Da quel giorno all'asilo Laura e Antonio divennero inseparabili.
O meglio, fu lui a non separarsi più da lei: dei due era la più sveglia e decisa, faceva tutto prima e meglio degli altri, era impossibile starle dietro.
Erano gli anni ottanta e noi eravamo troppo piccoli per farci caso: l'Italia era la quarta potenza mondiale, il benessere era diffuso, la Cortina di ferro e il Muro di Berlino dividevano il Blocco Est da quello Ovest; era il tempo dei paninari, delle spalle larghe e della videomusic.
Con questo clima festoso Laura e Antonio giunsero alle elementari, dove diventarono i primi della classe e cominciò a manifestarsi la differenza tra la costante dedizione di lui e il guizzo naturale di lei.
Mia sorella attirò anche lì l'attenzione della maestra, che si chiamava Anita De Sanctis e non aveva mai avuto a che fare, in tanti anni d'insegnamento, con un caso simile: almeno non nel Quartiere, dove era già tanto se i ragazzi riuscivano a prendere la licenza media senza mollare prima.
In classe con loro c'erano Manuel Baschetti, Giovanni Santini e Sara Di Stefano, la migliore amica di mia sorella; Enrico Baschetti e Italo Bianchi erano un anno avanti; per me e gli altri miei coetanei era ancora troppo presto.***
In quel 1986 accaddero due cose importanti.
La prima fu il passaggio della Cometa di Halley: le maestre dissero ai bambini che loro la conoscevano già come la Cometa di Natale.
Laura pensò che fossimo tutti ignoranti, e che dovevamo chiamarla col suo nome vero; poi, siccome voleva saperne di più, andò alla biblioteca della scuola, dove prese in prestito un libro di astronomia spiegato ai bambini: dai nostri genitori non avrebbe ricavato alcuna informazione, perché avevano altro a cui pensare che a stelle e pianeti.
Lesse che per guardare i corpi celesti serviva uno strumento specifico, il telescopio, ma nel Quartiere nessuno era così erudito da possederne uno, perciò si rassegnò all'idea di vedere la Cometa ad occhio nudo.
Così, la sera del 9 febbraio, tutti quanti ci radunammo sulle terrazze dei casermoni, come a Capodanno: solo che invece di sparare i fuochi d'artificio, avremmo ammirato uno spettacolo ancor più raro e suggestivo. La Cometa di Halley attraversò il cielo notturno illuminandolo con la sua coda scintillante. Sembrava una magia.
《Secondo te posso esprimere un desiderio?》fece Antonio a Laura.
《Guarda che è una cometa, non una stella cadente》rispose lei con tono da saputella.
《Io lo esprimo lo stesso》rispose lui chiudendo gli occhi e rimanendo in silenzio per qualche minuto.
Quale desiderio espresse, ancora oggi, non lo so, ma posso immaginarlo, e affermare con certezza che quella notte, la Cometa di Halley non lo ascoltò.***
La seconda cosa avvenne il giorno dopo: si trattava del maxiprocesso che i giudici palermitani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avevano indetto contro la mafia.
Orde di criminali che credevano di essere intoccabili si ritrovarono con le spalle al muro grazie alla testimonianza di pentiti che divennero collaboratori di giustizia.
Nel Quartiere si parlò a lungo di ciò: gli adulti giunsero alla conclusione che fosse una recita, che la mafia non l'avrebbero certo estirpata così.
All'epoca io avevo quattro anni e non capivo il concetto di criminalità, eppure ce lo avevo sotto gli occhi tutti i giorni: la mia famiglia, quella di Antonio e Claudio, e tutti gli altri avevano una parte di affari legale e un'altra illegale; ecco da dove veniva tutto lo scetticismo nei confronti del maxiprocesso.
Ma Falcone e Borsellino, dopo la "vacanza forzata" sull'isola dell'Asinara - dove erano stati mandati qualche mese prima con le famiglie per evitare di essere uccisi - erano tornati a Palermo belli carichi, e magari qualcosa in Sicilia sarebbe cambiato per davvero.
Nel Quartiere, invece, le cose non cambiavano mai.
Allora ero piccola per capirlo, ma oggi posso constatare senza alcun dubbio che la criminalità eravamo noi; era questo nostro restare fermi, immobili, attaccati a questo nostro microcosmo chiuso che ci aveva prodotto.
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La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]
General FictionQuesta è una storia che difficilmente può essere raccontata senza rifletterci sopra, una storia combattuta e sofferta, di menti eccelse, di luoghi problematici e d'amore. È la storia di Laura, del suo rapporto con Antonio, della sua voglia di cambi...