Chapter 36

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1 anno prima.
Eloise.

Guardavo Peter e non staccavo gli occhi da lui per niente al mondo. Cantava e ballava girando da una parte all'altra della stanza: il pubblico sembrava impazzire per lui. E come biasimarlo? Era bello come il sole. Anzi, quella sera era lui il sole.

Le ragazze urlavano e cantavano le sue canzoni a squarciagola, le sapevano tutte a memoria e io non avevo mai assistito ad uno spettacolo simile. Era il mio primo concerto in assoluto... e ne facevo parte! Ero io che suonavo la chitarra, ed ero io che accompagnavo quella voce mozzafiato. Peter si muoveva passandosi il microfono da una mano all'altra, teneva il cavo tra le dita lunghe e affusolate e non avevo mai visto niente di più bello. Era emozionante e sprizzava energia da tutti i pori.

Prendeva la forza e l'energia dalla gente in sala e la restituiva dieci volte tanto di più: era una forza della natura.

Si voltò a guardarmi e con l'indice mi fece cenno di avvicinarmi a lui con quel suo sguardo attraente che avrebbe fatto arrossire metà delle ragazze presenti in sala. Sentivo la loro invidia trafiggermi e con un po' di coraggio mi feci avanti avvicinandomi a lui e continuando a suonare la chitarra. Non riuscivo a smettere di sorridere vedendo lui così preso e felice. Quella sua musica era tutta la sua vita e mi aveva invitato a farne parte: mi faceva tremare le ginocchia.

Peter continuava a cantare e io suonavo, Sam e Josh ci accompagnavano e Jack lasciò che componessi io la melodia della fine della canzone.

Eravamo solo io e Peter, come mi aveva detto, da soli e ci guardavamo. Seguivamo il ritmo e la gente ci ascoltava, ballava, esultava... non ci capivo più niente. Ero completamente fatta di adrenalina. Saltavo, ballavo, seguivo la canzone e mi perdevo negli occhi di quel ragazzo pazzesco che cantava davanti a me. Sentivo solo la musica, il suono uscire dalla mia chitarra e il ritmo delle sue parole che mi colpivano dritto in pancia.

Smise di cantare e mi lasciò comporre il mio assolo e a quel punto i miei occhi si erano chiusi ed ero solo io, nella mia solita aula di musica e pensavo a tutte le volte che avevo provato da sola, alla mia audizione davanti ai Peter's per la prima volta, pensavo a mia sorella che era gelosa e lo avvertivo, pensavo a Cristina che seppure era la prima donna del gruppo, non avrebbe mai provato le sensazioni che provavo io. La mia musica era qualcosa di soltanto mio e quella sera, in quel momento, mi stavo prendendo la mia rivincita con me stessa. Io ero così, ero quella persona che stava suonando su quel palco, in quel momento e nessun altro.

Quando finì la canzone un boato si levò dal pubblico. Stavano tutti applaudendo e gridando il nome dei Peter's machine in coro.

Josh e Sam guardavano il pubblico strabiliati e Jack sorrideva. Peter si prese gli applausi, mi afferrò una mano e mi sollevò il braccio presentandomi a tutta la scuola.

"Eloise Horton... alla chitarra!" Mi presentò al microfono. Aveva ancora il fiatone.

Sorrisi, mi sentivo carica a mille. L'adrenalina mi scorreva nelle vene. Posai la chitarra nella custodia e raggiunsi Peter insieme a tutti gli altri che si stavano prendendo tutti gli applausi.

"Sei stata pazzesca" mi disse ad un orecchio.

Mi voltai a guardarlo con un sorriso a trentadue denti e non potei fare a meno di abbracciarlo. Mi ritrovai di nuovo tra le sue braccia, mi strinse come prima e il suo profumo mi invase i sensi un'altra volta.

"Grazie per tutto questo" mi venne spontaneo dirglielo. Mi sentivo stranamente a mio agio con lui.

"È tutto merito tuo, Elle" si staccò da me. Cristina ci raggiunse al centro della sala con alcune birre e me ne porse una.

Mi vide restia ad accettarla.

"Avanti, un po' di alcol non ti farà male!" Mi disse. Scrollai le spalle e afferrai la lattina.

Brindammo tutti insieme e d'un tratto sentii qualcuno afferrarmi un polso.

Mi voltai di scatto. Era Victoria.

"E tu quando pensavi di dirmi che fai parte dei Peter's machine?" Mi guardava stizzita. Amber ed Emily erano dietro di lei, praticamente viola d'invidia.

"Non mi avresti creduto... e poi che ti importa?" Risposi a tono.

"Oh vedrai quando lo sapranno mamma e papà" mi minacciò.

Qualcuno riaccese lo stereo e musica house invase la stanza di nuovo. I ragazzi ripresero a ballare e a festeggiare la fine del nostro concerto.

"Cosa dovrebbero dire scusami?" La guardai incrociando le braccia al petto.

"Sei troppo piccola!" Sbottò. La sua faccia si era tutta arrossata.

"Per suonare la chitarra? Victoria... fatti una vita" le risposi a tono. Poche volte avevo il coraggio di risponderle... praticamente mai, ma quella sera ero carica a mille e felice come non mai e niente, niente al mondo poteva rovinare la mia felicità.

Vidi con la coda dell'occhio Peter mandare giù uno shottino di non so che cosa, probabilmente un super alcolico, insieme al resto del gruppo.

Io e Victoria ci stavamo ancora guardando in cagnesco quando ci raggiunse.

"Scusate signore, vi rubo Eloise... stasera ce la vogliamo tenere tutta per noi!" Mi afferrò un polso e mi trascinò al centro della pista da ballo dove decine di studenti sudaticci stavano ballando.

Mise un braccio attorno alla mia vita e mi strinse a lui "balla con me Elle, per favore".

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