Per fortuna riuscii a tenere la mente impegnata: il 2001 sarebbe stato l'anno della maturità, avrei dovuto sgobbare il doppio di quanto avevo sgobbato per gli esami di terza media; avrei dovuto faticare davvero, ma era necessario: non ero Laura, non avevo la capacità di capire tutto prima e meglio degli altri. Ero una persona normale con tempi d'apprendimento normali.
Ci sarebbero state le simulazioni delle prove scritte, e i controlli dei primi abbozzi di tesine, ai cui argomenti si doveva cominciare a pensare fin da subito.
E per di più in tutto ciò c'era anche Dario: mi ero trovata bene con lui, e mi auguravo che ci saremmo rivisti ancora.
Insomma avevo dei buoni motivi per non pensare ad Antonio, per cercare di parlargli il meno possibile ed evitare fraintendimenti e situazioni d'imbarazzo.
Ma la realtà dei fatti non giocò esattamente a favore dei miei propositi, e la causa di tutto fu senza dubbio mia sorella.***
Avrei dovuto immaginarlo che la situazione tra lei e Davide non fosse tutta rose e fiori, ma ero talmente contenta di vederla tornare a sorridere dopo la rottura con Manuel avvenuta qualche anno prima, che non immaginai quanto le parole dette da nostra madre la volta in cui lui dormì a casa nostra avessero intaccato quell'idillio.
Cominciarono a litigare. Davide aveva cominciato ad esprimere la sua opinione sul business delle ricette; ad interferire, secondo mia sorella.
《Ti dico che così non allargherai mai la tua fetta di mercato, anzi dovresti saperlo, visto che lo abbiamo studiato!》ribadiva lui.
《Appunto, queste cose le stai dicendo tu, ma ti ricordo che questa è la mia attività!》sottolineava lei.
《Io ti sto solo dando dei consigli, d'altra parte anche la mia famiglia ha un'attività, si da il caso. Perché non li accetti?》replicava l'uno.
《Perché questi consigli me li dai dall'alto della tua posizione di figlio di papà!》ribatteva l'altra.
Davide aveva ragione sul fatto che a Laura non si potessero dare consigli, perché o non li accettava, o ti faceva credere di sì ma poi agiva di testa sua.
Però, tutto sommato, le cose ogni volta rientravano e i due tornavano ad andare d'amore e d'accordo, almeno fino alla sfuriata successiva.
Un pomeriggio di primavera tuttavia la lite sul solito argomento si protrasse più a lungo: troppo, per noi che li ascoltavamo da dietro le finestre, mentre discutevano in cortile.
《Ma proprio non capisci l'opportunità che ti stai perdendo?》fece Davide.
《Quale opportunità, quella di esporre la mia idea come un trofeo? Magari prendertene addirittura i meriti?》rimbeccò Laura.
《Sei proprio meschina, a pensare queste cose》rispose lui.
《Perché, preferivi una pellicola che ti diceva sempre di sì?》gli rinfacciò lei.
《Preferivo qualcuno che mi ascoltasse... Io non ho alcuna intenzione di rubarti l'idea, Laura, ma voglio aiutarti ad esprimerla al meglio perché conosco i canali giusti...》sottolineò l'uno.
《E certo, il rampollo della Roma bene e le sue infinite conoscenze!》lo prese in giro l'altra.
《Mi pregherai in ginocchio di mettertici in contatto, con queste mie conoscenze! Le tue ricette sono roba raffinata, da ricchi, e qui, di ricchi, non ce ne sono》decretò l'altro, in tutta sincerità.
Ed era vero: di signori come ne conosceva lui, nel Quartiere, non ce n'era neanche l'ombra; per di più, con le conoscenze giuste mia sorella avrebbe potuto davvero svoltare; tuttavia lo considerava come qualcosa di blasfemo, una svendita della sua intuizione a poco prezzo.
《Allora tornatene dai tuoi signori, visto che qui non ce ne sono!》esclamò quindi, velenosa.
《Con immenso piacere!》si congedò Davide, piccato.***
Da parte mia, non potevo certo starmene con le mani in mano: Davide era un bravo ragazzo, nonché l'unica opportunità che Laura avrebbe avuto di vivere una vita migliore, fuori dal Quartiere; così andai di persona ad affrontarlo.
《Lo so che mia sorella è intrattabile e spigolosa, ma non è cattiva, e soprattutto ti ama!》ribadii.
《Vale, apprezzo le tue buone intenzioni, ma non ce la faccio a stare accanto a una persona che non mi ascolta!》replicò.
《Ma tu sei la sua ultima possibilità di non autodistruggersi!》insistetti.
《Laura è piena di risorse, se la caverà anche senza di me》ribattè.
《Quelle risorse gliele porteranno via una dopo l'altra》ammisi.
《Sei una brava ragazza, Vale. Certe volte non mi sembrate neanche sorelle》fece lui, accarezzandomi una guancia e sorridendo malinconico.
《Non c'è proprio più niente da fare?》chiesi sconsolata.
《Mi dispiace, davvero. Auguro a te e Dario di essere più fortunati di noi. Mi parla spesso di te, magari ti chiederà di uscire》rispose.
Davide aveva preso la sua decisione, ma non poteva immaginare i fondamenti della mia preoccupazione: lasciandosi con lui, mia sorella aveva inconsapevolmente ubbidito al volere di nostro padre, che l'avrebbe voluta nel Quartiere per tutta la vita.
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La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]
General FictionQuesta è una storia che difficilmente può essere raccontata senza rifletterci sopra, una storia combattuta e sofferta, di menti eccelse, di luoghi problematici e d'amore. È la storia di Laura, del suo rapporto con Antonio, della sua voglia di cambi...