Jamie 57

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Le unghiate che mi avevano marchiato il torace mi pizzicavano ancora. Ma io adoravo quel dolore, perché era stato inferto dal mio unico grande amore, la mia vita. Ero orgoglioso di portate addosso come marchio i segni del suo piacere, del piacere che io le avevo dato. Non mi sarei fermato, le avrei dato piacere a vita. Non mi sentivo mai sazio di lei, una cosa che non mi era mai successa. Il mio uccello viveva di vita propria, era costantemente in erezione tirandomi di brutto e la cosa più imbarazzante era che non eravamo da soli in quell'enorme villone pieno di bestie feroci, c'era la nonna della mia ragazza e non mi piaceva farmi vedere in certe condizioni, ero sempre stato uno che sapeva gestirsi, mantenere il controllo. Ma stavolta il mio amico non voleva proprio saperne. Non gli era bastata la sveltina in mezzo alla giungla, nè il fare l'amore più a lungo sotto quell'enorme doccia del bagno comunicante della nostra grande e lussuosa camera da letto. Insomma ero dovuto scendere a cenare con la mia Dakota che se la rideva sotto ai baffi, con l'uccello ancora duro come la pietra. Sperai davvero di cuore, che sua nonna non si fosse accorta di niente, anche se non mi toglieva gli occhi di dosso, studiandomi come una cavia da laboratorio.
Dovevo ammettere che il clima della California era davvero ottimo, era caldo e secco, ideale per il mio problema d'asma, infatti respiravo molto meglio, poi in mezzo tutto quel verde... non si poteva che respirare aria pulita e cenare fuori con i grilli canterini e con quella leggera brezza che trasportava alle mie narici l'aroma deliziosa del profumo del mio amore, era davvero il massimo. La mia Dakota aveva addirittura scelto per me cosa mettermi, era così precisina, ci teneva davvero tanto a prendersi cura di me e io lo adoravo. Mi aveva scelto dei jeans blu scuri e una camicia a quadratini blu e bianca, mi arrotolai le maniche lasciandola fuori dai jeans, in modo da coprire l'erezione. E al momento di sistemarmi i capelli mi fermò. -《No. Non toccarli. Mi piacciono così scarmigliati e arruffati, senza una precisa piega. Che vanno proprio dove vogliono loro... liberi e ribelli... ti danno un aria così giovane e spensierata... Mi piaci così. - Fece una pausa, avvicinandosi a me e passandogli con possesso una mano, tirandoli appena e con dolcezza, facendomelo diventare ancora più duro di quanto già non lo fosse. - In realtà tu mi piaci in qualunque modo.》La sua voce bassa e gutturale non aiutava a non volerla possedere subito e continuamente, era come una droga, un eccitante esplosivo, mi stava mandando al manicomio. Sin dalla prima volta che l'avevo vista avevo capito che la mia sanità mentale sarebbe stata del tutto compromessa, rendendomi schiavo del suo amore, succube della sua bellezza, ossessionato da lei fino ad uscirne pazzo! Rendendomi talmente possessivo, da desiderare con forza che il suo mondo iniziasse e finisse con me, da non lasciare spazio a nessun'altro. Solo a me! La cena era ottima. La cuoca, che a quanto avevo capito era anche la governante, sapeva davvero il fatto suo e poi io ero sempre stato di buona forchetta. Amavo il cibo e se non era che amassi anche prendermi cura del mio corpo, allora sarei potuto diventare un obeso. Quando ero più giovane ero troppo magro, come se non assimilassi mai nulla, ma con il tempo avevo capito che il mio metabolismo aveva cominciato ad assimilare, così bruciavo spesso e volentieri con del sano movimento fisico. -《Beh, non si può dire che sei il classico bel ragazzo che per mantenere quel bel fisicaccio che ti ritrovi pretende cibo da femminucce.》Si espresse subito con tono ironico la nonna della mia ragazza, facendomi sorridere divertito. Somigliava davvero molto alla mia Dakota, sia d'estetica che nell'essere divertente e spontanea. L'avevo