Capitolo 44

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Fu per questo motivo che Antonio cominciò a frequentare Giulia Serra.
Giulia era una sua collega all'università, era iscritta al suo stesso anno ma la conoscevo anch'io.
Era l'esatto opposto di Laura: bionda, un po' formosa, dagli occhi azzurri e proporzionati; ma soprattutto era dolce, di una dolcezza tale che al giovane Leonardi, abituato per anni ad essere bistrattato da mia sorella, pareva aliena.
Gliela fece conoscere durante un'uscita a quattro anche con Giovanni, ai tavoli di fuori del nostro bar.
《L'hai scelta proprio bene. È uguale a te. Vi siete proprio trovati!》affermò lei, quando furono da soli.
《Meno male... Temevo che fossi gelosa!》fece lui.
A quell'ultima parola si mise a ridere, in maniera talmente sguaiata da spiazzarlo: si aspettava, come minimo, una sfuriata, o una terribile vendetta come quella avvenuta ai tempi di Irene.
E invece stava accadendo l'opposto.
Laura rideva, la testa piegata all'indietro, gli occhi chiusi e la bocca allargata a dismisura.

                                  ***

A me però non la raccontava giusta: ero sicura che in fondo soffrisse terribilmente, perciò un pomeriggio mi feci forza e andai ad affrontarla.
Lei era alla scrivania, stava studiando per un esame. Gliene mancavano ormai pochi alla laurea.
《Sei gelosa, vero?》esordii.
《E di chi?》ribattè lei.
《Di Giulia, la ragazza di Antonio》risposi.
《No, ma di che... Ha trovato quella giusta, le ragazze del Quartiere gli sono sempre andate strette...》replicò. 《E adesso vattene che devo finire di studiare, che devo anche scegliere la materia di cui fare la tesi...》mi intimò poi.
Io cominciai lentamente a dileguarmi, ma dentro di me ero sicura che Laura stesse mentendo: il Codice Civile che mi lanciò dietro per mandarmi via più velocemente e che mi sbrigai a schivare ne fu la prova.

                                  ***

Nei giorni successivi Laura e Antonio cominciarono a farsi la guerra a colpi di felicità: la loro era praticamente una gara a chi fosse più "coppia del secolo" col rispettivo partner; vista da fuori, tutta questa felicità era solo una maniera di mascherare la rabbia e la gelosia reciproche, ma si sa che non basta un bel vestito se mancano la classe e l'adeguatezza.
Non è che un trucco pesante per nascondere le imperfezioni.
Le loro convinzioni erano fragili, ma decisero comunque di portarle avanti, e fu per questo che un giorno mia sorella spiazzò Giovanni.
《Sento che noi due insieme siamo invincibili!》esordì.
《Davvero lo pensi?》fece il giovane Santini.
《Ma certo che lo penso, solo che lo dobbiamo dimostrare al mondo...》replicò lei.
《E come?》chiese allora lui.
《Sposiamoci, Giovanni, e vedrai come lo dimostriamo a tutto il Quartiere!》lo incoraggiò mia sorella.
《Laura, io... Non so che dire, mi hai tolto le parole di bocca...》si stupì l'uno.
《Beh, non credo che servano molte parole...》sorrise l'altra, attirandola a sé e baciandolo con passione.
Se avesse avuto il tempo di rispondere, Giovanni avrebbe detto sì.

                                  ***

Quella sera Laura comunicò la sua decisione.
《Come, scusa?》per poco nostro padre non si strozzò con la cena.
《Avete capito benissimo. Giovanni e io abbiamo deciso di sposarci!》replicò lei.
《Siamo davvero felici per te, ma... la laurea?》chiese nostra madre.
《La mia laurea ci sarà a marzo del 2003. Noi abbiamo pensato di fissare le nozze per giugno》rispose Laura.
《Ma sei sicura?》domandai.
《Sono sicurissima, Vale》ribattè.
《Posso anche essere d'accordo, ma lui deve venire a casa nostra a chiedere la tua mano!》concesse nostro padre.
Ero sicura che nostra sorella, a quell'ordine così antico e bigotto che lui le aveva imposto, si sarebbe fatta due risate e lo avrebbe mandato a fanculo come minimo.
《Verrà, vedrai》disse invece.

                                  ***

Due giorni dopo Giovanni era da noi a cena. Era vestito elegante: se lo poteva permettere, visto che i Santini erano una delle famiglie più ricche del Quartiere.
Laura, vicina a lui, sorrideva, sfoggiando un abito bordeaux che le aveva regalato lui.
《Hai gradito la cena, caro?》domandò nostra madre all'ospite.
《Moltissimo, signora Maria》rispose gentilmente il ragazzo.
La mamma sorrise di rimando: non riceveva mai molti complimenti, anzi, non ne riceveva affatto.
《Avanti...》gli sussurrò all'orecchio mia sorella.
《Signor Rinaldo, ho accettato il suo invito a cena perché devo farle una richiesta molto importante. Io amo sua figlia, e lei ama me. Perciò abbiamo deciso di sposarci. Ma siccome sono una persona all'antica, non posso fare nulla senza venire prima da lei a chiedere la mano di sua figlia. Ebbene, è il motivo per cui sono qui stasera: signor Rinaldo, vorrei che mi concedesse la mano di sua figlia》esordì Giovanni.
《Mi fa piacere che tu tenga ancora a questi valori. D'altra parte la buonanima di tuo padre era un uomo di sani principi, ed è evidente che te li ha trasmessi. Laura non poteva capitare in mani migliori. Vi do la mia benedizione!》esclamò nostro padre.
I due fidanzati si baciarono, i nostri genitori batterono le mani; anche io applaudii, ma più per educazione che per vera contentezza.

                                   ***

《Non lo fare!》dissi poco più tardi, piombando in camera di Laura.
《Cosa?》fece lei.
《Non ti sposare... Non con Giovanni!》replicai.
《E perché mai? Cos'ha che non va?》mi chiese stupita.
《Non è quello giusto per te... È un bravo ragazzo, non lo metto in dubbio, ma è così scialbo, si vede che il suo fascino non durerà per sempre, né la sua personalità, a patto che ne abbia...》ribattei.
《Ma dai, Vale, che discorsi fai? Mica bisogna essere l'uno la fotocopia dell'altro... Ti aspettavi forse che mi sposassi con Antonio?》domandò.
Io non risposi, ma lei considerò il mio silenzio più eloquente di mille parole.
《Certo, come tutti, del resto. Ma tanto adesso Antonio sta con Giulia, probabilmente se la porterà appresso anche al matrimonio di Anna e Francesco》affermò.

                                  ***

E infatti il 12 novembre, data delle nozze di Francesco con Anna, tutti poterono constatare che Laura e Antonio, da sempre un tutt'uno, si erano divisi: lei era al fianco di Giovanni, a fare comunella con la famiglia dello sposo, come se già portasse il cognome Santini anche lei; lui con Giulia, a cercare con lo sguardo me e Dario per non sentirsi fuori posto: ma la verità era che mi sentivo fuori posto quanto Antonio, tra le risate sguaiate, gli stornelli volgari e i brindisi sempre meno lucidi in mezzo ai quali Laura, invece, sembrava essere perfettamente a proprio agio.
Al momento del lancio del bouquet, fu lei a prenderlo: sarebbe stata ufficialmente la prossima a sposarsi.

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora