Capitolo 39

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Per quanto non fossi granché triste per la fine della storia con Flavio, nemmeno mi sforzai di dimostrare una parvenza di umanità cercando di soffrire almeno un po', perché non ne ebbi il tempo: i problemi di Laura mi coinvolsero a tal punto che che mi dimenticai di simile proposito.
Alla fine ciò che temeva di più era successo: Davide le aveva chiesto di fargli visitare il Quartiere, e lei non voleva; se ne vergognava, sosteneva che, rendendosi conto di che razza di posto fosse, non l'avrebbe voluta vedere mai più.
Io cercavo di farla ragionare.
《E dai, Laura, ti stai preoccupando per nulla! Davide è intelligente, non ti disprezzerà solo perché sei di qui!》insistetti.
《Lo so, è questo il punto: dice che è incuriosito dal Quartiere, che ci trova un nonsochè di romantico... Infatti non si sa proprio che, visto che di romantico non c'è niente!》ribattè.
《Che ti devo dire... Avrà uno spirito bohemienne!》replicai.
《Sì vabbè, bohemienne... La verità è che Davide è ricco, pensa che le periferie brutte siano radical chic... Certe volte ha proprio la puzza sotto al naso...》rispose.
Si sbagliava, eccome se si sbagliava. Davide non aveva affatto la puzza sotto al naso, era solo molto paziente. Eravamo tutti molto pazienti con lei. Aveva un carattere impossibile.

                                  ***

Dove non arrivavo io, ci provava Antonio.
Erano quasi alla fine della sessione invernale, dovevano dare gli ultimi esami: lui veniva quando finiva di studiare, lei aveva chiuso i libri già da un pezzo e cominciato a sfornare le sue creazioni culinarie.
《Non deve mettere piede nel Quartiere!》si opponeva. Ormai sapeva il motivo per cui l'amico veniva a trovarla, non c'era nemmeno bisogno che lo spiegasse più.
《Ma proprio non vuoi farlo un piccolo sforzo?》tentava allora quest'ultimo.
《Ma hai visto da dove viene? Qui gli farebbe schifo al cazzo. Io gli farei schifo al cazzo...》rispose lei l'ennesima volta che Antonio venne a perorare la causa di Davide.
《Sei soltanto prevenuta... Davide ti adora, non smetterà di amarti solo perché vieni dal Quartiere!》replicò Davide.
《Che palle, mi sembra di stare a sentire mia sorella. Dite le stesse cose allo stesso modo, dovreste mettervi insieme!》lo prese in giro l'una. Diceva la stessa cosa anche a me riguardo Antonio. Io la lasciavo dire.
《E dai, non cominciare a fare la cogliona per sviare il discorso... Prima o poi dovrai presentarlo alla tua famiglia...》le ricordò l'altro.
《Capirai che bella presentazione... Sempre che mio padre lo faccia arrivare vivo dentro casa, che non lo faccia secco sulla porta...》fece la seconda in tono sarcastico.
《Si vabbè, addirittura...》ribattè il giovane Leonardi.
《Come se anche tu non conoscessi mio padre... Voleva farmi sposare Italo, ricordi?》sottolineò mia sorella.
《È una storia vecchia, Italo è chissà dove dall'altra parte del mondo, Davide invece è qui, e fa molto di più che amarti... Ti sopporta!》sbottò Antonio.
《Ah, grazie eh...》fece Laura stizzita.
《E dai, non ti offendere... Lo dico per te. Non eri tu che te ne volevi andare dal Quartiere? Quale migliore occasione di uno che abita in Prati?》le fece notare lui.
《Sembra quasi che tu ti voglia liberare di me...》rimbeccò lei.
Il ragazzo rimase senza parole.
《Lo vedi? È impossibile parlare con te!》si lamentò.
《Se sei venuto per rompere le palle te ne puoi anche andare, che ho da fare!》replicò allora mia sorella.
Poi però posò la teglia con i biscotti di ribes e salsa verde, chiuse gli occhi e tirò un grosso sospiro.
《Ehi... Tutto ok?》domandò l'uno, premuroso, avvicinandosi e circondandole le spalle con un braccio.
《Sì... Scusa, non volevo prendermela con te... È che non voglio perderlo, Davide. Se venisse qui sarebbe un casino》rispose l'altro.
《Vedrai che andrà tutto bene. Ne sono sicuro》le sorrise il giovane Leonardi, accarezzandole i capelli.
Laura sorrise di rimando e pensò che magari, ogni tanto, aveva ragione lui.

