Capitolo 22

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Dopo la notte di Capodanno Italo si mise letteralmente alle costole di mia sorella: quest'ultima non poteva fare un passo in giro per il Quartiere che lui spuntava da ogni angolo a recitare la solita commedia.
《Laura, io non faccio che pensare a te》le disse un giorno mentre erano in cortile.
《Io no, quindi?》rimbeccò lei.
《E dai, perché non lo capisci che noi due ci apparteniamo?》fece Bianchi.
《E su cosa si basano queste tue affermazioni?》replicò mia sorella.
《Ma non hai visto come eravamo affiatati la sera di Capodanno?》ribattè l'uno.
《E tu scambi due balli per il grande amore?》lo sbeffeggiò l'altra.
《Laura, io sto facendo bei soldi, posso renderti la ragazza più felice del Quartiere!》insistette il primo.
《Ah si?》lo sfidò la seconda avvicinandosi. 《Io mi faccio monaca piuttosto che mettermi con te!》aggiunse poi.
Detto ciò gli voltò le spalle, facendo per andarsene, ma lui le lanciò un avvertimento.
《Guarda che se è per Manuel, sappi che lui non muoverà un dito perché sa che quello interessato a te sono io!》gridò.
《Lo vedremo!》esclamò Laura rientrando in casa.

                                  ***

《Non lo sopporto più!》si lamentò con Antonio, mentre traducevano una versione dal greco all'italiano.
《Quante volte ti ha fatto gli appostamenti da Capodanno?》chiese lui.
《Questa è la quinta! Io non ce la faccio più!》continuò lei.
《Tu glielo hai detto che non ti interessa, perché dovrebbe insistere?》replicò l'uno.
《Perché lui non è ragionevole come te, non smetterà finché non cederò, e quel che è peggio è che mio padre si schiererà dalla sua parte...》ribattè l'altra.
《Dobbiamo andarcene via, Laura. Il nostro futuro non è nel Quartiere come le nostre famiglie. Dobbiamo continuare a studiare e cercare di rifarci una vita lontano da questo posto》le fece presente il primo.
《Magari fosse così semplice, Antonio. Ma io sono sempre meno convinta che questa sia la soluzione a tutti i nostri problemi. Adesso però finiamo questa versione, che per il rientro a scuola la Grandi ce la fa correggere in classe...》tagliò corto la seconda.

                                 ***

Laura aveva azzeccato benissimo le intenzioni di Italo: in breve tempo cominciò a piazzarsi in casa nostra, diventando ospite fisso.
Nostro padre era contentissimo di questo: era dall'estate del 1994 che tentava di far mettere insieme mia sorella e quel ragazzo sbruffone che non si sa come lui apprezzava; era talmente euforico che aveva anche cominciato a trattare bene nostra madre, la quale non amava Italo, ma teneva quel pensiero per sé al fine di non essere di nuovo gonfiata di botte.
Il giovane spacciatore si presentava a pranzo o a cena due o tre volte alla settimana, e la domenica portava anche le paste provenienti direttamente da una pasticceria napoletana in centro.
Laura lo lasciava fare, ma una volta finite quelle commedie correva da Manuel, che però non sembrava essere molto d'iniziativa.
《Tu me la devi spiegare questa tua ritrosia》gli disse un giorno.
《Questa mia cosa?》chiese il secondogenito dei Baschetti.
《Sì insomma... Tu mi piaci, Manuel, e io piaccio a te, ma hai una paura di farti avanti che ti si porta via...》gli fece notare mia sorella.
《Ma che dici!》rise lui.
《Mi è venuto in mente quando Italo ha detto che tu non mi toccheresti nemmeno perché sai che io piaccio a lui》rispose lei.
《E a te Italo piace?》chiese l'uno.
《Per carità, no! Piace solo ai miei, infatti da quando s'è installato dentro casa nostra nemmeno litigano più... A me quello fa schifo!》replicò l'altra.
《Italo non è una brutta persona, semplicemente si crede il numero uno e non concepisce l'idea che per una volta è arrivato secondo》fece il primo.
《Con me, intendi?》domandò maliziosamente la seconda.
《Che brillante intuizione, sei la più brava, come sempre...》rispose Manuel avvicinandosi a lei, che lo prese per la nuca e lo baciò. Lui ricambiò con foga.
《E adesso cosa siamo? Fidanzati? Amanti clandestini?》domandò poi il ragazzo, una volta che si furono staccati.
《Che t'importa cosa siamo? Tu continua a baciarmi e basta!》intimò mia sorella, avvinghiandosi a lui.
Quello che i due non sapevano, era che da dietro un angolo Italo li stava osservando: il terremoto che mia sorella aveva scatenato l'estate scorsa era niente, la guerra cominciava in quel momento, e senza esclusione di colpi.

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora