Chapter 68

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1 anno prima.
Eloise.

Suonò la campanella segnando la fine dell'ultima lezione della mattinata.

Avevo evitato il gruppo per tutto il giorno e fortunatamente non incontrai Peter di fronte al mio armadietto. Probabilmente lo avrei ucciso con le mie stesse mani se lo avessi visto.

Presi il mio libro di Letteratura Inglese e il mio zaino e mi diressi verso l'uscita dell'aula.

"Eloise era ottimo il tuo saggio su Orgoglio e Pregiudizio" mi disse il professor Foley mentre uscivo.

"La ringrazio professore" dissi assente. Non ricordavo nemmeno cosa ci avessi scritto: la mia testa era da tutt'altra parte. Volevo uccidere Peter Andrews. Non pensavo ad altro da due giorni.

Il professore mi guardò un po' perplesso, probabilmente a causa della mia espressione e della mia risposta poco eloquente. Letteratura era la mia materia preferita e solitamente mi sarei intrattenuta con lui a chiedergli degli approfondimenti sulla lezione, ma non ero dell'umore e avevo delle cose da fare.

"Buona giornata" mi congedai fredda.

"Buona giornata" mi rispose sospirando.

Io uscii dall'aula e percorsi il corridoio per raggiungere la mensa.

Non avevo fame e non avevo intenzione di fermarmi a pranzare con gli altri. Volevo solo consegnare al gruppo la mia canzone e andarmene.

Al centro esatto della mensa, seduti al nostro solito tavolo c'erano tutti i ragazzi. Sembravano tutti ignari di quanto fosse successo tra me e Peter. Solo Sam sembrava turbato e dubbioso: sicuramente aveva intuito che ci fosse qualcosa che non andava.

Peter invece non riuscii a vederlo in faccia subito mentre camminavo per raggiungere il tavolo. Era seduto di schiena rispetto a me. Indossava una felpa e teneva il cappuccio sollevato sulla testa, era tutto rannicchiato su se stesso.

"Ciao" dissi quando arrivai al tavolo. La mia voce era stanca. Volevo lasciarmi alle spalle quella conversazione il più velocemente possibile.

Josh e Cristina mi fecero un semplice cenno con la mano mentre erano impegnati in una conversazione tra di loro. Jack era sempre arrabbiato con me e continuava ad ignorarmi facendo finta che non esistessi, continuò a mangiare il suo pranzo senza badare alla mia presenza. Sam invece mi guardava, stava aspettando che parlassi: sapeva che dovevo dire qualcosa.

Peter si voltò a guardarmi. Aveva un aspetto orribile e quasi mi spaventai a vederlo così. Non sembrava neanche lui. Era pallido, aveva due occhiaie enormi, gli occhi neri lucidi iniettati di sangue e il naso arrossato. Sembrava non aver dormito tutta la notte e sembrava anche malato. Tirò su col naso quando mi lanciò un'occhiata dispiaciuta e si voltò di nuovo appoggiando la testa sulle braccia conserte sul tavolo. Non stava pranzando.

Feci finta di nulla e cominciai a parlare.

"Devo parlarvi" dissi attirando l'attenzione di Josh. Cristina infilzò con la forchetta un pezzo del suo petto di pollo e mi guardò anche lei annoiata.

"Ho scritto una canzone" tirai fuori dallo zaino la chiavetta con il pezzo che avevo inciso e l'appoggiai sul tavolo. Piegandomi incrociai per un millesimo di secondo lo sguardo di Peter. Sembrava che volesse dire qualcosa e allo stesso tempo che non sapesse che cosa.

"Eloise è fantas..." iniziò a parlare Josh guardano la chiavetta.

"Non ho finito" lo interruppi e per un attimo mi sembrò che Peter si stesse rannicchiando su se stesso tentando di sparire. Sembrava davvero a pezzi. Lo ero anche io.

"Ho deciso che lascio il gruppo" mi tremava un po' la voce, ma cercai di mostrarmi forte, non volevo dare alcuna soddisfazione a Peter.

"Cosa?" Sam si alzò in piedi guardandomi scioccato e subito lanciò un'occhiata di fuoco a Peter. Aveva già capito chi fosse il colpevole.

"Perché?" Jack solo a quel punto si degnò di guardarmi.

Ricambiai lo sguardo e gli mimai un 'mi dispiace' con le labbra. Ero sinceramente dispiaciuta per quello che era successo tra di noi, avrei voluto aggiustare le cose.

"Eloise..." sussurrò, anche lui sembrava dispiaciuto.

"Eloise ma che è successo?" Josh provò a domandare "se c'è qualcosa che non va bene possiamo parlarne, siamo un gruppo, siamo amici" tentò di rassicurarmi.

"Ascoltate la canzone, spero vi piaccia, però non posso più suonare con i Peter's, scusatemi" fui breve. Non serviva fare grandi discorsi.

Non riuscivo a stare in quel gruppo mentre mi facevo trattare come una bambolina. Io non ero come loro. Non ero come Cristina, non mi adattavo con tutta quella facilità alle situazioni. Non riuscivo a fregarmene dei miei sentimenti e dei sentimenti degli altri. Come poteva Peter giocare con qualcuno come aveva fatto con i sentimenti di Jack e di Cristina e... con i miei? Io non riuscivo a star dietro a tutti i suoi cambi d'umore. Non stavo dietro a nessuno di loro.

"Possiamo parlarne?" Chiese Sam.

"No... per favore, ho deciso" non riuscivo a guardare nessuno di loro in faccia.

"Ora vado" volevo mettere fine il più velocemente a quell'agonia e volevo impedire a ciascuno di loro di convincermi a restare. Non volevo cambiare idea.

Sembravano tutti scioccati e nessuno diceva nulla, il che mi rese più semplice girare i tacchi e andarmene.

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