                                 ***

E così quella domenica stessa Davide sedeva al nostro tavolo, davanti all'abbondante pranzo che Laura e la mamma avevano accuratamente preparato cercando di rispettare tutte le regole della cucina kosher seguite dal giovane Cohen.
《E così dopo la laurea affiancherai tuo padre in azienda?》gli chiese nostro padre.
《Oh sì, e pretende che riesca a conseguita col massimo dei voti!》rispose l'ospite.
《Anche Laura ha dei voti molto alti. Siamo veramente orgogliosi di lei》fece l'uno. Mia sorella e io ci scambiammo un'occhiata fugace: nostro padre non aveva mai dato molto credito al talento della sua primogenita.
《Sua figlia mi ha parlato del vostro business di dolci...》osservò l'altro, cambiando discorso dopo essersi accorto delle espressioni che Laura e io avevamo fatto dopo la frase di nostro padre.
《È una delle tante idee geniali di Laura. È una vera risorsa per la nostra attività...》specificò quest'ultimo.
《A proposito, gradisci un po' di torta al limone e cioccolato fatta dalla nostra Laura?》intervenne la mamma.
《Grazie, signora. Mi incuriosisce molto l'abbinamento tra gli ingredienti...》rispose Davide.
《L'abbiamo lanciata sul mercato qualche giorno fa, va a ruba...》raccontò mia sorella con orgoglio.
《E tu, Valeria, sei al penultimo anno di liceo classico, giusto?》domandò poi rivolgendosi a me.
《Già, ho deciso di seguire le orme di mia sorella...》replicai.
《E hai già deciso cosa fare all'università?》chiese poi il ragazzo.
《In realtà ancora no...》ribattei con un po' di imbarazzo.
《Ma vedrai che qualcosa anche lei lo sceglierà, praticamente Valeria fa tutto ciò che fa Laura... Non mi stupirei se anche lei parlasse di università...》intervenne nostro padre. Mi sentii sminuita, mi aveva dipinta come l'ombra di mia sorella, per di più davanti a un ospite, ingrandendo la mia già importante dose di insicurezze.
Per fortuna arrivò mia madre con il dolce, e fummo tutti impegnati a mangiarlo e a lodarlo.

                                   ***

Davide si trattenne anche a dormire, e contrariamente a come immaginavo, i miei non batterono ciglio.
Abbracciati l'uno all'altra nel letto di mia sorella, quest'ultima e il giovane Cohen commentavano la giornata.
《Siamo proprio una manica di soggetti noi Martini, vero?》esordì lei.
《Ma no, che dici?》ribattè lui.
《Mio padre non è mai stato fiero di me, ha sempre detto che ero un'indemoniata solo perché volevo farmi una cultura, è dal 1991 che ne faccio le spese...》rispose l'una, mostrandogli i segni delle cinghiate che nostro padre le aveva inferto sul pianerottolo, alle soglie dell'esame di quinta elementare.
《Eppure non sembra un violento...》osservò l'altro stupito.
《Questo perché non lo conosci. Tutte lo abbiamo imparato: la mamma, Valeria e io. Solo che dovevamo indossare il nostro abito migliore perché c'eri tu, e quindi abbiamo fatto la famiglia del Mulino Bianco》spiegò la prima.
《Mi dispiace che tu abbia sofferto così tanto. Ma sono anche contento che tu ti sia confidata con me. È importante, significa che ti fidi...》la rassicurò il secondo, stringendola forte e dandole un bacio sulla testa.

                                   ***

Se ne tornò a casa al mattino presto, salutandola che era nel dormiveglia.
Verso le sette Laura si alzò e andò in cucina, dove la mamma stava preparando la colazione.
《Sei già in piedi?》le domandò.
《Beh, oggi è lunedì. Ricomincia la settimana...》fece lei, china sui fornelli.
《Hai visto Davide mentre se ne andava?》chiese mia sorella.
《Oh sì. È molto educato. Si vede che è cresciuto in un certo ambiente, tutto l'opposto di qui...》rispose nostra madre. La sua voce era incerta. Laura capì che c'era qualcosa che non andava.
《Cosa stai cercando di dirmi?》fece a bruciapelo.
《Davide è il ragazzo ideale, ma tuo padre non ti permetterà mai di sposarlo. È troppo bello, troppo intelligente, troppo ricco, e soprattutto non è del Quartiere. Tuo padre ti farà la guerra, se varchi i confini del Quartiere》replicò l'una.
《Che cazzate. Sono tutte cazzate. Non sono una cosa nelle mani di papà, io. Posso fare quello che voglio》ribattè l'altra, ostentando sicurezza.
Ma la verità era che quelle parole l'avevano scorticata dentro come il calcare nei tubi della lavatrice, dando forma alla più profonda delle sue paure: quella che nostro padre la stesse sfruttando e che l'avrebbe fatto in eterno, soffocando tutti i suoi tentativi di ribellione.

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora