Jamie 48

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Mio padre rideva a quel teatrino iscenato dai suoi figli. -《È la verità Liesa. Se non conti pure che ho un figlio maschio.》-《E questo che c'entra Jess?》Le chiesi seccato. -《Io non sono un bambino, sono un uomo adulto.》-《È lo stesso. Mica ce l'hai d'oro. E comunque non è così che si comportano gli uomini. Solo perché una donna ti molla, tu impazzisci e tenti di ammazzarti?! Fregandotene di noi.》La guardai in cagnesco per la prima volta in tutta la mia vita, mi sollevai a metà letto, sentendo un lieve giramento di testa. -《Stai attenta Jess! - Iniziai con tono minaccioso, lasciando tutti e tre disorientati, più di tutti mia sorella Jessica. Io e lei eravamo veramente molto uniti. Non le avevo mai parlato così e lei subito subì il brusco impatto, lasciandola traumatizzata. - Dakota non è "Solo una donna." È la mia donna! La donna che amo sopra ogni cosa! Non è Amelia, la quale tu puoi sputare veleno come ti pare. Mettitelo bene in testa la prossima volta che ti viene da parlare senza riflettere. Quindi modera subito il linguaggio o noi due abbiamo chiuso.》Ci fu un silenzio carico di tensione. Il volto di Liesa non era così sconvolto, ma piuttosto consapevole. Sapevo di averla ferita gravemente, ma era necessario. Dakota era davvero molto importante per me. Più del mio rapporto con lei o con chiunque altro. Tenevo ancora stretto il vasetto di crema tra le mie mani e avrei ucciso chiunque me lo avesse portato via. -《Ho sete.》Dissi, interrompendo quel silenzio. Jessica con gli occhi lucidi, prese dal tavolino un bicchiere di carta e aprì una bottiglia d'acqua, che non avevo notato. Notai però che le sue mani tremavano. Mi sentii davvero uno stronzo. Ma davvero dovevo chiarire questa cosa con lei, o davvero il nostro rapporto sarebbe finito. Mi porse il bicchiere senza dire niente e io lo presi con la mano libera, l'altra ancora stretta al vasetto. Lei mi riempì altri tre bicchieri d'acqua e io mi sentii rinascere. Infine arrivò il dottore con l'infermiera che poteva avere si e no una cinquantina d'anni. Fortuna che non era una ragazza, o avrei strozzato qualcuno. L'unica ragazza che mi poteva toccare l'uccello, era Dakota. Lei aveva l'esclusiva. Parlammo con il dottore, che mi visitò, accertandosi che tutti i parametri erano a posto e mi disse di non scherzare più con la mia asma, perché avevo rischiato veramente grosso. Fortunatamente il panico mi aveva fatto svenire ancora prima che avvenisse il peggio, salvandomi la vita. Mi avrebbero tenuto solo un altro giorno, per accertarsi che tutto era a posto e poi sarei potuto uscire. Ricevetti anche un lieve rimprovero dall'infermiera, per essermi tolto il catetere, e quasi voleva controllare se tutto era a posto, ma io non le diedi spago, e le feci chiaramente capire che non era una cosa che mi andava a genio. Quando restammo di nuovo soli, venne il momento di mettere in chiaro alcuni concetti. -《Liesa, come ti sei permessa ad andare da Dakota?》Lei strabuzzò gli occhi, mio padre seduto in un angolo si grattava la testa, capendo che ne avevo un pò per tutti e che ero più deciso che mai a far capire l'importanza e il valore dei miei sentimenti per Dakota. Jessica era ancora turbata. -《I-Io, io...》Balbettò Liesa. -《Ho sentito parti delle vostre conversazioni, mentre ero in coma. E questo da parte tua proprio non me lo sarei mai aspettato!》-《Jamie, io volev...》 -《Non m'importa cosa volevi fare! - La interruppi brusco. - Io non mi sono mai immischiato nelle vostre vite! Vi voglio bene, ma dovete rispettare le mie scelte!》-《Hai ragione.》Esclamò mio padre, con il volto serio. -《Scusa.》Mormorò Liesa mortificata. Io la guardai con indulgenza, poi mi voltai alla mia destra. Seduta silenziosa al mio capezzale, Jessica, gli occhi grigi lucidi e tristi. -《Cos'è il gatto ti ha mangiato la lingua?》Le chiesi ironico e facendole un sorrisetto di traverso. Subito le brillarono gli occhi e un sorriso le si allargò sul viso. Si tuffò di nuovo a stringermi il collo, quasi strozzandomi e piangendo di nuovo. Io la strinsi dandole qualche bacio sulla guancia. -《Oh Jamie, sei uno stupido.》-《Grazie.》Le risposi sorridendo e facendo sorridere anche mio padre e Liesa. Non erano abituati a vederci litigare, eravamo sempre stati pappa e ciccia. Quando lei si staccò, la guardai serio.《Jess, ti voglio un bene dell'anima e tu lo sai. Ma prima non scherzavo. Ero serio. Io amo moltissimo Dakota, voglio portarla nella mia vita. Voglio farle conoscere voi, i miei cognati e quelle pesti dei miei nipoti... e voglio che si trovi bene. Voglio che tu le renda la vita facile, perché per lei è già difficile. Ma soprattutto spero che andiate d'accordo e che le vorrai bene come ad un'altra sorella, perché ci tengo tantissimo. Lei è troppo importante per me. Mi fa stare bene. Mi fa sentire vivo per la prima volta. Ho bisogno di lei. Quindi non c'è bisogno che continui vero?》Jessica era commossa, come pure mio padre e Liesa. -《No, Jamie. Non è necessario che tu dica altro. Già il fatto che ti fa stare bene e sentire vivo, ha già tutto il mio rispetto. E poi da come ne ha parlato Liesa, ho già capito che è una gran brava ragazza.》Mi voltai subito al mio lato sinistro a guardare Liesa. -《Allora l'hai chiamata?》Esclamai ansioso. -《Si. Ma purtroppo mi risponde sempre la segreteria. - Rispose dispiaciuta. - Non è che ha cambiato numero?》Sbuffai sull'orlo di una crisi di nervi, chiudendo gli occhi e passandomi una mano tra i capelli, tirandomeli. -《Non è che per caso hai sbagliato il contatto, vero?》Le chiesi tristemente, perché era impossibile che lo avesse sbagliato. Liesa mi fece una smorfia benevola. -《C'è solo un contatto registrato sotto: "Piccolina mia." E presumo che non sia Amelia, visto che lei è registrata come "Millie." E visto che tua figlia è troppo piccolina per poter anche solo dire papà... Suppongo che sia lei, la tua "Piccolina".》Sentii Jessica trattenersi dal ridere e io subito mi voltai fulminandola. Lei si portò le labbra sottili verso l'interno, facendo l'innocentina. Del resto non mi avevano mai sentito dire sdolcinatezze con Amelia, nonostante sapessero quanto fossi romantico. Per loro era una novità quel vezzeggiativo. Anche mio padre rise e a quel punto Jessica esplose, come pure Liesa. -《È così divertente?》Chiesi un pò seccato, mi sentivo a disagio. -《No. È solo tenero. Si vede proprio che la ami parecchio.》Disse allegra Jessica. -《Jessica, non mettere a disagio tuo fratello.》Disse mio padre ridendo. Facendo sorridere appena anche me. -《Dov'è Samina?》Gli chiesi, non vedendola al suo fianco. -《In albergo con Amelia e la bambina.》-《A proposito di chiamate...》Iniziò mormorando Liesa. -《Ah, già...》Mio padre stava per dirmi qualcosa, quando la porta si aprì ed entrò Amelia. Portava dei leggings neri, un maglione largo e i capelli raccolti a coda di cavallo. -《Che ci fai qui?》Esclamai nervoso, respirando pesantemente. -《Sono ancora tua moglie Jamie, nonostante tu mi abbia abbandonato come un pacco postale.》Mi risponde seccata anche lei. Aveva le borse sotto agli occhi e non era neanche truccata. I miei fecero per andarsene, ma io li bloccai con un segno della mano. -《Amelia, te lo dico davanti alla mia famiglia. Voglio che tu esca definitivamente dalla mia vita. Ti ho restituito la fede, non sono più tuo marito. Non hai alcun diritto su di me, e non mi riferisco alla legge, ma alla mia persona. Vorrei che te ne andassi ora. I nostri avvocati si metteranno d'accordo sul da farsi.》Lei mi guardava accigliata, mentre mio padre e Liesa erano imbarazzati, Jessica la fissava con aria di sfida. -《Come vuoi.》Esclamò infine, in modo arcigno e voltandosi. -《Ah!Amelia... ancora una cosa... - aggiunsi in tono beffardo, ricordando cosa aveva detto a mia sorella, mentre ero in coma. Lei mi fissava con attenzione. - Neanche il padre eterno potrebbe tenermi "legato a te." Figuriamoci una bambina.》Lei socchiuse gli occhi con rabbia e subito uscì fuori sbattendo la porta dietro di sè. Jessica fece un sorriso complice. -《Finalmente! Era ora. Non la sopportavo più quell'arpia.》Disse di getto. Io le sorrisi scuotendo la testa. -《Datemi l'iPhone.》Subito Liesa frugò nella sua borsa e porgendomelo. Io presi subito il contatto della mia piccolina e iniziai a telefonare. Ma come mi aveva accennato mia sorella, partì subito la segreteria. Doveva ormai essere arrivata a casa da un pezzo. E se davvero avesse cambiato numero per non farsi rintracciare? Cristo Santo!Non volevo pensarci. Riprovai ancora altre due volte, poi capii che probabilmente doveva essere andata per forza così, non c'era altra spiegazione. Sapeva che l'avrei cercata. Sapeva quanto l'amavo e quanto ero possessivo. Decisi che avrei provato ancora, fino a domani. Se avrebbe continuato ancora ad attaccare la segreteria, non c'era più alcun dubbio. Sbuffai impotente, vedendo gli sguardi in difficoltà dei miei familiari. -《Che cosa hai intenzione di fare ora?》Mi chiese cauta Liesa. Io la fissai serio. -《Tramite agenzia riuscirò a rintracciarla. Dopotutto abbiamo firmato un contratto blindato su una trilogia, e quindi non può scomparire nel nulla. - Ero molto risoluto e deciso, come mai prima d'ora e anche loro se ne resero conto, stupiti. - La cercherò. La troverò. A costo di setacciare tutta New York. E la farò mia!》

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