Jamie 139

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Dakota aveva trovato qualcun'altro?No. Non poteva essere. Robin aveva appena detto che lei soffriva... mi feci più vicino a lei implorandola, quasi vicino alla supplica. -《Ti prego Robin, dimmelo. Avevo già capito che c'era qualcosa che non andava. Gliel'ho chiesto un milione di volte e non vuole proprio dirmelo. Sinceramente non capisco cosa la spaventi, visto che non ho alcuna intenzione di lasciarla. - Un dolore al petto, come una pugnalata, mi fece vacillare appena. - A questo punto tu sei più importante di me, visto che con te si è confidata.》 -《No. Non si è confidata. Si è trovata in un caso di forza maggiore. Non aveva altra scelta. - Mormorava tremante. Era spaventata della mia reazione?? Che cosa era successo?? - Io glielo ripetuto più e più volte di avvisarti... ma lei non ha voluto. Diceva che tu ne saresti caduto malato e lei non voleva che tu stessi male. Facendosi carico di tutto il dolore.》Dolore?? Cadere malato??Sentii gli occhi schizzarmi fuori. Stavo tremando dal terrore. -《Robin, dimmi subito che succede!》Fece un lungo respiro e strizzò forte gli occhi. Sentii le budella tutte attorcigliate. Un dolore fortissimo. Non so quanti secondi passarono prima che lei parlasse, mi sembrò un eternità.
-《La notte dei Golden Globe, m-mi chiamò dalla toilette di un bagno dell'after party, dicendomi che era tutta sporca di sangue...》Tutto iniziò a vorticarmi. Mi portai una mano a coprire la bocca e strinsi gli occhi. -《L'accompagnai all'ospedale in un lago di sangue...》Singhiozzai, tenendo ancora gli occhi ben chiusi, mentre tremavo forte. Sentii la sua mano stringermi un braccio per infondermi coraggio. Coraggio. La seconda volta in una sera. Ma questa volta ne avevo bisogno davvero, perché avevo perduto il mio sogno. -《Jamie? Mi dispiace.》Le sue parole mi risuonavano in testa come una campana impazzita. Avevo già sentito quella frase, quando era morta mia madre e non l'accettavo. Ma sentirlo per la morte di mia figlia... di una figlia che non avevo neanche visto, ma voluta... era devastante. Le lacrime mi rigavano il volto e aprii subito gli occhi, cercando di asciugarle con le mani, evitando accuratamente gli occhi indagatori e penosi di Robin. -《Te l'ho detto solo perché so riconoscere un grande amore. Tu l'ami davvero tanto... e... dovevi saperlo.》-《Mr Dornan, tutto bene?》Vidi comparire al mio fianco Aka. Annuii tirando su con il naso e cercando di smetterla di tremare e piangere, ma era un dolore indescrivibile. Potevo amare quel piccolo essere che non era neanche venuto al mondo?? Sì, potevo. Perché era frutto del nostro grande amore. E ora era morto. -《Voglio... Devo... - Non sapevo più cosa volevo dire. Poi mi rivolsi ad Aka. -《Avvisa quella donna che me ne sono andato e se ti va accompagnala pure in albergo, a me non importa. Devo andare. - Misi una mano sulla spalla di Robin - Accompagnami.》Sapevo dove alloggiava, tramite i messaggi che ci eravamo scambiati in chat. Ma avevo bisogno di sapere altro da Robin.

In macchina ero distrutto, non smettevo di piangere e tremare. Non aveva avuto il coraggio di dirmelo. Non voleva che subissi altro dolore. A modo suo voleva proteggermi da quel dolore che dovevamo condividere insieme. Lei si era fatta carico di tutto per proteggermi! Avrei dovuto essere incazzato perché me lo aveva tenuto nascosto! Perché mi aveva impedito di essere al suo fianco in momento così delicato! E invece... non lo ero. La capivo! La capivo perché anch'io l'avrei protetta da ogni male e dolore.
Ma non lo accettavo! Io avrei dovuto esserci! Quella era anche mia figlia!Era nostra! Io dovevo proteggerla! Io ero il suo uomo! E non ero stato in grado di farlo! Avevo fallito! Avevo permesso che quella puttana le procurasse un aborto! Ora tutto mi era chiaro! Quando aveva messo in mezzo Dulcie, Dakota poi era scappata per il bagno. Cristo!! Quanto mi odiavo!!! Perché la vita continuava a giocarmi questi brutti tiri? Perché Dio mi puniva?? -《Che cosa le hanno fatto?》 Chiesi singhiozzando. Robin era commossa e dispiaciuta. -《Le hanno fatto il raschiamento. Era di dodici settimane e mezzo. - Singhiozzai più forte. - Io... le sono stata vicino. Nessuno lo sa a parte me. Neanche la sua famiglia.》Povera piccolina mia. Da sola in un ospedale... a subire un intervento così devastante... e io?? Dove cazzo ero io?? Un verme! Un coglione! Avevo frainteso quando era incinta e non avevo capito quando lo era veramente. Ed era stata colpa mia! Io dovevo proteggerla da quel mostro! Io non ero riuscito a proteggerla. Il mio dolce amore. Chissà quanto aveva sofferto... sapevo quanto anche lei lo desiderava. Non riuscivo a pensarla da sola in quell'ospedale con tutto quello sangue e l'intervento... Troppo dolore. Meritavo davvero una punizione. Ripensai alla nostra prima notte insieme dopo le due settimane. Il suo pigiama infantile. Il suo terrore a fare l'amore con me e inventarsi quella cazzata sul pelo incarnato. E io l'avevo pure aggredita! Piccolina... Aveva subito un grave intervento e un lutto di cui la maggior parte delle donne, non riesce a superare facilmente. Un trauma! Dodici settimane e mezzo!! Ne mancavano due per entrare nella sedicesima!!Quella dove tutto il pericolo di perderlo non c'era più!! Mi strappai i capelli per il disgusto che provavo per me stesso e se poi pensavo alla rosa che avevo buttato... Mi ero innervosito solo perché era scollata..?Ma il vero problema era un altro. Avevo perso mia figlia. Si perché ero sicuro che era femmina. Sentii vibrare dal taschino della giacca l'iPhone, lo presi nervoso e riuscii a mala pena a vedere che si trattava di quella puttana. Tolsi la chiamata e lo spensi. Fottiti! -《Non colpevolizzarti, Jamie.》Mormorava piano Robin.
-《Dakota non ti ritiene colpevole. Anzi si ritiene lei responsabile per non essersi accorta delle minacce d'aborto.》Già... l'incubo! Fu per me come un fulmine a ciel sereno: Si dava dell'assassina e mi pregava di non lasciarla... Cristo! Quando l'autista fermò la macchina a destinazione, ringraziai di cuore Robin e con il dolore che mi uccideva dall'interno, mi ritrovai come un automa di fronte la porta della sua suite. Richiamando alla memoria vecchi ricordi. Tutto era iniziato nella suite di un albergo, ma d'allora erano successe molte cose. E io che pensavo che la serata era stata un incubo... l'incubo invece era stata quell'orrenda scoperta.

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