Jamie 41

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Mentre guidavo con mia moglie e mia figlia dietro, non riuscivo ancora a togliermi quella bruttissima sensazione che mi pervadeva dentro come un veleno. Non riuscivo a togliermi dalla testa il modo in cui Dakota mi aveva salutato, era stata fredda come il ghiaccio, e cosa più devastante: il modo in cui mi aveva chiamato. Per lei io ero solo James. Ma mi aveva pugnalato con quel falso sorrisone, chiamandomi Jamie. Perché? La terribile sensazione si fece più pressante. Ingranai la quarta, sfrecciando per le strade come un pazzo. Prima sarei arrivato in albergo, prima avrei messo fine a questa farsa con Millie, e prima sarei partito con il mio amore. -《Jamie! Rallenta, c'è la bambina! Sei forse impazzito?》Mi rimproveró, facendomi irritare più di quanto già non lo fossi. -《Primo: Modera i toni con me! Ti ho già fatto passare il tuo comportamento altezzoso prima, davanti a tutti i miei colleghi e non succederà mai più! - Il mio tono di voce era molto alto, non stavo urlando, ma era abbastanza alto da intimorirla. E non avevo alcuna intenzione di rallentare. - Secondo: Cominciamo subito a chiarire che ti ho sposata perchè eri incinta e non perché ti amassi! Del resto lo sai anche tu che non te l'ho mai detto! - La fissavo a momenti dallo specchietto retrovisore e la vedevo con gli occhi fuori dalle orbite, ma ero davvero stufo di vivere alla finta famigliola felice, anche perché io felice lo ero veramente stato solo con la mia Dakota. - Terzo: Tra noi è tutto finito! Una volta arrivati in albergo prenderemo due strade diverse. Ti farò sapere dai miei avvocati come procedere, sia per la custodia della bambina, sia per il mantenimento. È tutto! Ora lasciami guidare in santa pace!》La scrutai ancora, notando il suo volto farsi torvo. -《Non capisco come tu possa preferire quella sciacquetta a me! È ancora una bambina che gioca a fare la vamp. Tu hai bisogno di una vera donna al tuo fianco. E quella donna sono io: tua moglie! La madre di tua figlia! Non dimenticarlo mai Jamie. Sono io che ho dato alla luce tua figlia.》Accostai, inchiodando sul freno di getto.
Mi voltai e la fissai ferocemente, stavolta urlandole contro, facendola sussultare. -《Devi stare attenta a come parli, Amelia! Sei molto fortunata che ci sia la bambina o a quest'ora non oso pensare a cosa avrei potuto fare! Smettila di provocarmi! E soprattutto non ti permettere mai più d'insultare Dakota, o giuro su Dio che ti faccio scendere dalla macchina e ti mollo per strada insieme alla bambina! Sono stato abbastanza chiaro?!!》La bambina scoppiò subito a piangere e lei mi fissò truce, alzando un sopracciglio. -《Cristallino, Jamie.》Sussurrò stizzita, iniziando a cullare la bambina che piangeva spaventata. Avevo perfettamente capito dal suo volto, che avrebbe voluto dirmene quattro. Ma non si permetteva per paura della mia minaccia. Sapeva che io avevo dei problemi a gestire la mia ira, non a caso avevo fatto un mare di terapie. Lo stress post traumatico non era una cosa facile. Ci facevo i conti ogni giorno. Ansia, panico, paura, incubi, insonnia e forti scoppi d'ira. Non si presentavano tutti insieme o ogni giorno. Qualcuno una volta tanto. I disturbi più frequenti erano: l'ansia e l'ira. So a cosa state pensando: un pò come i due personaggi che mi hanno dato popolarità. Paul e Christian. Non a caso avevo scelto quei ruoli. Io sapevo meglio di chiunque altro cosa significasse subire un trauma e subirne gli effetti collaterali a tempo indeterminato. Non che mi fossi mai paragonato a Paul. Io non ero un pazzo assassino, ma capivo come poteva esserci arrivato. Il suo tormento e il suo dolore, portandolo alla pazzia. Christian era quello che mi somigliava di più, per così dire. Io amavo alla follia mia madre, a differenza sua che rinnegava quell'amore. Nonostante tutto, non mi meravigliai affatto di come Millie fosse arrivata alla giusta conclusione tra me e Dakota. Era troppo sveglia, aveva notato i miei cambiamenti, le ultime sei notti fuori, e il modo in cui io e Dakota ci eravamo guardati prima. Aveva fatto due più due. E si sa: due più due fa sempre quattro. Arrivando in albergo, presi la mia valigia e tutta la mia roba. -《Sei così senza cuore da abbandonare me e tua figlia, solo per un capriccio sessuale?》Iniziò ad inveire, intanto che mi stavo dirigendo all'uscita. Pregai Dio per riuscire a mantenere il controllo e non commettere ciò che in tutta la mia vita avevo sempre disprezzato. Ero un femminista convinto. Non avevo mai torto un capello ad una donna, e quando sul set avevo involontariamente fatto del male alla mia Dakota, mi sarei voluto picchiare a sangue. Le donne non si toccavano neanche con un dito. Ma Millie era una vera e propria provocatrice, e voleva volontariamente farmi commettere quell'atto che mi avrebbe completamente tolto quel poco di stima che ancora mi rimaneva per me stesso. Sbuffai pesantemente, mi strinsi gli occhi con le due dita e iniziai a contare fino a dieci. -《Cos'è?Non mi rispondi?》Mi sfidava ancora con i toni. A quest'ora in un mondo senza regole, nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie, oppure in un universo parallelo, dove la violenza sulle donne non era un abominio, io l'avrei strozzata come nel telefilm, quando fingevo e ne provavo disgusto. Invece, forse, dopo averlo fatto veramente con lei, avrei provato un minimo di sollievo. Mi tolsi le dita dagli occhi e la fissai esasperato, iniziando a parlare in modo dispotico e sottilmente minaccioso. -《Non è un capriccio! Io amo Dakota! La amo più della mia stessa vita! E se tu non fossi mai capitata nella mia, a quest'ora l'avrei sposata. Ma l'avrei sposata per amore. Perchè senza il suo amore io non vivo! Lei è la cosa migliore che mi sia capitata nella mia vita piena zeppa di merda!》-《Alla premiazione, mesi fa, avevi detto che ero IO,la cosa migliore che ti fosse mai capitata nella vita!》Ribatte arrabbiata e alzando un pò i toni, mentre la bambina si agitava un pò nella cesta. -《Quello che si dice in quei casi sono tutte cazzate! - Le dissi con finta compassione. - Anche tu hai fatto parte di quel mondo, tempo fa. Cos'è, ti sei dimenticata di quante cazzate si dicono per forma?》-《Sei uno sfigato coglione!》Mi sussurrò piena d'odio e malignità. 1, 2, 3... iniziai a contare, trattenendomi e stringendo forte i pugni. -《E per lei sarai solo il suo bel giocattolino da mettere in mostra, giusto il tempo per finire sulle cronache mondane e per far parlare di sé.》Poi il suo sguardo diventò ancora più cattivo e le sue parole piene d'odio.

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