Chapter 37

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1 anno prima.
Eloise.

"Balla con me Elle, per favore" sentivo il suo respiro sulla mia guancia e il suo profumo mi riempiva ancora una volta i polmoni.

La musica era alta e pompava nelle orecchie. Peter appoggiò la sua fronte contro la mia e cominciò a muoversi facendomi seguire i suoi movimenti.

C'era poca luce e tantissima confusione, mi sentivo stordita, ero tra le sue braccia e mi muoveva come una bambola a suo piacimento. Non avevo bevuto, eppure la sensazione era quella: avevo perso la cognizione del tempo e dello spazio. Le luci stroboscopiche mi facevano girare la testa, mi sentivo debole e Peter era il mio unico appiglio alla realtà.

Non riconoscevo nessuno attorno a me e l'unica cosa familiare era il corpo di Peter che mi teneva salda a lui.

"Amo suonare con te" mi sussurrò ad un certo punto all'orecchio. Per qualche assurda ragione quella frase mi sconvolse, mi fece andare nel pallone. Mi aveva detto una cosa bella eppure non sapevo cosa rispondere... anche io amavo suonare con lui, ma non riuscivo a dirglielo, mi agitava l'idea di esprimere i miei sentimenti. Per di più la testa non smetteva di girarmi e non ci stavo più capendo niente di quello che capitava attorno a noi.

Ci conoscevamo così poco eppure il nostro legame nella musica era così grande! Lo sapevamo entrambi, entrambi suonando nella sala di musica avevamo sentito qualcosa e avevamo creato un legame indissolubile... mi sentivo completamente libera di suonare solo quando ero con lui. Era lui a guidarmi sempre. Pensavo a lui, guardavo lui e le mie mani suonavano da sole guidate solo ed esclusivamente dall'energia che mi dava Peter. Lui era la mia forza. Come potevo riuscire a dirgli tutto questo? Come potevo riuscire a farlo in quel momento, in mezzo a tutta quella confusione, senza sembrare patetica e ubriaca.

"Come scusa?" Non riuscii a dire altro e tra l'altro la mia voce uscì come un suono talmente strano che non capivo nemmeno se quelle parole le avessi davvero pronunciate io. Forse mi avevano drogata e non me n'ero accorta.

"Suonare con te mi rende euforico, tu mi fai amare la musica più di quanto io non abbia mai fatto. Hai completamente sconvolto il mio modo di vedere... tutto" mi guardava negli occhi mentre diceva queste parole e io mi persi completamente nel suo sguardo scuro. In quegli occhi così profondi da affogarci dentro. Io ero già annegata con tutta me stessa. I miei polmoni non respiravano più ed erano pieni solo di quel suo profumo così caratteristico solo di lui.

La sua mano che prima era appoggiata su un fianco iniziò a salire dietro la mia schiena. Saliva lentamente sulla colonna vertebrale e facendomi tremare. Il suo respiro era affannoso sulle mie guance, proprio come il mio: eravamo entrambi sudati in pista, in mezzo a decine di altri studenti sudati.

La sua mano si appoggiò dietro la mia nuca mentre con il pollice mi accarezzava il collo e io puntavo gli occhi nei suoi: mi aveva in trappola. Avevo completamente perso la testa. Non sapevo più come ci ero finita in quella situazione, né tantomeno se volessi esserci.

Ma che sto facendo?

Sto ballando ad una distanza poco raccomandabile con Peter Andrews. Dio! Il suo profumo! È qualcosa di assolutamente incredibile. Ma perché mi fa così male la testa? Questa musica mi sta facendo diventare pazza. Dovrei uscire di qui. Ma Peter... Assolutamente no! È inaccettabile! Lui... frequenta Cristina, o qualsiasi cosa voglia dire il loro rapporto. Lui mi tratta come una burattino, mi fa fare quello che vuole, quando vuole, senza che io me ne renda neanche conto. Come in questo momento. Io non ho neanche accettato di ballare con lui, eppure adesso sono qui a farmi trattare come una marionetta. L'unica cosa che possiamo avere in comune io e Peter è la musica. Certo, lui può essere un grandissimo musicista e da lui posso imparare tante cose. È così bravo e... bello! Dannatamente bello. Le sue labbra sono... niente. Le sue labbra non sono assolutamente niente, e neanche il suo profumo. Niente di niente. Lui pensa solo a se stesso, alla sua immagine e all'immagine del suo stupido gruppo musicale. Non gli interessa altro. Di certo non io, di certo non la piccola e stupida Eloise Horton. E poi io ho Jack. Sì. Jack, che con me è sempre così gentile e spiritoso e mi desidera e...

Eppure le labbra di Peter in questo momento...

"Elle... io vorrei..." la sua bocca era così vicina alle mie labbra, la sua voce era così limpida nelle mie orecchie e sovrastava anche la musica. Il suo respiro, i suoi occhi, il suo profumo... tutto mi attraeva di lui. Mi sentivo completamente stordita, ubriaca, fatta della peggiore droga.

Ero persa in una sorta di stato di dormiveglia, di sogno, avevo perso la lucidità, finché non venni risvegliata da una doccia di acqua fredda. Uno strattone ci separò.

"Andrews! Brutto figlio di..."

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