Chapter 47

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Eloise.

Io e Jack attraversammo il giardino e ci avviammo lungo il marciapiede verso la sua auto.

"Allora? Come se la passa la mia cara e dolce Eloise?" Con il suo tanfo di alcol e sigarette mi mise un braccio attorno al collo e mi stritolò.

Mi scostai da lui e lo guardai inacidita e arrabbiata. Non ero per niente contenta di vederlo.

"Si può sapere che cavolo ci fai qui?" Sbottai. Ero già stufa di essere con lui, mi faceva ribrezzo.

"E perché il ragazzo di mia sorella dice che ti hanno sbattuto dentro per della coca? Non avrai mica iniziato a farti di quella roba..."

"Frena, frena" mi interruppe e tirò fuori dalle tasche il suo solito tabacco trinciato per rollarsi una sigaretta. Ci fermammo in mezzo alla strada mentre cominciò a farsi su la tabaccata.

Incrociai le braccia al petto e lo guardai torva aspettando che si spiegasse.

"Quel mezzo damerino di Lucas Berry racconta un sacco di put..."

"Non essere volgare" lo interruppi subito. Lui sollevò un sopracciglio scocciato. Non mi interessava davvero il suo linguaggio, ma mi aveva trascinato via dalla festa rovinandomi la serata, avevo almeno il diritto di parlare con una persona che si comportasse e parlasse civilmente.

Jack finì di rollarsi la sigaretta e se l'accese subito.

"Mi hanno beccato solo con un po' d'erba... mi sono fatto una notte in cella e mi hanno rilasciato subito, e allora?" Fece un paio di tiri ed espirò il fumo mandandomelo volontariamente in faccia. Jack iniziava veramente a farmi irritare, scacciai il fumo con una mano e lo guardai ancora più incendiata di prima.

"Che vuoi?" Domandai a denti stretti. Volevo che quella conversazione arrivasse al sodo.

"Il rosso è il vostro nuovo giocatore?" mi guardò dritto negli occhi trafiggendomi con quel suo sguardo glaciale. Il suo tono era serio, cercava di spaventarmi.

"Abbiamo smesso di giocare, se è questo che intendi..." incrociai le braccia al petto.

"Lo spero bene, visto com'è finita l'ultima volta" fece un tiro dalla sigaretta e gettò fuori il fumo sfidandomi ancora con lo sguardo.

Rimasi ammutolita. Aveva ragione, l'ultima volta le cose erano finite male... per colpa mia.

Distolsi lo sguardo dal suo. Voleva qualcosa.

"Dimmi perché sei qui" chiesi con un filo di voce. Speravo che quella tortura finisse presto.

"Io voglio riprendere a suonare nella band" disse e aspriò dalla sigaretta.

"Non farmi ridere..." borbottai tornando a guardarlo.

"Cosa ti fa pensare che gli altri accetterebbero? Te ne sei andato" nessuno dei Peter's lo avrebbe rivoluto indietro... e nessuno sentiva la sua mancanza.

"Non volevo più giocare" rispose poi. Fece altri due tiri dalla sigaretta e la gettò sull'asfalto. Solo pensare a quello stupido gioco mi faceva diventare una iena. Mai più nella mia vita lo avrei fatto di nuovo. Era diventato una droga, una dipendenza e ci eravamo fatti del male... tutti.

"Io non gioco più" risposi a denti stretti.

Restò qualche secondo a scrutarmi con lo sguardo. Sapeva che effetto faceva parlarmi del gioco, sapeva quanto mi desse fastidio.

"Vi serve un bravo tastierista.... devi ammetterlo" aveva le braccia incrociate al petto e mi scrutava attentamente sotto la luce del lampione.

"Non sarai tu" ero ferma sulla mia decisione.

"Conosco le canzoni, conosco il gruppo, so le dinamiche della band... se volete provare a vincere la gara tra band vi servo io. Non puoi metterti a cercare un altro: fosse anche più bravo di me, non entrerà mai in sintonia con voi al punto da riuscire ad essere pronto per la gara" parlava velocemente e a denti stretti. Il suo non era un capriccio: era perfettamente consapevole di quel che stava dicendo. Era il discorso più lungo che gli avevo sentito fare da quando era arrivato. Sembrava volesse davvero tornare.

"Perché ti importa così tanto di suonare con noi?" Gli chiesi. Ci aveva lasciati, se n'era andato. Il gruppo si era sciolto.

Lui adesso che vuole davvero?

"Mi mancate..." fece un passo nella mia direzione.

"Mi manchi" sussurrò poi mettendomi una ciocca di capelli sfuggita dietro l'orecchio.

I suoi occhi erano ancora iniettati di sangue, era ubriaco e non sapeva che cosa stesse dicendo. Deglutii e abbassai lo sguardo, non riuscivo a reggere quei suoi occhi di ghiaccio che mi avevano sempre messo così in soggezione. Lo respinsi con una mano.

"È finita tra noi, Jack" gli ricordai. Io non provavo per lui quello che lui provava per me. Lo sapeva, come lo sapevo io e come lo sapeva... Peter.

"Fammi tornare: i Peter's sono la mia vita. Mi hai lasciato e lo accetto, ma non togliermi via anche la musica..." il suo volto mutò espressione: leggevo solo disperazione nei suoi occhi. A lui mancavamo veramente.

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