Dakota 33

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James era attacato a me come un'edera, si era tranquillazzato con le mie carezze e i miei baci, dormiva tranquillo sul mio seno, il suo forte respiro era tranquillo, io non smettevo di accarezzargli i capelli biondo ramati, mi aveva distrutta vederlo in quel modo. Sentivo dentro delle emozioni così forti che non avevo mai provato in tutta la mia vita, neanche lontanamente simili e non credevo neanche si riuscissero a sentire delle simili sensazioni per un uomo. Mi sentivo completamente sopraffatta, per lui ero disposta a tutto. Vederlo così disperato e bisognoso di me, faceva venire fuori il meglio di me. Amavo l'uomo che era: Forte, intelligente, spiritoso, allegro, protettivo, determinato... ma poi c'era un'altra parte di lui, che avevo imparato a conoscere in quei pochi giorni, quello era un altro James. Era sensibile, emotivo e molto bisognoso di cure e amore. Era un uomo di trentun'anni, ma in questo momento, lì poggiato sul mio seno, indifeso e completamente vulnerabile, non sapevo quanti anni avesse. Forse tre, cinque... non lo sapevo. Sentiva fortemente la mancanza di sua madre, ma io ero in grado di alleviargli almeno una piccola parte di quel forte dolore che lo tormentava da anni?? Forse. Dentro di me sapevo che per lui la risposta era sì. Mi aveva ripetuto di avere bisogno di me, bisogno delle mie cure, del mio amore e che sarebbe morto senza di me. Io non volevo ucciderlo, anch'io avevo bisogno di lui. Ma iniziavo a rendermi anche conto di una cosa spaventosa: io avrei dato tutto per lui! La sua felicità veniva ancora prima della mia. Volevo dargli tutto: la mia anima, la mia vita, il mio amore e il mio coraggio. Perchè di coraggio nella nostra situazione ce ne voleva eccome. Sarei voluta rinascere per lui, affrontando ogni sua disperazione, dal più piccolo problema al suo più grande dolore, in modo da alleviare la sua sofferenza, che ancora oggi lo affliggeva come una voragine. Avrei voluto farmi carico di tutti i suoi problemi, volevo che lui non si preoccupasse più di niente. Avrei voluto stare con lui tutti i santi giorni, alla luce del sole, amandolo e rendendolo felice. Gli diedi un leggero bacio sulla testa, annusando la sua morbida e folta chioma. E James si mosse leggermente con il viso, strofinandolo piano sul mio seno, come un neonato, la leggera barbetta mi pizzicava appena, ma io lo trovai adorabile. Con quale cuore avrei potuto negargli il mio amore? Mi ero presa cura di lui, lavandolo e lui aveva fatto lo stesso. Non avevo chiesto nessuna spiegazione del perché lui avesse masturbato sua moglie, non volevo sapere niente! Già solo il pensiero che lui lo aveva fatto, mi faceva stare male, anche se capivo che quella era una situazione inevitabile, visto che erano sposati e dormivano nello stesso letto. Sapevo che questa cosa mi stava logorando dentro, fino a quando non sarebbe diventata una malattia. Ma per lui ero disposta a tutto, anche a dividerlo con lei, accontentandomi delle briciole. Se gli avrei confessato quanto mi faceva stare male, lo avrei fatto stare male ancora di più, perchè sapevo che non voleva ferirmi e io non volevo complicargli l'esistenza. Avrei sofferto in silenzio, dando a lui il meglio di me. Mentre facevo questi pensieri e continuavo ad accarezzargli i capelli, mi addormentai profondamente. Mi trovavo in una vasta sala, completamente spoglia e alla mia sinistra si trovava una grande apertura con delle tende di organza bianche, spalancate e mosse dal vento della notte. Era un ambiente ocuro, l'unica luce proveniva da quell'apertura, supponendo che fosse quella lunare, dando all'ambiente una tonalità di grigio. Indossavo un lungo vestito nero, aderente, di pizzo, con maniche a sgaie e i miei tacchi risuonavano nel marmo, con l'eco. Avevo i capelli raccolti a chignon, lasciando la schiena nuda dalla scollatura dell'abito e mi avvicinai all'apertura. -《C'è nessuno? - Nessuna risposta, solo il mio eco. - Qualcuno mi sente?》Mi sentivo strana. Non sapevo dove mi trovavo e cosa stessi facendo, ma soprattutto com'ero finita lì. Ero come calamitata da quell'apertura ed infine arrivai quasi ad imboccarla. C'era un enorme luna piena e dei gradini in pietra che portavano in un giardino pieno di siepi e profumi esotici. In lontananza il rumore di una cascata. Stavo per uscire, quando dei passi risuonarono dietro di me, facendomi voltare. Trovai a fissarmi il mio James.
Era da mozzare il fiato. Portava uno smoking nero con il bavero in seta, camicia bianca e farfallino nero. Il ciuffo era tirato indietro da un lato con eleganza e sul viso una folta barba ramata. Dio, come l'amavo. Era l'immagine della perfezione. -《Amore, ti ho cercata da pertutto, dove sei stata?》Amore?? Ti ho cercata dappertutto?? Ma cosa..? -《Io... io...》Balbettavo come una stupida, continuando a mangiarlo con gli occhi. Lui mi sorrise dolcemente. -《Non ha importanza, perchè ora ti ho trovata e non ti lascerò mai più.》Sussurrò con la sua voce calda e sexy, poi mi baciò con lentezza e profondo amore, tenendomi il viso tra le mani e facendomi sciogliere tra le sue braccia forti. Infine mi poggiò una mano sulla base della schiena, fino ad unire i nostri corpi e scrutandomi attentamente. -《Ti piace il vestito che ti ho comprato, vero?》Capii dalle occhiate, che si riferiva all'abito che portavo, che era davvero di gran classe e finezza. -《Si, è stupendo. Come te.》Sussurrai imbarazzata. James mi fece un sorrisetto furbo, prima di darmi un casto bacio, accarezzandomi la guancia. Ero percorsa da un'infinità di brividi e sentii una ventata alle mie spalle provenire dall'apertura, ma tra le sue braccia io non sentivo freddo. Quando si staccò mi fissò serio, porgendomi una mano. -《Balla con me.》Ma non c'era alcuna musica... Lui mi trascinò contro il suo corpo, al centro della sala e iniziò a muoversi in un lento che io seguii. Mi teneva una mano prigioniera nella sua e l'altra sempre alla base della schiena. Iniziai a sentire le note che riecheggiavano nella vasta sala, Frank Sinatra in Witchcraft, rivivendo quel ballo che tanto avevamo studiato insieme per il film. Solo che ballavamo più stretti, più intimi, saltando alcuni passaggi solo per non staccarci. Ma quasi alla fine, come nel film, lui mi fece fare il girovolta e poi lasciando la mia mano, mi lasciò continuando a volteggiare da sola e ridendo felice e spensierata sotto ai suoi occhi soddisfatti. All'ultima girovolta, non lo vidi più. Era scomparso. Dissolto nel nulla. Nell'oscurità più fitta della vasta sala. Mi sentii impaurita. -《James! James!》Urlai rabbrividendo, sentendo solo il mio eco, mi coprii istintivamente le spalle con le mani.

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