Quella del 1999 fu l'estate dei cambiamenti. Quelli radicali, da cui non si torna indietro.
In quei giorni Laura decise che non ce la faceva più a stare con Manuel: andando all'università la sua vita sarebbe cambiata, e il giovane Baschetti le ricordava l'immobilità e l'inesorabilità del Quartiere; per questo decise di troncare con lui, e andò di persona in carcere per dirglielo.
《Che cosa?!》sbraitò questi, quasi rovesciando il tavolo del parlatorio.
《Hai capito benissimo》replicò lei, senza battere ciglio.
《Ma perché?》domandò lui, disperato.
《Manuel, io ti ho amato più di ogni altra cosa al mondo, e sono convinta della tua innocenza. Ma non possiamo avere un futuro, non così. Io voglio vivere, e questo invece mi sembra non morire》rispose mia sorella con un groppo in gola.
《E allora se sei convinta della mia innocenza stammi vicino, almeno tu! Per la mamma e i miei fratelli sono senza speranza, ma almeno tu rimani, quando sarò uscito di galera... Italo e Francesco mi procureranno un avvocato e al processo me la caverò con uno sconto di pena...》ribattè il ragazzo.
《Sappiamo tutti e due che non sarà così. Italo se n'è andato, Francesco pensa solo a prendersi il ruolo che era di Chicano e poi non si tratta di un arresto per spaccio, ma per omicidio. E in questi casi altro che avvocato! I poveracci come noi se li fanno tutti gli anni di carcere!》fece Laura trattenendo le lacrime. Non gli voleva raccontare favole.
《Io non mi arrendo! Ti aspetterò! E vedrai che prima o poi tornerai da me...》le gridò dietro Manuel, mentre mia sorella gli voltava le spalle, dato che era finito l'orario delle visite.
Quando fu fuori dalla struttura di Rebibbia, si voltò un'ultima volta e giurò a sé stessa che non sarebbe più tornata sui suoi passi.***
Raccontò tutto ad Antonio mentre si preparavano per la seconda prova scritta, che quell'anno sarebbe stata una versione di Latino.
《Hai fatto bene. Lo sai che non ho mai approvato la vostra storia》ammise lui.
《Non sarebbe durata per sempre, doveva aspettarselo. È vero, siamo cresciuti insieme, nello stesso ambiente, ma io voglio altro dalla vita, mentre lui pare rassegnato al mondo che l'ha prodotto》sbuffò lei.
《Laura?》domandò a un certo punto il giovane Leonardi.
《Sì?》fece mia sorella.
《Sei ancora sicura di scegliere Economia?》si volle sincerare l'uno.
《Perché questa domanda? Mi pare di aver già abbondantemente risposto e dato spiegazioni》disse l'altra.
《Ma perché non vuoi fare Lettere con me? Sei nata per le materie umanistiche, una volta lì macineresti esami uno dietro l'altro e avresti la media del trenta e lode!》le fece notare il primo.
《Lo sai che studiare Economia mi serve per il mio business. È l'unica maniera che ho per andarmene dal Quartiere, e posso fare abbastanza soldi da portare via di qui anche te, Valeria, Claudio, Sara, Enrico, Anna e Giovanni》replicò la seconda.
《Una volta pensavi che fosse l'istruzione l'unica maniera di andarsene di qui》le ricordò Antonio.
《Una volta dicevo tante cose. L'istruzione, da sola, non basta. Ci vogliono anche, e soprattutto, i soldi》concluse Laura.***
La fine della storia tra Laura e Manuel portò al capolinea anche quella tra me ed Enrico: essendo il fratello maggiore del Baschetti, non approvava assolutamente la scelta di mia sorella di abbandonarlo nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
Io ovviamente ero dalla parte di Laura e questo ci condusse a litigare praticamente ogni volta che ci vedevamo.
《Come ha potuto abbandonarlo?》fece lui.
《Ha deciso così perché non può stare tutta la vita aggrappata a un carcerato!》mi opposi io.
《Ma è innocente, e lei è stata la prima a dirlo! Perché lo ha piantato così, dall'oggi al domani?》ribattè.
《Perché Laura è uno spirito libero, vuole vivere un'altra vita, e Manuel le ricorda costantemente da dove viene e questo lei non può sopportarlo...》replicai.
《Sembra quasi che le dica tua sorella, queste cose, ma che le pensi anche tu...》rimbeccò.
《Ma che cazzo dici?》mi infuriai.
Aveva ragione, in un certo senso. Tutto quello che Laura aveva avuto il coraggio di dire a Manuel coincideva con tutto quello che io, se avessi avuto più coraggio, avrei voluto dire a Enrico: che non ce la facevo più, che quell'emozione che provavo da bambina nell'incontrarlo si era indebolita nel tempo fino a scomparire, che avevo quasi diciassette anni, lui era alle soglie dei venti e non parlavamo più la stessa lingua. Il mio tradimento con Claudio era stato solo la punta dell'iceberg.
《Dico quello che vedo. Che non è più la stessa cosa, tra noi. Che la distanza è incolmabile. Che tu non sarai mai felice qui, nel Quartiere, accanto a me. Tu sei una principessa nata nel posto sbagliato, Vale. E io non posso essere alla tua altezza》ammise.
Quanta saggezza, nei suoi diciannove anni e dieci mesi. Quanto coraggio nell'ammettere i propri limiti.
A ripensarci oggi lo ammiro, l'Enrico di quella seconda metà di giugno del 1999: sapeva bene fin dove poteva arrivare e a che punto fermarsi; io invece, camuffata sotto uno spesso strato di falsa modestia, mi credevo invincibile.
《Mi stai chiedendo di finirla qui?》chiesi.
《Me lo stai chiedendo tu. Io ne sto solo prendendo atto》mi rispose.
I giorni successivi li passai a piangere: Enrico e io eravamo stati insieme per due anni e mezzo, ormai mi ero affezionata a lui.
Laura fece di tutto per consolarmi, io le feci una di quelle domande che non le piacevano, a cui rispondeva mentendo.
《Sei sicura che anche tu non ci stai un po' male, per la rottura con Manuel?》le chiesi.
《Assolutamente no. Sarei stata peggio se avessi continuato a starci insieme》affermò.***
E invece sì che ci stava male. Ci stava veramente di merda, anche se non lo dava a vedere.
D'altra parte non aveva il tempo per soffrire, non con le prove di maturità che si susseguivano, e alle quali, ovviamente, otteneva come sempre risultati eccellenti: infatti ebbe il massimo del punteggio al tema, alla versione di latino e alla terza prova.
Anche Antonio ottenne gli stessi punteggi, ma con il doppio delle ore sui libri rispetto a mia sorella.
Il giorno degli orali andammo tutti a sentirli, e fu in quell'occasione che rincontrai Flavio Delpino. Parlammo di molte cose che ci erano accadute, e cominciammo ad uscire insieme. Mi fece piacere. Volevo dimenticarmi di Enrico, anche se sarebbe stato difficile, abitando nello stesso condominio.
Ai quadri sia Laura che Antonio uscirono con 100/100; un altro capitolo della loro vita si chiudeva, uno tutto nuovo si apriva.
Poterono finalmente pensare ad iscriversi all'università La Sapienza.
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La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]
General FictionQuesta è una storia che difficilmente può essere raccontata senza rifletterci sopra, una storia combattuta e sofferta, di menti eccelse, di luoghi problematici e d'amore. È la storia di Laura, del suo rapporto con Antonio, della sua voglia di cambi...