Prologo

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Ho sentito il rumore dei suoi passi.
Sulla spiaggia di Ostia, vicino agli scogli.
Impetuosi, come lei. Laura non si sottoponeva mai alle convenzioni.
E questo fino alla fine.
Ha sfruttato le sue energie al massimo, ha lottato con tutte le sue forze, e anche se la vita non le è stata sempre favorevole, era riuscita a trovare un suo equilibrio.
O almeno così sembrava.
Io l'ho sempre presa a modello.
A modo mio, ho lottato contro tutto e tutti anch'io.
Altrimenti non starei qui a scrivere questa storia.
Ma adesso basta con le mie congetture, anche se sarà impossibile che non si faranno sentire.
Era impossibile anche non sentire Laura: la sua presenza gravava su di noi, c'era sempre stata, e anche se qualche volta aveva agito per i suoi scopi - chi è che non lo fa a questo mondo? - lo faceva solo per far capire che era viva, che esisteva.
Era in lei il fuoco dirompente di una personalità in formazione. Come me, come Antonio.
Ha dovuto tirare fuori le unghie, sempre, per affrontare le interperie più insidiose e i nemici poi crudeli, che spesso si nascondevano in famiglia.
Io non sono una combattente, un'amazzone, una guerriera, non pretendo di copiarla alla perfezione, io svolgo solo il mio compito, che è quello di riportare le impressione, i sentimenti, la vita di mia sorella Laura.

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora