Jamie 127

426 40 26
                                    

Dakota come al solito mi accolse a braccia aperte. Erano le otto di sera, passate da poco e lei mi aveva preparato una deliziosa cenetta a base di pollo al brandy e patate. Lo faceva così piccante... proprio come piaceva a me. Era diventato il mio piatto preferito. Era proprio una brava cuoca. Ma c'era una cosa... qualcosa di strano. Aveva delle enormi occhiaie nere sotto ai suoi splendidi occhioni azzurri. Era come stanca, abbattuta, ma non voleva darmelo a vedere. Su Skype non mi ero accorto di quelle occhiaie, per non parlare dei suoi leggings: erano più lenti sulle sue lunghe e bellissime gambe, il viso pallido più scarno. Cristo! Ha perso chili! Quanti di preciso?? -《Dak, amore. Stai bene?》Esclamai in apprensione, poggiando le posate sul piatto, una volta finito di mangiare. Aveva mangiato appena, e avevo come la tremenda sensazione che i suoi stupendi occhi sfuggissero ai miei, indagatori. La vidi sussultare leggermente. -《Certo. Perché me lo chiedi?》Un'altra terribile sensazione, la sua voce aveva appena tremato e i suoi occhi guardavano il tavolo con i piatti sporchi. Ma che cazzo succede?!Mi aveva appena mentito!! Dakota non era una bugiarda e mai nei giorni che le ero mancato mi aveva mai detto che andasse tutto bene. Anzi mi guardava sempre con l'aria triste e mi diceva quanto soffrisse la mia mancanza. Invece ora mi aveva appena mentito, non mi guardava negli occhi come sempre faceva, non aveva toccato cibo, ed era fredda, distaccata. La guardai alzarsi in piedi di scatto, come una molla, mentre recuperava i piatti per sparecchiare, senza rivolgermi un sorriso o uno sguardo d'amore. Iniziai a tremare interiormente, la salivazione la sentii subito azzerarsi e mi sentii l'asma accrescere. Aveva incontrato un altro?? Non mi amava più?? Cos'era cambiato?? Subito le presi il polso, bloccandola e aspettando che i suoi occhi incontrassero i miei indagatori, impazienti, speranzosi di aver visto male. Finalmente i nostri occhi s'incontrano e i suoi erano velati di tristezza. Non erano più dello stesso azzurro splendente in cui io mi ci tuffavo ogni volta. Erano due pozze profonde. Aprii le labbra e iniziai ad ansimare, il cuore prese a battermi impazzito e stavo sudando. La vidi accigliarsi, lasciò i piatti e si sedette a cavalcioni sulle mie ginocchia, prendendomi il viso tra le mani, con amore. -《James? Stai bene? Che ti prende?》Che mi prende?? Avevo appena avuto un flash di lei che non mi amava più e già stavo avendo un infarto. -《Sei strana. - Dissi affannoso, non riuscivo a respirare bene. Stavo avendo una crisi, ma non volli ricorrere alla bomboletta. Se non mi amava più, potevo anche morire lì, su quella sedia. - Non hai toccato cibo, sei dimagrita, pallida, fredda e distaccata. Sfuggi al mio sguardo. Cos'è? Vuoi dirmi che non mi ami più per caso?》Dakota chiuse gli occhi per un lungo attimo, stringendoli un po' e lasciando la presa sul mio viso. Cristo!È così! Non mi ama più! Era sulle mie ginocchia e non mi toccava più e teneva gli occhi chiusi. Cristo! Non sapeva come dirmelo! Gli facevo pena! Mi aveva preparato uno dei suoi piatti che tanto amavo, a posta per indorarmi la pillola. Goccioline di sudore m'imperlavano la fronte, lasciandone ricadere una lentamente come una lacrima. Sentivo già le lacrime agli occhi e il cuore preso in una morsa soffocante, mentre mi agitavo affannosamente. Dakota subito mi fissò allarmata e prese a frugarmi tra le tasche in cerca di qualcosa. Io mi sentivo sotto shock. Non riuscivo più a muovermi o emettere suono. Ero come di ghiaccio. La mia vita era finita. Avevo fallito.
Il pensiero mi andò alla nostra villa. Lei non ci sarebbe mai venuta a stare. Finalmente Dakota trovò quello che cercava. Oh! La mia bomboletta ad ossigeno. Come dimenticarmi che ero un povero malato che dipendeva da una stupida bomboletta. Dakota era sempre stata l'unica a non farmi mai notare questo mio problema di salute, ed ora io l'avevo persa. Per sempre. -《James! James, devi respirare! Mi senti?! Devi metterla in bocca e respirare!》Urlava sconvolta, mettendomela sotto agli occhi. Era molto confusa, ma io ero come in trans. Cosa avrei fatto ora? Senza di lei? Senza il mio dolce amore. -《James, perché non mi rispondi?! Mi stai spaventando! Come diavolo funziona?》La vedevo agitare la bomboletta, aprire il tappo, mettendomi il beccuccio sulle labbra. Aveva gli occhi sgranati dal terrore e il viso rosso. -《James!! - Urlò a squarciagola. - Ti amo da morire!! Non farmi questo!! Respira!!》Cosa??Mi ama da morire?? Ritornai per un attimo lucido. Lei intanto premeva sulle mie labbra violentemente e iniziando a spruzzare. Glielo lasciai fare, ancora confuso, respirando l'ossigeno e regolarizzando il respiro e un po' alla volta i battiti cardiaci. -《Che diavolo tenti di fare??! James!Vuoi sposarmi o ucciderti??!》Mi urlò in faccia, con gli occhi fuori dalle orbite. Mi risvegliai dallo shock in cui ero caduto. Lei mi amava ancora. Voleva me. Solo me. Voleva che io la sposassi. Certo che l'avrei fatto. Le presi con forza il viso, portando la sua fronte a premere alla mia e le mormorai abbastanza grave: -《Certo che voglio sposarti, Santo Dio! Cosa credi?! Mi hai spaventato. Ti ho fatto una domanda e non mi hai risposto. Mi hai lasciato intendere che non mi amassi più! È ovvio che volessi morire!》Dakota si alzò dalle mie ginocchia e cominciò ad urlare e gesticolare, fuori di sé. -《Ma dico sei impazzito?! Fraintendi i miei comportamenti e vuoi ucciderti per la seconda volta sotto ai miei occhi, uccidendomi?!! - Mi alzai di scatto per prenderla tra le braccia per consolarla, ma lei mi scansò con una brutta spinta. - Non mi fai stare tranquilla in questo modo James! Al primo fraintendimento o messaggio errato, tu tenti il suicidio! Non posso stare bene se tu mi fai questo! Potrei svegliarmi una mattina, non sapendo di averti mandato un messaggio sbagliato e ritrovarti morto!! Ma che cazzo!! Lo capisci o no che mi uccideresti?! Non hai ancora capito in quella tua testaccia dura che sei tutta la mia vita!! Tutta quanta!! E che non ci sarà mai nessun'altro uomo se non tu!!》Mi portai le mani al viso, coprendomi gli occhi forte e scacciando via le lacrime. Aveva fottutamente ragione. Ero un coglione! Ma perché non riuscivo a risolvere i miei dannati problemi di autostima?? Me lo avevano sempre detto i miei terapisti. Avevano fatto con me dei fortissimi lavori interiori. Ma a quanto pareva, con scarsi risultati. Dakota mi stava vedendo per ciò che ero: un povero sfigato con gravi problemi mentali. Davvero meritava di meglio.

La Forza dell'amore 💖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora