Dakota 53

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Nell'attimo stesso in cui varcò l'uscita, mi alzai subito dal divanetto, come una molla, lasciando mia nonna lì immobile a contemplarci, senza battere ciglio. Aveva i capelli tutti arruffati in cima, il ciuffo lunghetto era un po' verso l'alto e una piccola ciocca cadeva sulla fronte, come se si fosse passato le mani sui capelli di continuo torturandoseli, dandogli l'aria di un disperato, ma incredibilmente sexy. Aveva la barba incolta, sicuramente non se l'era fatta dall'ultima volta che eravamo stati insieme, ma anche quella gli dava quel tocco seducente che mi fece contrarre subito la mia parte intima, risvegliandone un urgente bisogno di unirsi a colui che apparteneva, era come un richiamo primitivo e bramoso. Ma il dolore al cuore fu più forte di tutto. Aveva gli occhi circondati da due enormi borse, il volto stanco e triste, sulle spalle uno zaino scuro, il capotto scuro lo teneva su un braccio, (non sapeva che il clima lì in California era abbastanza alto) portava una camicia color nuvola, tutta arrotolata nelle forti e muscolose braccia e fuori dai jeans, tutta stropicciata e sempre con i due bottoni sbottonati. Aveva l'aria distrutta e subito sentì le lacrime agli occhi, gli avevo fatto del male. Questa consapevolezza mi ferì profondamente nell'animo. Non smettevamo di guardarci come se ci stessimo guardando per la prima volta. Solo con maggiore intensità e consapevolezza. Consapevoli di non poter più fare a meno l'uno dell'altro, dipendenti come di una droga, ossessionati dal bisogno di appartenenza. La stessa anima divisa in due corpi e ora che si era unita, non poteva più staccarsi. Anche le lettere dei nostri nomi era un segno del destino. JD&DJ. Impossibile da ignorare, come il fortissimo senso di appartenenza che ci attraeva fortemente come una calamitata. Chiunque ci avesse visto insieme l'avrebbe notato. Eravamo due fari abbaglianti che lampeggiavano nell'oscurità.
-《Piccolina mia...》Il suono profondo e caldo della sua voce mi penetrò dentro con violenza, travolgendomi da un forte senso di benessere e calore. Era mio, e non sarebbe stato mai di nessun'altra. Le lacrime mi scesero dalle guance, mentre tiravo sul col naso e il cuore mi esplose nel petto. Subito corsi verso di lui che nello stesso istante aveva emulato la stessa mossa. Ci scontrammo fortemente in uno strano e goffo abbraccio. Mi veniva male a stringerlo per via dello zaino che lui subito tolse, buttandolo a terra, insieme al cappotto, permettendomi così di stringerlo forte tra i singhiozzi. -《James... oh James...》-《Ssh... non piangere, sono qui piccolina. Non scappare mai più da me. Capito.》La sua voce profonda era velata delle lacrime che gli bagnavano le guancie, ma io riuscì comunque a distinguere il tono autoritario che tanto mi faceva impazzire di lui. -《No... non scapperò più da te, te lo prometto.》James mi guardò appassionatamente con la fronte aggrottata, la bocca semi aperta, mentre respirava a fatica, gli occhi grigi pieni di lacrime, ma brillanti di una nuova gioia, quella di avermi ritrovata. Mi prese il viso tra le mani. -《Cristo Santo, quanto sei bella. Sei stupenda. E sei solo mia.》Mi baciò subito, con una bramosia mai sperimentata. Non mi aveva mai baciata con una tale disperazione, come se fosse una questione di vita o di morte. Le sue parole poi, le aveva pronunciate come se fossero vitali, importanti, da trasmettermi i suoi sentimenti e il suo stato d'animo affranto. Mi baciava carnalmente, mordendomi il labbro inferiore, esplorandomi la bocca con una dedizione spaventosa, aveva il respiro affannato e io ne esultai, mi era mancato così tanto. La sua lingua non smetteva di accarezzare la mia, succhiandola, stimolandola con leccate suadenti, era come se facesse l'amore con la bocca. Un gran baciatore. Mi sentii così presa d'impeto, che iniziai a tirargli i capelli, dimenticandomi per un attimo che quello era il mio segnale per indurlo a fare l'amore, che di certo, era una delle cose che avrei voluto fare al più presto. Lui a quel gesto rallentò e si staccò dolcemente, fissandomi con un sorrisetto dolce, che subito ricambiai. Avevo il viso che ancora mi prudeva un po' per la sua barba, ma era come una specie di solletichio piacevole. -《Non credo sia educato mettere ancora a disagio tua nonna.》Mi sussurrò piano, con un sorrisetto e io mi sentii una rincoglionita megagalattica. Cazzo! Mi ero completamente dimenticata di mia nonna! Subito mi sciolsi dall'abbraccio, ma James con un braccio mi cinse fortemente la vita, tenendomi ben stretta a lui. -《Mor Mor... scusa... mmh... ti presento Jamie.》Mia nonna si alzò dal divano con un sorrisetto malizioso e tese la mano verso James, che fece lo stesso con un eleganza davvero d'altri tempi. -《Jamie Dornan.》Esclamò con quella voce profonda e calda, che riusciva sempre a farmi bagnare, anche nelle situazioni più improbabili come quella. -《Tippi Hedren. E tranquillo, sono una nonna abbastanza moderna. Non mi scandalizzo per tutto questo fuoco. - Esclamò con ironia, lasciandomi a bocca spalancata, mentre James le sorrideva divertito. - Devo ammettere mia cara, che avevi proprio ragione sulla freddezza. Me ne complimento. -《Mor Mor!》La rimproverai piano, fissandola incredula e facendo ridere James. -《Ah, ti prego smettila di fare la santarellina scandalizzata. Avete girato un porno e ora state insieme, perché siete così presi l'uno dall'altro, da non riuscire a sopportare il distacco. - Esclamò sempre con ironia divertita, mentre squadrava con un certo interesse il mio James, che si stava divertendo un mondo ad assistere al nostro battibecco. - Devo proprio ammettere che la tensione sessuale che vi circonda è davvero intensa e forte da essere irrespirabile. Complimenti.》-《Oh Dio, Mor Mor.》Sospirai imbarazzatissima, guardando altrove. Ero bollente, dovevo essere arrossita talmente tanto, da sembrare un peperone, nonostante sapessi che ciò che aveva appena detto era una verità innegabile. Poi tornando a guardarla mi accorsi che aveva raccolto da terra il cappotto e lo zaino di James. -《Vado a portare la tua roba a Karola, la cameriera, che la sistemerà in camera di mia nipote.》Disse guardandoci con un sorrisetto malizioso, come se fosse a conoscenza di un segreto tutto suo. -《Mor Mor non è necessario. Forse sarà meglio che andiamo. Non vorrei recarti troppo disturbo.》Dissi a disagio, mentre la stretta di James al mio fianco si era fatta più forte.
-《Non dire sciochezze tesoro. Qui sei come a casa tua. Per la privacy puoi stare tranquilla, questa villa è enorme. Non vi sentirò nemmeno e se vuoi, potrei anche diventare invisibile. Godetevi la vacanza. Io qui sono sempre sola, un po' di compagnia mi fa sempre piacere. - Prima che potessi replicare, lei subito si voltò avviandosi verso l'entrata. - A più tardi miei cari.》

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