Chapter 56

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Ciao a tutti fanciulli!
Perdonate la mia assenza (anche, e soprattutto, con gli altri scrittori con cui ho in ballo scambi di lettura, tornerò presto a leggere le vostre storie!) ma è stato un periodo un po' tormentato.

Comunque sono quiii!

Allora, questo è un capitolo un po' strano in realtà ahahah doveva venir fuori tutt'altro e invece alla fine si è concluso così. In realtà pensavo di eliminarlo e di riscriverlo da capo perché non mi convinceva, ma forse non è proprio tutto da buttare dai ahahahah

Diciamo che lascio a voi il giudizio finale, quindi fatemi sapere!!

Buona lettura!

***

Eloise.

Quel giorno al cimitero faceva un freddo becco. Le temperature stavano decisamente scendendo. Ero tutta incappucciata e avvolta in un'enorme sciarpa verde che mi aveva regalato mia mamma per il Natale precedente. Ero rannicchiata vicino alla lapide di Peter.

Stavamo chiacchierando come nostro solito del più e del meno. Lui mi chiedeva della mia giornata e io fingevo che lui fosse ancora vivo e che non stessimo davvero parlando in un cimitero.

"Cosa hai deciso di fare con Jack?" Mi chiese Peter ad una certa.

Sospirai e alzai lo sguardo verso la collina di fronte a me. Non sapevo ancora cosa fare con lui. Non mi fidavo per niente, sapevo che cercava vendetta per avergli portato via il suo migliore amico.

Io gli avevo portato via Peter e adesso voleva che pagassi il conto. Avrebbe fatto di tutto per farmela pagare.

"Io non... non lo so. È tutto un casino e Thomas..." iniziai a blaterare.

"Per me il casino è tutto nella tua testa" mi interruppe Peter.

"Perché?" Chiesi. Era palese il problema: Jack era una mina vagante e inaffidabile, ma bravo a suonare; e Thomas era indispensabile per la band, nonostante faticassi ad ammetterlo, e per di più si ostinava ad essere gentile con me nonostante lo trattassi da schifo... metà della gente aveva smesso di frequentarmi per il mio carattere, ma lui perseverava e non sapevo neanche per quale assurda ragione.

"Jack e Thomas non possono stare nella stessa band?" La sua era una domanda retorica.

"Beh ovvio che no" sollevai le spalle.

"E perché?" Faceva finta di non capire. Davvero Peter?

"Se Jack gli dicesse quello che è successo, Thomas ci odierebbe tutti e..."

"Lascerebbe la band, lo so... ma credi davvero che non fare entrare Jack nel gruppo sia la soluzione?" Chiese ancora.

"Dì la verità Elle: tu non hai paura che Thomas lasci la band... tu hai paura che lui lasci te" mi lanciò una delle sue occhiate e mi voltai dall'altra parte evitandola.

"Ma sì certo, finiscila!" Lo zittì.

"La verità è che sei terrorizzata da un qualsiasi tipo di contatto tra Jack e Thomas e qualsiasi scusa è buona per tenerli distanti. Te l'ho già detto: potresti semplicemente mandare via Thomas ed evitare il problema, ma la verità è che non vuoi mandarlo via. Ammetti che ti interessa di lui e hai paura che Jack possa rovinare tutto" Peter insisteva con questa assurdità.

Sbuffai e incrociai le braccia al petto stringendomi nel mio cappotto.

Rimasi in silenzio e Peter non aggiunse altro: aspettava che gli dessi ragione.

Io ci avevo provato a dire a Thomas che non poteva stare nella band, ma di certo non potevo mettermi a cantare io... non ne ero in grado e...

Servivano nuove canzoni per partecipare alla 'Gara tra Band' e Jack sapeva scrivere, conosceva il nostro stile e aveva delle buone basi assolutamente indispensabili.

Peter però aveva ragione. Era più di un mese che avevamo rimesso in piedi il gruppo e Thomas era da allora che sopportava tutti i miei sbalzi d'umore. Mi scriveva, si preoccupava per me, anche se lo respingevo, lui c'era sempre. Non volevo se ne andasse.

"Che devo fare?" Abbassai lo sguardo e chiesi a Peter con un fil di voce.

"Hai mai ascoltato i brani di Thomas?" Domandò.

"Che?" Non capivo.

"Sì, le canzoni di Thomas. Mi hai detto che Sam ti aveva dato un hard-disk. Le hai mai ascoltate?" Mi chiese.

"No, ma che c'entra?" Lo guardai senza capire.

"E se ti piacessero? Potreste suonare quelli e Jack potrebbe fare dei nuovi arrangiamenti per più strumenti" parlava, ma di nuovo sembrava non capire il punto della situazione: Jack e Thomas nella stessa band era un suicidio.

"Cosa non hai capito di..." provai a ribattere, ma mi interruppe nuovamente.

"Dai a Jack ciò che vuole, fallo entrare nella band e vedrai che lui non aprirà bocca" disse guardandomi dritto negli occhi. Mi trafiggeva ancora come tutte le volte.

Distolsi lo sguardo dal suo e mi alzai in piedi.

"Si è fatto tardi" dissi tenendo lo sguardo basso "vado a casa".

"Perché non mi guardi?" Peter cercò ancora i miei occhi. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava in me, lui lo capiva sempre.

"Parlami Elle..." si alzò in piedi anche lui e si mise a pochi centimetri da me. Sapevo che se avessi potuto toccarmi in quel momento mi avrebbe alzato con due dita il mento affinché lo guardassi. Riuscivo quasi a sentire sentire la sensazione delle sue mani ruvide sulle mie guance.

Tremavo, un po' per il freddo è un po' perché mi vergognavo di quel che sentivo.

"È Thomas..." dissi con voce tremante. Parlare di lui, parlare con lui, mi faceva un effetto strano. Non volevo perderlo eppure sentivo di non dovermi avvicinare troppo a lui. Sentivo che affezionarmi a lui mi avrebbe fatto del male, mi avrebbe portato via dal passato e io non ero pronta a lasciarmi alle spalle tutto, non ero pronta a lasciarmi alle spalle Peter.

A Peter scappò una risata, ma io non ci trovavo niente da ridere.

"Elle, so che ti piace lui... e sarei felice di vederti con lui" la sua voce era calma.

"Oh per piacere! Non essere ridicolo" borbottai.

"Lo neghi?" Mi guardò serio. A questo punto Lo guardai fissa anche io.

"Io non voglio perderti Peter" dissi secca. Non ero pronta a lasciarlo andare. Quelle chiacchierate con lui erano tutto ciò che mi rimaneva e qualsiasi cosa potesse destabilizzare quell'equilibrio mi avrebbe uccisa, quindi no... non mi piaceva Thomas. Non poteva piacermi Thomas. Non in quel senso almeno.

"Vado a casa, ci vediamo sabato" dissi e girai i tacchi andandomene.

Piacermi Thomas... che sciocchezze!

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