trovata sempre una gran bella donna. Quando da piccolo la guardavo recitare in qualcuno dei film di Hitchcock, me ne sentivo molto attratto, non c'era da stupirsi che ora ero follemente innamorato di sua nipote. -《Effettivamente mi piace mangiare. Non dico mai di no ad un bel piatto di pasta o a un bel barbecue... Insomma mangio veramente di tutto, dal dolce al salato, dal fritto alla griglia. Spero che sua nipote non abbia ripensamenti.》Tippi scoppiò subito in una fragorosa risata, mentre la mia Dakota mi fissava con sguardo intenso e un accenno di sorrisetto sulle labbra carnose. La serata era stata davvero piacevole, avevo provato solo un leggero fastidio, procurato da parte della cameriera Karola, che notavo mi fissava con una certa insistenza, ma che io evitavo del tutto. Ero sempre stato abituato alle occhiate svenevoli che le donne mi lanciavano, (ora che per il mondo ero diventato Christian Grey poi, non ne parliamo e il film ancora non era uscito nelle sale) però adesso era diverso. La mia completa e più totale attenzione era rivolta unicamente alla mia donna: Dakota. E una cosa a cui tenevo tanto era che le si portasse rispetto. Visto che ero io ero unicamente suo, non condividevo che le altre donne desiderassero ciò che non era e mai sarebbe stato loro. Il possesso nei confronti di Dakota era talmente forte, da rispecchiarlo anche su me stesso per lei. Volevo essere per lei: solo suo. Io già lo ero. Così quando quella stupida mi fissava ogni tanto che portava o toglieva dal tavolo, io non la guardavo neanche, perso com'ero dalla mia Dakota. Le stringevo la mano poggiata sul tavolo, qualche volta le baciavo il palmo, le facevo qualche carezza sul viso, le scostavo con delicatezza e amore i soffici capelli. Non lo facevo apposta, ma con voglia e gioia, facendo sorridere sua nonna, arrossire lei in maniera adorabile e intendere a Karola che io amavo follemente Dakota e che le ero molto fedele.
Soprattutto speravo che Dakota non se non fosse accorta, non volevo che si preoccupasse di niente, di fatti le mie attenzioni erano più per far capire al mio amore che nessuna donna aveva il potere di distogliere i miei occhi e il mio cuore da lei. -《Piaci molto a mia nonna sai.》Mi disse d'un tratto quando salimmo in camera da letto e ci stavamo spogliando. -《Okay, mi fa piacere. Specie se il suo parere è molto importante per te. - Lei mi sorrise dolcemente. - Ma la cosa più importante è che piaccia ancora a te.》Dakota si avvicinò in modo suadente, con solo la sua culottes di pizzo blu e una canottierina di seta blu notte dalle bredelline sottili. Era troppo sexy, subito sentì l'uccello tirarmi e i testicoli formicolarmi di piacere, volevo entrarle e perdermi dentro di lei. -《Dopo oggi hai ancora qualche dubbio?》Chiese con voce roca, tirandomi dolcemente i capelli. Mi sentii prendere fuoco. Sapevo cosa significava la tiratina di capelli e mi sentivo già pronto per il prossimo round. -《Nessun dubbio, piccolina.》Le risposi aggrottando la fronte, (visto che mi aveva confessato che la eccitava) e facendomi più profondo nel tono di voce. Le strizzai subito il sedere sodo, portandola a strusciarsi sulla mia erezione ormai pulsante e fuori controllo. Ero in boxer e camicia, così abbandonando la presa sul suo sedere, mi srotolai le maniche, sbottonai i polsini e me la tolsi dalla testa. Lei subito mi baciò con delicatezza i segni che mi marchiavano il torace e io le accarezzai i capelli. Era davvero strano: iniziavo che volevo fotterla per bene e poi bastava un suo semplice gesto per desiderare ardentemente fare l'amore con lei. Mi scatenava delle voglie contrastanti dentro, da rendermi pazzo dal desiderio di lei. -《Mi dispiace di averti procurato dolore e lasciato dei graffi.》Disse piano, con lo sguardo più dolce del mondo. Cristo! Cosa le avrei fatto!

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