1 anno prima.
Peter.Non so per quanto tempo rimasi in macchina sotto la pioggia.
Quando ebbi la forza di ripartire e di tornare fino a casa avevo le guance asciutte e gli occhi rossi e incrostati dalle lacrime.
Avevo scritto molto, non so quanto...
Presi tutti i fogli che avevo tirato fuori e li rinfilai alla rinfusa nel cruscotto di quel rottame. Non credo ci fosse niente di buono in quelle frasi, ma non mi interessava, avevo solo bisogno di sfogarmi un po'.Volevo solo che il tempo si fermasse. Volevo solo del tempo che non avevo.
Parcheggiai nel viale di casa e scesi dalla macchina imbronciato, mi vergognavo con me stesso del mio pianto da idiota in auto. Ero talmente scosso da quello che avevo appena vissuto che non mi importò nulla di bagnarmi completamente sotto la pioggia.
Aprii la porta di casa avendo un solo obiettivo, prendere una dannata aspirina per il mio ormai solito mal di testa e buttarmi a letto a dormire.
"Mamma! Sono a casa" urlai.
Sentii abbaiare.
Ci mancava un cane in questa benedetta casa. Cristo. Perché non si può mai stare in pace?
"Peter!" Mia madre, con un sorriso a trentadue denti, si affacciò sull'uscio della porta della cucina e un bassotto marrone a pelo ispido sbucò da dietro le sue gambe.
"Chi c'è in casa?" Chiesi pensando a chi fosse il padrone di quel cane.
"Nessuno, perché?" Mi chiese aspirando dalla sigaretta che elegantemente teneva tra le dita.
"Come perché? Di chi è il cane?" Mi abbassai a guardare la bestiola che non la smetteva di abbaiarmi contro. Feci un ghigno di disapprovazione, il mio mal di testa non approvava quel suono assordante.
"Tuo!" Esclamò mia madre come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
La fulminai con lo sguardo.
"Molto divertente! Avanti... di chi è? Bill ha voluto comprarsi un cane?" Quel mostriciattolo a quattro zampe venne nella mia direzione e iniziò ad annusarmi le scarpe.
"Nessuno scherzo. Scegli il suo nome!" Sorrise e mi invitò a scegliere il nome di quella sorta di salsiccia.
"Mamma... dimmi per favore che questo cane non è davvero nostro" provai a respirare e mantenere la calma.
"Ma che ti prende adesso? Accarezzalo un attimo" si accovacciò e richiamò a sé l'hot-dog battendo le mani sulle cosce. Lui si voltò a guardarla e corse a farsi accarezzare.
"Non è tenerissimo? Hai sempre voluto avere un cane e ho pensato semplicemente che potesse tirarti su di morale, Bill mi ha accompagnato a prenderlo stamattina al canile" mia mamma continuava ad accarezzarlo e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare è che aveva completamente perso la testa.
"Mamma ti avevo chiesto un cane quando avevo undici anni... come pensi che adesso possa prendermi cura di lui?" Guardai quel coso che si strusciava contro le gambe di mia mamma in estasi dai grattini che riceveva sulla schiena.
"Non iniziare con questi discorsi... lo farai dopo la scuola! E poi ai ragazzi farà piacere avere una mascotte per il gruppo, vi divertirete! Saranno tutti contenti..." mia mamma cominciò questa sorta di apologia per difendere quella salsiccia. Mi fece andare in escandescenza. Possibile che non capiva?
Continuavo a guardare quell'affare che si dimenava felice sotto le mani di mia mamma.
"Diventerete ottimi amici, ed è inutile che fai quella faccia, so che sei felice" si alzò e mi lanciò un'occhiata.
"Vado a farmi una doccia, tu metti quei vestiti zuppi in lavatrice e pensa a un nome per il cane. Ho fatto una torta di carote e noci dietetica, buonissima! È sul tavolo in cucina" disse e se ne andò verso il bagno.
Ghignai pensando a quell'orrore di torta di carote e noci che mia mamma provava a rifilarmi da quando ero piccolo. Era l'unico dolce che cucinava... se così si poteva definire.
Ero ancora sull'ingresso di casa, con lo zaino sulle spalle, i vestiti bagnati e quella salsiccia che mi fissava.
La salsiccia si avvicinò a me e si strusciò contro i miei jeans facendo bene attenzione a lasciarci un bel po' di peli attaccati sopra.
"Non ti affezionare Salsiccia, sarò crepato prima che tu possa dire 'hot-dog'" dissi e feci per andare nella mia stanza ma quel coso prese a seguirmi...
Non volevo un cane, non volevo una mascotte, non volevo che niente e nessuno si legasse a me, non volevo legarmi a nessuno io e non volevo morire per uno stupido cancro.
Feci un sospiro per calmarmi e la salsiccia abbaiò di colpo.
"Cristo!" Imprecai per lo spavento.
Percorsi il corridoio ed entrai in camera mia. Il cane corse subito verso il mio letto, ci saltò sopra come se nulla fosse e abbaiò ancora per giocare.
Brontolai qualcosa e richiusi la porta.
"Salsiccia".
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Obbligo o Verità?
RomanceABSTRACT Sognava il successo, i concerti negli stadi, gli applausi, i dischi di platino e le premiazioni ai Grammy. Peter sognava la musica, e lo faceva in grande. Niente di ciò fu mai realizzato e il suo ricordo visse solo nella mente dei component...