Dakota 66

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Quando si staccò eravamo arrossati e accaldati. Prese un altro bel respiro e continuò con gli occhi bassi, fissando le nostre mani intrecciate. -《Poi un giorno all'età di quindici anni scoprimmo che mia madre aveva un tumore al pancreas. È stato orribile. - Gli strinsi più forte le mani. - Le restavano sei mesi di vita, non era più in tempo per la chemio, fu uno shock. Ero così... arrabbiato! Cristo! Come diavolo era potuta ammalarsi senza che noi c'è ne accorgessimo!? Perché?Com'era possibile che mio padre non se ne fosse accorto!? Volevo distruggere tutto ciò che avevo davanti... mia madre soffriva, lo vedevo con questi miei occhi e io non potevo aiutarla, come lei aveva fatto sempre con me. No... io non potevo fare niente, nessuno poteva. Mi sentivo frustrato, vedendola scomparire giorno dopo giorno sotto ai miei occhi spaventati. Sapevo che sarebbe morta a breve... Ma io non l'accettavo.》Tirò su col naso, alzò il viso e le lacrime gli scivolarono sulle guancie. I suoi occhi grigi erano due pozze arrossate. Gli strinsi il collo in un abbraccio, accarezzandogli delicatamente i capelli. -《A sedici anni se ne andò e per me fu devastante. L'inizio di un incubo sensa fine. - Tremava e singhiozzava tra le mie fragili braccia. - Ero così arrabbiato. Cristo! Lo sono ancora adesso. Mio padre mi ha aiutato, portandomi in vari specialisti. Per me è stato duro. Tu non puoi neanche immaginare. Cosa mi passava per la testa. L'ira incondizionata. Per tutti i membri del mio parentato ero diventato il pazzo! E per un certo periodo io mi ci sentivo davvero. La rabbia e l'ira mi facevano scattare come una molla. C'è l'avevo con tutto e tutti. Non m'importava di niente e di nessuno. Quando poi lo stesso anno, dopo alcuni mesi, morirono i miei quattro migliori amici con la macchina, mi sentii più incazzato. Dentro quell'auto avrei potuto esserci anch'io. Ma non c'ero. Avevo troppa rabbia. Alle volte mi scagliavo anche brutalmente con le mie sorelle e mio padre. Ero diventato ingestibile.》Lo strinsi ancora più forte. -《Oh James... è normale. Tranquillo. Non eri pazzo. Era una conseguenza a quella brutta disgrazia. Lo capisco perfettamente. Chi non lo capiva era il pazzo.》La mia voce lo cullava dolcemente tra le carezze continue ai suoi capelli, mentre lui singhiozzava. -《Amore mio. Sei la mia vita. L'unica che mi ama e mi capisce così bene. Non riesco più a vivere senza di te. Potrei davvero morirne o impazzire sul serio. È come se Dio volesse continuare a punirmi di continuo. Provandone piacere a vedermi soffrire.》Era così doloroso sentirlo parlare in quel modo, singhiozzante e ansimante tra le mie braccia. -《Ssh... tranquillo. Non ti lascerò James. Mai. Hai capito? Sono qui con te. Ci sarò sempre, amore mio caro. Sempre. Te lo prometto.》Lo sentii sospirare di sollievo e stringermi sempre più forte. James Dornan era un uomo meraviglioso. Con mille sfumature, di cui Christian Grey a confronto sarebbe impallidito. Lui era unico, bello, prezioso. Dopo un po' mi scostai per guardarlo in viso. -《James, sei un uomo meraviglioso. Sono orgogliosa di essere così tanto amata da te. Tu sei il mio sole. La mia luce splendente. Ti amo così tanto che ne sento dolore. Anch'io potrei morire o impazzire senza di te. -Mi fissava con gli occhi gonfi e di un ritrovato conforto che mi fece gonfiare il cuore di un amore infinito. - Lotteremo insieme. Nessuno è così forte o pazzo da mettersi contro il nostro grande amore. Solo Dio può. Ma mi auguro che sia dalla nostra, perché l'amore va sempre celebrato. Sempre e comunque. Anche se il nostro vive nel peccato... è sempre amore. Amore con la A maiuscola. Lui lo sa benissimo.》Mi prese le labbra con le sue, come affamato di me. Baciandomi come se fosse necessario, vitale. Il suo respiro era affannoso, le sue labbra reclamavano con possesso le mie, mordicchiandomele piano. Rendendolo essenziale, struggente, completo. Con una mano gli asciugavo le guancie bagnate di lacrime. Quando ci staccammo eravamo tutti e due ansimanti, come se avessimo corso una maratona. Gli accarezzai ancora il viso e i capelli, sempre con infinito amore. Quell'uomo era mio. Mi apparteneva fin ad ogni fibra del suo essere. Ora però c'era da discutere ciò che più mi premeva sapere.
