vuoi capire o no che a mi interessi solo tu?" Pronunciò severo e alzai lo sguardo su di lui. Il verde brillante dei suoi occhi mi rassicurò.

Mi asciugò le lacrime con un pollice.

"Sei meravigliosa" disse e io tirai su col naso.

"Non è vero" borbottai.

"Lo sei. Non ho mai visto una ragazza più bella di te" sussurrò. Mi guardava negli occhi cercando uno spiraglio per entrare dentro la mia anima. Stava scavando e più andava a fondo, più avrebbe scoperto i miei lati oscuri.

"Thomas, io..." abbassai lo sguardo. Non ero la persona che credeva lui.

"Senti, basta parlare. Andiamo a casa mia a guardarci un film brutto, ti va?" Propose sorridente. Mi fece ridere.

Annuii e provai a fidarmi di lui.

"Comunque, hai un gancio destro micidiale" disse ironico ritornando verso il garage.

Tirai su col naso ripensando al pugno che avevo appena dato al mio ex ragazzo. Mi facevano ancora male le nocche.

La serranda era rimasta alzata e gli altri stavano discutendo. Erano tutti in cerchio vicino alla batteria, ma Jack non c'era.

"Eloise..." Josh ci vide rientrare.

"Ehi" dissi.

"Jack è andato via" mi informò. "Come stai?" Mi venne incontro.

"Sto bene. Voglio solo andarmene" ammisi.

"Comunque noi siamo tutti d'accordo per le canzoni. Jack se la metterà via" disse Sam.

"Bene" dissi e presi le mie cose che avevo lasciato sul divano.

"Eloise..." mi richiamò Sam. Mi voltai verso di lui e il mio migliore amico venne ad abbracciarmi.

Mi strinse forte e per un attimo mi sentii al sicuro nascosta tra le sue spalle larghe.

"Non è stata colpa tua, ficcatelo in testa" mi sussurrò all'orecchio e le lacrime tornarono a minacciare il mio volto.

Obbligo o Verità?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora