1 anno prima.
Eloise.Io, Eloise Horton, ero appena diventata la nuova chitarrista dei Peter's machine. Io. Tra tutti. Io. Peter Andrews aveva scelto me. A lui ero piaciuta io. Non aveva minimamente esitato nel farmi entrare nel suo gruppo.
Forse Peter mi aveva notata per davvero. Non ci potevo credere. Non ci volevo credere. Potevo essere davvero all'altezza della musica dei Peter's? Non mi sembrava una cosa possibile.
Dopo un anno passato a suonare da sola, sperando un giorno di potermi far notare da loro... o meglio da lui, c'ero riuscita. Ero nei Peter's machine e a lui ero piaciuta io.
Mia sorella sarebbe morta d'invidia. Non lo diceva, ma aveva una cotta per Peter. Come darle torto? Lui era uno schianto assoluto! Almeno... così lo avrebbe definito lei... e sì, segretamente anche io avevo una cotta per lui. Come spiegare altrimenti il tremolio alle ginocchia che provavo tutte le volte che mi passava davanti? I viaggi mentali che facevo immergendomi nell'immensa oscurità dei suoi occhi? Il rossore sulle mie guance? Il cuore che batteva? A me Peter piaceva.
Ma comunque, al di là del latte alle ginocchia, io morivo dall'ansia. Non avevo mai suonato in pubblico ed essere in una band implicava obbligatoriamente suonare in pubblico.
Sarei mai stata pronta per il nostro primo ingaggio? A scuola non si parlava d'altro che della festa d'inizio anno scolastico organizzata da Cristina Johnson, la figlia del preside. Si vociferava che i Peter's avrebbero suonato lì quella sera.
Suonerò con loro? Ma sarò abbastanza pronta? Mancava una settimana al grande evento e io non sapevo cosa pensare. Probabilmente mi stavo solo fasciando la testa prima del tempo mentre mi stringevo nel mio cardigan azzurro e camminavo per le strade notturne di Portland.
In quel momento avevo problemi ben peggiori della festa di Cristina Johnson a cui pensare, ovvero il fatto che mi stavo dirigendo nella tana dei lupi: il famoso Monster's club.
Non ci ero mai stata. Nessuno mi ci aveva mai invitata. Era una birreria logora, vecchia e unta. La gente ci andava principalmente perché era l'unico posto dove davano illegalmente da bere birra ai minorenni.
Era frequentato da tutta la mia scuola, ad eccezione della sottoscritta, ovviamente.
Sapevo anche che i Peter's machine suonavano lì qualche volta e facevano musica dal vivo. D'altronde si erano fatti conoscere in tutta Portland anche grazie ai loro ingaggi al Monster's club e in altri vari locali del genere.
Quella sera i Peter's mi avevano invitato lì e questo voleva dire due cose: prima ipotesi, ero davvero entrata nella band e volevano farmi conoscere il locale e la gente che lo frequentava; seconda ipotesi, volevano fregarmi ed io ero solo la nuova sfigata di turno da prendere in giro.
Ero convinta della seconda ipotesi. Avrei potuto girare i tacchi e andarmene, ma per qualche assurda ragione masochista decisi di percorrere i pochi metri che mi separavano dall'ingresso di quella birreria da quattro soldi.
Fuori dal locale c'era un gruppetto di ragazzi un po' ubriachi che fumavano sigarette e ridevano facendo baccano. Li riconobbi: erano i giocatori della squadra di football della mia scuola. Non appena mi videro, mi squadrarono e si misero a ridere parlottando tra di loro.
Probabilmente si chiedevano cosa ci facessi io davanti al Monster's, ma io ero stata invitata e anche se con un po' di fifa spinsi la porta di legno all'ingresso e li ignorai.
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Obbligo o Verità?
RomanceABSTRACT Sognava il successo, i concerti negli stadi, gli applausi, i dischi di platino e le premiazioni ai Grammy. Peter sognava la musica, e lo faceva in grande. Niente di ciò fu mai realizzato e il suo ricordo visse solo nella mente dei component...