Il 2005 fu un anno che portò grandi novità nelle vite di tutti noi: neanche a farlo apposta, sia io che mia sorella rimanemmo incinte, e partorimmo io un maschio, Maurizio, e lei una femmina, Luisa.
Tra le loro nascite e i rispettivi battesimi, tuttavia, ci fu la morte di papa Giovanni Paolo II la sera tardi del 2 aprile: il Morbo di Parkinson, che lo stava divorando da dieci anni, aveva avuto la meglio su quel pontefice che aveva salutato l'arrivo del Terzo Millennio; i suoi funerali si svolsero sei giorni dopo e a quel punto Laura e io decidemmo di aspettare per battezzare i nostri figli: forse era la Sede Vacante a non ispirarci molto.
Tuttavia il 19 dello stesso mese fu eletto il suo successore, Benedetto XVI, di origini tedesche: una settimana dopo provvedemmo quindi al battesimo dei bambini.
Se ci ripenso, la nostra scelta di allora mi sembra un po' bigotta, ma le nostre vite sono state talmente costellate di insicurezze che aspettare l'elezione del papa ci dava un senso di tranquillità.***
Nell'arco temporale tra la morte di un pontefice e l'elezione del suo successore, il Regno Unito si preparava per l'evento dell'anno, fissato per il 15 aprile: il matrimonio tra il principe Carlo Windsor e Camilla Parker Bowles, che per tanti anni era stata la sua amante. Il loro era il coronamento di un sogno d'amore ostacolato da interessi di Stato: il figlio della regina Elisabetta II, sebbene stesse con la donna praticamente da sempre, non l'aveva potuta sposare perché lei non era nobile e perché aveva un divorzio alle spalle e questo, per la corona inglese, era inammissibile anche se aveva dei precedenti con l'ex re Edoardo VIII e l'attrice americana Wallis Simpson, per amore della quale abdicò.
Ragione per cui gli avevano fatto sposare la più nobile Diana Spencer, con la quale aveva avuto due figli e un matrimonio che aveva reso infelici entrambi i coniugi.
Quel giorno il matrimonio di Carlo e Camilla andò in diretta in mondovisione e tutti gli abitanti del Quartiere rimasero incollati alla tv per commentare la cerimonia, per criticare questo o quell'abito, per fare pronostici sulla durata dell'unione.
Mia madre mi invitò ma me ne dissociai perché in quei momenti veniva a galla la natura della gente in mezzo a cui ero nata e cresciuta, a cui bastava "panem et circenses" nel senso letterale del termine. Anche mia sorella lo ribadì, ma aveva scelto di uniformarsi a quel nostro mediocre mondo di partenza e quindi le sue critiche non avevano più molta credibilità alle mie orecchie.***
Il 23 aprile nacque Youtube e rivoluzionò molti campi: la musica, l'informazione, la cultura e il modo di fare video in generale; la mia generazione è cresciuta con le videocamere, le macchine da presa e solo di recente dai cellulari multimediali in grado di girare filmati, ma tutto rimaneva comunque privato; con questa nuova piattaforma, invece, ogni minimo particolare finiva in rete, ogni cosa era tracciata, documentata, dichiarata ai quattro venti.
I miei figli e quelli di mia sorella, o quelli di Antonio che sono ancora più giovani di loro, essendo nativi digitali, hanno conosciuto subito una simile realtà, e forse le nostre ritrosie sono parse loro un po' obsolete, magari sintomo di diffidenza e chiusura mentale nei confronti del nuovo; ma posso affermare con sicurezza che non si trattava di questo, perché noi, a differenza dei nostri ragazzi, abbiamo conosciuto davvero un mondo nuovo, nato dalle ceneri della Guerra Fredda e sopravvissuto, tra alti e bassi, fino ad oggi.***
Ma il 2005 fu anche l'anno in cui Antonio e Giulia decisero di sposarsi.
Quando spedirono le partecipazioni del loro matrimonio a Villa Sciarra mi chiesi come l'avrebbe presa Laura: me la immaginavo a spaccare cose mentre nessuno la vedeva, o a farsi una grossa risata, una delle sue, sguaiate e senza filtri.
Invece mi raccontò che era venuto Antonio da lei, a dirglielo di persona.
《Sono venuto a farti un annuncio, prima che tu lo sappia da terze persone》aveva esordito.
《Fai veloce però che ho un sacco da fare...》gli rispose lei, che in quel momento stava lavorando ad una nuova ricetta.
《Mi sposo》fece allora lui.
A Laura per poco non scappò l'impasto dalle mani. Lo aveva fissato per qualche secondo, senza parlare.
《E quando?》domandò poi.
《Il 12 settembre》rispose il ragazzo.
Mia sorella esplose in una risata isterica che lasciò il giovane Leonardi molto perplesso.
《Cosa c'è da ridere?》chiese leggermente offeso.
《Ma no, niente. È che sto immaginando il ricevimento. Gli amici ricchi di Giulia e gli abitanti del Quartiere tutti insieme, nella stessa giornata. Proprio come le nozze di mia sorella con Dario, più che un matrimonio sembrerà un esperimento sociale!》replicò, assumendo un'aria divertita.
《Sarà anche un esperimento sociale, ma a noi non importa. Comunque volevo chiederti se mi facevi da testimone...》ribattè Antonio.
《Mi spiazzi, sai? Pensavo lo avresti chiesto a Claudio》osservò Laura.
《Claudio e Livia sono impegnati a contenere mia madre, che da quando sa che mi sposo con Giulia è al settimo cielo, non sembra neanche lei...》raccontò il ragazzo.
《Effettivamente è elettrica...》riflettè mia sorella.
《Mi tratta bene, dice che sono la sua più grande soddisfazione... E fino a ieri mi dava del fallito...》fece l'uno.
《Diventerai ricco. Qualsiasi genitore cambierebbe atteggiamento nei tuoi confronti. Ricordi quando mi misi con Giovanni? Mio padre non alzò più un dito su di me...》gli fece notare l'altra.
《Comunque non mi hai ancora risposto... Vuoi farmi da testimone?》domandò il primo.
《Con molto piacere》sorrise la seconda.
Mi stupii di quella risposta che lei gli aveva dato, quando me lo disse.
《Non mi aspettavo che gli avresti detto di sì senza obiettare》confessai.
《E come mai no?》chiese.
《Pensavo ti facesse strano. Insomma, il fatto che si sposi. È da quando vi conoscete che tutti immaginavamo di vedervi marito e moglie》ammisi.
《Stavolta sono io che non riesco a credere alle mie orecchie. Sei diventata una signora, e dai ancora retta alle chiacchiere dei casermoni?》rise lei.***
Ed esperimento sociale fu: infatti alle nozze la discrepanza tra le classi fu la stessa che si era creata al mio matrimonio.
Io e Dario appartenevamo alla parte ricca e altolocata degli invitati, per questo gli abitanti del Quartiere, ripuliti e pacchiani nei loro completi da festa, ci guardavano come se venissimo da un altro pianeta.
Laura era splendida come testimone di Antonio, talmente bella da offuscare la sposa e da dare il La a una serie di chiacchiere da entrambi gli schieramenti degli invitati sulla possibile natura del loro rapporto.
Per fortuna Giulia era talmente felice da non fare proprio caso alle signore che la guardavano e si sussurravano pettegolezzi all'orecchio, trattenendo a stento risatine.
Il buonumore di Laura durò fino al giorno in cui Antonio lasciò il Quartiere per trasferirsi in Prati con la neo moglie. Già quando me ne ero andata io era stato per lei uno shock; l'addio di Antonio fu pari ad un vero e proprio tradimento: l'idea di non incrociarlo più sull'uscio, di non chiacchierare più seduti al loro tavolo del bar, di non passare più insieme davanti alla loro vecchia scuola le dava un senso di vuoto che lei non voleva ammettere neanche a se stessa, ma che era incolmabile.
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La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]
Ficción GeneralQuesta è una storia che difficilmente può essere raccontata senza rifletterci sopra, una storia combattuta e sofferta, di menti eccelse, di luoghi problematici e d'amore. È la storia di Laura, del suo rapporto con Antonio, della sua voglia di cambi...