Jamie 88

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Ripresi a baciarle lo stomaco con delicatezza. -《James...》Mi richiamò con tono canzonatorio, attirando di nuovo il mio sguardo verso di lei. -《Che c'è.》Lei mi fece un mezzo sorriso. -《Cos'è, credi che non ti conosco? Che non ho appena capito cosa ti passa per la testa?》Cristo, aveva capito che avevo scoperto che era incinta?? Mi sollevai portando il mio viso a toccare al suo. Volevo guardarla bene negli occhi mentre me lo diceva. -《Allora? Dimmi. Cosa mi passa per la testa,piccolina?》 -《Che ti senti vecchio.》Corrugai la fonte. Accidenti, mi conosceva davvero bene. -《Visto? - Mi passò un dito sulla fronte. - Ti si è appena formata questa bellissima ruga. Appare sempre quando sei pensieroso, arrabbiato e... anche quando non sai che dire perché sei stato appena sgamato.》Scoppiai a ridere. Cristo, com'era bella e mi conosceva così bene. Mi faceva venire voglia di fare per lei cose che non avrei mai pensato di fare. Di donarle l'intero universo. -《Si sta prendendo gioco di me Miss Johnson?》 -《Non mi permetterei mai Mr Dornan. Ti amo da morire, vecchio fascinoso mio.》Risi di cuore. Solo lei poteva dire cose del genere. Era inutile preoccuparsi dell'età con lei. A Dakota non le importava niente. Era pazza di me, come io di lei. -《Sei proprio birichina. Ma sei mia. - Mi feci più serio in viso, in modo da chiarirle bene il concetto. - Soltanto mia. Ricordi cosa ti ho detto prima? - La vidi annuire piano. - Nessuno può toccarti! Nessuno può averti! Solo io!Per sempre!》Avevo aggiunto il per sempre in modo da farle intendere bene le mie intenzioni: Marito e padre. -《Siii... Sono solo tua.》Ansimò strusciandosi, aveva troppa voglia e io stavo indugiando a farla mia, ma ci tenevo a chiarire davvero come la pensavo. Doveva capire bene com'ero fatto, se ancora aveva qualche dubbio rispetto a cosa era successo prima. Ma era proprio questo il punto, volevo non risuccedesse. -《No. Voglio che tu lo ripeta. Per intero.》Dissi abbastanza grave. A quel punto la vidi farsi seria e perfettamente lucida, mentre mi mormorava roca: -《Nessuno può toccarmi. Nessuno può avermi. Solo tu. Per sempre.》Le sorrisi compiaciuto e lei alzò gli occhi al cielo. -《Sei soddisfatto cavernicolo?》 -《Come mi hai chiamato?》-《Cavernicolo. È quello che sei. Non ti sorprendere così tanto, bello mio.》Risi ancora, mentre con una mano le accarezzavo piano il ventre. -《Perché sarei un cavernicolo?》-《Oltre il tuo comportamento di ore fa? Ci è mancato poco che non mi trascinassi per tutta la casa tirandomi per i capelli. - Ridemmo, anche se io non ero proprio fiero di quel mio comportamento maschilista. - E poi si vede che sei uno all'antica. Da come ti vesti, dai gusti, e dai tuoi modo possessivi-ossessivi. Sei un cavernicolo.》-《Insomma, da come mi hai descritto faccio proprio schifo.》Esclamai con un sorrisetto. Le sue gambe subito mi circondarono la vita, stringendomi in una forte morsa che fece fremere il mio uccello. -《Per niente. Sei perfetto. Sei il mio cavernicolo. - Mi guardava con lussuria, ora. - Il mio cavernicolo, che ha sempre voglia di fare l'amore con me, che mi dice cose sporche mentre facciamo l'amore o scopiamo. Il mio cavernicolo che mi fa sempre sentire protetta e al sicuro da tutto e da tutti. Il mio cavernicolo che mi punisce se diventa troppo geloso o solo perché lo provoco. Ma soprattutto: il mio cavernicolo che mi fa sentire speciale, adorata, amata. Viziandomi con amore, tanto da non farmi desiderare più nulla oltre a lui. La mia vita. Il mio mondo. Il mio tutto.》La baciai con passione, cullandole il viso tra le mani e iniziando a penetrarla con molta lentezza e dolcezza. Pensai a nostra figlia dentro la pancia e mi mossi con molta dolcezza, ma con affondi sempre ben mirati. Non temere Preziosa, papà adesso ti cullerà un po'. Giusto qualche saltino, non ti farò male. Mi sarebbe piaciuto dirlo ad alta voce, in modo da farmi conoscere, ma per quello avrei dovuto aspettare. Non avevo mai fatto sesso con mia figlia in grembo. Neanche con Amelia, visto che le era stato sconsigliato per minacce d'aborto. Quindi era la mia prima volta e dovevo essere molto cauto. Dakota ansimava, venendo incontro ai miei dolci affondi. Le sue mani si posarono sui miei capelli, tirandoli e poi graffiandomi la cute con le unghie. Porca puttana! Mi si drizzarono tutti i peli, mi vennero i brividi, tanto mi aveva eccitato. Era una bellissima novità. Ne volevo ancora. -《Ancora, ti prego.》Mormorai boccheggiando. Lei cominciò a ripeterlo, facendomi impazzire. -《Cazzo, mi piace. Non smettere.》Dakota mi accontentò, ridendo piano. Io presi a gemere in un modo... che non riuscivo a contenere, ovviamente non potevo spingere più forte e quindi quella lentezza straziante e le sue unghie sulla cute, mi stavano mandando al manicomio. Non capii più nulla, tranne il fatto che avevo scoperto un mio punto erogeno. Mi sentii disperato, mi lamentai forte, cosa mai fatta, forse se le mie spinte fossero state più forti... non avrei provato tutto questo godimento. Ma non potevo, davvero stavo toccando vertici di lussuria spaventosi, avrei potuto avere un infarto. Uscii gli occhi fuori dalle orbite, fissandola e respirandole sulla bocca come tanto amava, sapendo che stavo per venire. Cazzo! Non ero durato niente. Lei tolse le mani dalla mia testa per posarle sulla mia schiena, graffiandola piano, ma io le rivolevo per dov'erano. -《Ti prego... continua a graffiarmi la cute... mi piace da morire...》La mia voce uscii come un lamento supplicante, ma non me ne vergognavo. Lei era la mia donna. Mi diede un bacio a fior di labbra e poi riprese a graffiarmi la cute. Di nuovo brividi, scosse come una corrente, pelle d'oca alta tre metri, le dita dei piedi mi si contorsero dal piacere, continuavo a muovermi piano e mi uscii un lamento disperato. Stavo venendo, ma prima dovevo accertarmi che lei mi seguisse. -《Piccolina... sto venendo...》Ci respiravamo affannosamente a vicenda. -《Più forte James, più forte.》Maledizione! Forse non avrei dovuto chiederle di continuare a grafgiarmi la cute, ma dovevo assolutamente farla venire. Feci una dolce carezza al ventre. Perdonami Preziosa. Adesso papà ti farà fare qualche piccolo salto. Uno, due e tre. Spinsi con vigore, facendola gemere forte, mentre non smetteva di graffiarmi, non ce la facevo più, stavo esplodendo, digrignai forte i denti, aumentai di velocità e la portai verso il culmine. Lo sentii dai muscoli e glielo lessi in faccia, noi ci parlavamo con gli occhi. Venne gemendo piano, non accennando a smettere di graffiarmi e facendomi ringhiare forte e disperatamente, inondandola del mio seme. Mi accasciai su di lei, il mio viso sull'incavo del suo collo, con il fiatone e il cuore che andava impazzito. Lei mi accarezzò la testa e me la baciò dolcemente. Non riuscivo a muovermi, nè volevo uscirlo, era così stretta e calda. Mi era mancata. Ero soprafatto, completamente. Il punto era che non era la prima volta che mi succedeva con lei. Era molto preoccupante. Fare l'amore con lei era sempre una novità e mai un abitudine.

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