James era stato abbastanza chiaro prima, riguardo alla sua rabbia. Ma fino a che punto sapeva gestirla? -《Parlami della rabbia.》Lui mi fissò serio e forse un po' a disagio. -《Dopo la morte di mia madre mi iscrissi al college di Belfast e diventai un grande giocatore di rugby. Sfogavo tutta la mia rabbia con allenamenti continui, le partite... in parte è andata via. Ma solo in parte. - Aveva la fronte corrugata e il tono di voce basso e autocommiserevole. - Alcuni dei miei terapeuti mi hanno consigliato di continuare a scaricarla con l'esercizio fisico. Devo dire che aiuta nella maggior parte dei casi. Così quando sento l'ira prendere il sopravvento, inizio a fare delle serie di flessioni. Capisco che purtroppo è un danno collaterale che mi porto dietro. Una serie di sintomi da stress post traumatico. E la rabbia è al primo posto.》-《Cosa succede se non fai flessioni? Se non fai esercizio fisico.》La mia voce uscii un po' più preoccupata del previsto e me ne dispiacqui. Non volevo che pensasse che lui mi spaventava. Sapevo quanto mi amava e mi rispettava. Non mi avrebbe mai fatto del male. La cosa che mi spaventava di più, sarebbe stato il contesto. Gelosia, prendere le mie difese e qualche altra situazione creata dal nostro lavoro impegnativo. Mi fissò come stupito, con la bocca semi aperta. Ero proprio stata una stupida. -《Ti prego, non fraintendermi. Non sono spaventata. Ho completa fiducia in te.》Esclamai subito, prima che lui potesse dire qualunque cosa. La sua espressione si addolcì un po', ma rimase comunque seria e imperscrutabile. -《È normale che tu sia spaventata. So che ho la tua completa fiducia. Ma capisco e trovo giusto che tu voglia cercare di capire. - Respirò fortemente. - Non so cosa può succedere se non faccio esercizio fisico. Di sicuro, non è una delle cose che voglio scoprire. Sarò sincero con te. Tu sei il mio tallone D'Achille. E davvero non so che reazioni avrò se qualcuno potrebbe mettersi tra noi. Neanche se facessi mille flessioni. Penso che molto probabilmente potrei fargli del male fisico. L'unica a cui non farei mai del male sei tu. Ma devi essere cosciente che potrei diventare molto violento. So quanto mi ami... - Fece una pausa distogliendo per un attimo gli occhi dai miei e buttando l'aria pesantemente, con il volto ansioso. - Ma è anche vero che ho qualche problema e mi dispiace, non sai quanto... vorrei essere un uomo migliore per te, vorrei...》-《Ssh... - gli misi due dita sulle labbra - Non dire altro. Non voglio sapere più niente al momento. - La mia voce un sussurro dolce e pieno d'amore. - E non dire più di voler essere migliore, più di quello che già sei. Tu sei stupendo. Ti amo. Ti amo per quello che sei. Con i tuoi mille casini e paranoie. - James si commosse e io gli presi il viso tra le mani, avvicinandomi con il volto al suo, sfiorandogli le labbra mentre parlavo. - Sei il mio uomo. L'uomo migliore del mondo. Ti ho detto che non cambierei una virgola di te. E poi neanche io sono perfetta. Potresti stancarti di me e lasciarmi.》A quell'ultima frase si accigliò. -《Non pensarlo neanche per scherzo Dakota. Sei tutta la mia vita. Lo vuoi capire? Ti ho parlato di un contratto prematrimoniale blindato, non a caso. Ma perché lo farò sul serio. Voglio che tu diventi parte integrante di me. Voglio che prendi il mio cognome. Lo voglio sul serio. Non l'ho permesso ad Amelia. Ma tu sei mia. Tutti devono saperlo. Tutti devono sapere che appartieni solo ed esclusivamente a me!》

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