Capitolo 19

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L'estate passò e rientrammo in città.
La prima cosa che Laura fece fu citofonare ad Antonio per riappacificarsi con lui.
《Lo so che non ci siamo lasciati bene》esordì.
《No, non ci siamo lasciati bene》commentò il ragazzo.
《Vedi, è che la gente cresce e cambia, subentrano i sentimenti...》continuò mia sorella.
《E tu provi dei sentimenti per Manuel?》chiese il giovane Leonardi.
《Sì, credo di sì. A te mica dà fastidio, vero?》domandò l'una.
《No, certamente. Anche perché potrebbe capitare a me così come a te. Nel senso che anch'io potrei cominciare a provare dei sentimenti per qualche ragazza》rispose l'altro.
Lei si mise a ridere.
《Ahahah! Tu che t'innamori?》fece divertita.
《Ho detto qualcosa di così divertente?》ribattè lui, leggermente offeso.
《Sì, hai detto qualcosa di molto divertente!》replicò Laura, continuando a ridere.
Non era insensibilità, la sua: semplicemente non ce la faceva ad ammettere che Antonio avrebbe potuto vivere qualcosa che la escludesse dalla sua vita.
Ma durante quella quinta ginnasio che stava per cominciare, avrebbe dovuto farci i conti, con una simile eventualità.

                                 ***

Quando Antonio cominciò ad uscire con Irene, una delle "ancelle" di Laura, non lo fece per amore, ma per ripicca nei confronti di mia sorella, per dimostrarle che ormai frequentava un certo tipo di gente, mentre lei si trastullava ancora con delinquenti e spacciatori.
Sperava, almeno per una volta, di riuscire a superarla, di essere lui a guardarla dall'alto in basso, ma come al solito fu lei ad avere la meglio, screditando e smontando la ragazza ai suoi occhi; la chiamava "pellicola": troppo paziente, troppo accondiscendente, senza personalità.
L'idea che si facesse vedere in giro con una persona simile le dava sui nervi a tal punto che aveva spinto Fulvia, Clara, Agnese, Fabiana ed Elisa a rivolgerle il meno possibile la parola, fino ad isolarla.
Sperava che Irene, sentendosi sola, pensasse che fosse colpa di Antonio e lo lasciasse.

                                  ***

Ma la coppia sembrava non incrinarsi in alcun modo.
Per questo Laura divenne intrattabile, ancora più di quanto non lo fosse già.
Diceva ad ogni ora che le mancava l'aria, usciva spesso in balcone.
Antonio passava sempre meno tempo nel Quartiere: Irene era figlia d'insegnanti, era cresciuta a pane e cultura ed abitava abbastanza vicino al centro da non essere marchiata a fuoco come noi.
《Sei sicura di non essere gelosa?》le chiesi una sera, mentre eravamo in balcone.
《No che non lo sono》rispose sbrigativamente.
《E allora perché stai così male?》insistetti.
《Non sto male. Semplicemente mi fa schifo che stia con una pellicola come quella》replicò.
《Ma che ti ha fatto? È tua amica. E anche Antonio lo è. Dovresti essere contenta per loro》ribattei.
Ma lei non mi stava più ascoltando. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione, qualcosa che attirò anche la mia e che avrei preferito che mia sorella non vedesse: Antonio e Irene giravano mano nella mano per la piazza principale; l'aveva portata nel Quartiere e questo, Laura non lo poteva sopportare.

                                  ***

Sapevo, anzi temevo, che avesse qualcosa in mente.
C'era Ernesto, uno degli amici di Antonio, che era innamorato di Irene dal primo momento in cui l'aveva vista e ancora sperava che la ragazza, un giorno, si accorgesse di lui.
Laura fece in modo che quel giorno arrivasse in fretta: all'intervallo, quando tutti uscirono, prese un pezzo di carta e, imitando perfettamente la calligrafia di Irene, scrisse "Ti aspetto oggi alle 4 in corridoio" e lo mise sotto il banco di Ernesto; poi, riproducendo anche la calligrafia di Antonio, scrisse lo stesso messaggio su un altro pezzo di carta e lo mise sotto il banco di Irene.
Laura sapeva che nel pomeriggio Fulvia si aggirava per l'istituto alla ricercato di scoop da fotografare e poi scrivere sul giornalino della scuola.
Avrebbe avuto tra le mani una notizia coi controfiocchi, quella volta.

                                  ***

Irene si trattenne a scuola fino all'ora prestabilita, dopodiché si diresse in corridoio; solo che, invece dell'amato Antonio, si trovò davanti Ernesto. 
《Che cosa ci fai qui?》saltò su la giovane.
《Mi hai dato appuntamento tu...》sorrise maliziosamente il ragazzo.
《Io non ti ho dato alcun appuntamento!》sbottò lei.
《Adesso che fai, lanci il sasso e nascondi la mano?》fece lui attirandola a sé.
Nel frattempo Fulvia si aggirava per i corridoi con al collo l'inseparabile macchina fotografica Kodak. Fu attirata dalle voci dei due compagni di classe, che riconobbe immediatamente.
《Lasciami, Ernesto!》si divincolò l'una.
《E dai, non fare la timida...》insistette l'altro, prendendole il viso tra le mani e baciandola.
In quel momento esatto il flash di Fulvia li immortalò.

                                  ***

Il giorno seguente la foto era in prima pagina sul giornalino della scuola, accompagnata da un articolo con titolo a caratteri cubitali: "I POMERIGGI HARD DEGLI UNDER 18".
Dalle quarte ginnasio alle terze liceo la notizia fece il giro dell'istituto; nella classe degli interessati si chiesero tutti come due persone così tranquille come Irene ed Ernesto nascondessero degli animi così piccanti.
La povera ragazza fu costretta a non venire a scuola per una settimana, sperando che prima o poi tutti dimenticassero l'accaduto, soprattutto Antonio.
Ma quando tornò scoprì che Antonio non aveva dimenticato un bel niente; al contrario, era furioso con lei.
《Sei una puttana!》le gridò in faccia.
《Non è stata colpa mia, Ernesto mi è saltato addosso...》cercò di giustificarsi Irene.
《Sì vabbè, come no... Sai che c'è? Io non te lo volevo neanche dire, ma oggi sono sicuro che non ti turberà se ti dico che non me ne è mai fregato un cazzo di te!》continuò lui.
《Ma tutte le promesse... E il fatto che mi hai portata nel Quartiere...》obiettò lei.
《Per quanto mi riguarda potevo anche portarti dietro una fratta... Ma adesso hai ufficialmente trovato chi ti ci porterà volentieri!》ribattè Antonio, voltandole le spalle.

                                  ***

Laura lo vide arrivare che era una furia.
《Ma era il caso di incontrarla?》gli chiese.
《Eccome se lo era, finalmente ho capito che avevi ragione tu, che era una pellicola che nascondeva un'anima da zoccola!》sbottò il ragazzo.
《Tu non hai nulla da rimproverarti, dopotutto che ne potevi sapere? Da brava pellicola qual era, ti aveva avvolto per bene...》osservò mia sorella.
《Prenderò sempre fregature in amore...》si lamentò lui.
《Ma no, non devi dire così. L'amore non è mica un pony express, non arriva suonando al campanello...》lo consolò lei.
Non so con quale coraggio osasse dargli consigli dopo ciò che aveva fatto, ma sentiva di aver agito nel giusto; con quel gesto, Laura si vendicava di tante cose: dell'affronto subito da Antonio e dal fatto che di quell'affronto avesse fatto parte anche Irene, che considerava sua amica.




La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora