Capitolo 15

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Per quanto riguardava l'istruzione nel Quartiere, la terza media bastava e avanzava, il diploma tecnico era una rarità, quello di liceo vera e propria fantascienza.
Da quando Laura e Antonio si erano iscritti al liceo classico vennero guardati come alieni, quasi che arrivassero veramente da un altro pianeta.
Le lezioni cominciarono a metà settembre, alle nove del mattino - i primi anni entravano sempre un'ora più tardi.
La classe in cui capitarono contava trenta alunni: all'open day il preside aveva detto che in quarta ginnasio si arrivava in tanti e negli anni si faceva la selezione naturale tra chi raggiungeva la terza liceo senza l'esaurimento nervoso e chi dopo pochi mesi già pianificava la fuga verso un'altra scuola o un altro indirizzo.
Mia sorella e Antonio volevano accaparrarsi il primo banco centrale, ma qualcun altro era arrivato prima di loro e si accontentarono perciò della seconda fila.
C'era chi sembrava più secchione di loro, a quanto pareva.

                                  ***

La prima professoressa che conobbero quel giorno si chiamava Raffaella Grandi e insegnava latino e greco.
Aveva circa quarant'anni, aveva i capelli mossi color biondo cenere, gli occhi nocciola contornati da occhiali rettangolari e un viso regolare, senza niente di arcigno - di primo acchito non sembrava una carogna.
《Buongiorno, ragazzi. Sono la professoressa Raffaella Grandi e vi insegnerò latino e greco per i prossimi due anni, per poi darmi il cambio, quando arriverete al liceo, con la collega Emma Cristaldi》esordì.
《Buongiorno, professoressa Grandi》risposero tutti in coro.
《Dovreste aver fatto tutti latino alle medie. Certo, qui lo studierete in maniera più approfondita, ma alla lunga vi ci ritroverete. Il greco, invece, sarà una materia completamente nuova per voi, e come tale non sarà facile - è molto diverso dall'italiano e dal latino, nonostante sia la loro matrice, ma se vi impegnerete, scoprirete anche che è bello, anche se non subito》continuò.
Una mano si alzò: era quella di una ragazza che sedeva al primo banco, con i capelli rossi e ricci e gli occhi verdi.
《Sì?》fece la Grandi.
《Mi chiamo Fulvia Berardi. Volevo chiederle, ma faremo anche i filosofi?》domandò la ragazza.
《No, per quelli dovrete aspettare il liceo. Questa lezione, però, la impegneremo per conoscerci. Ora farò l'appello e voi a uno a uno mi direte il voto di diploma delle medie e da dove venite》decise la professoressa.
Risultò che Laura e Antonio fossero stati gli unici a diplomarsi con dieci e a provenire dal Quartiere, ma scoprirono anche che c'era gente più periferica di loro.

                                 ***

All'inizio tutti credettero che Laura e Antonio fossero fidanzati, e lei ci tenne subito a smentire la notizia: erano solo migliori amici e compagni di scuola fin dall'asilo.
Non tardò a fare amicizia, tanto che in pochi giorni si circondò di un vero e proprio corteo di ragazze - le ancelle, come le chiamavamo Antonio e io - che pendevano dalle sue labbra.
Fulvia, la prima che mia sorella ammise nel suo "seguito", era una tipa sveglia, curiosa e con una forte vocazione ad impicciarsi di tutto: sosteneva che nella vita avrebbe fatto la giornalista, la fotografa o entrambe le cose. Con i suoi ribelli riccioli rossi era impossibile non accorgersi di lei.
Poi veniva Clara Colliverdi, compagna di banco di Fulvia e appassionata di gossip e di poesie - due cose diversissime tra loro, ma così era. Aveva i capelli scuri acconciati in un ordinato caschetto, e gli occhi erano marroni e un po' sporgenti.
Agnese Salvi, che si contraddistingueva per la sua lunga chioma nera e curatissima come quelle delle donne polinesiane, era una perfezionista, sia negli studi che nell'aspetto fisico: si impegnava molto ma faceva anche attenzione a mantenere quel suo corpo esile e flessuoso sottoponendosi a diete abbastanza ferree.
Fabiana Onofrio aveva invece alcune ciocche blu petrolio e suonava la chitarra elettrica: alle medie era stata considerata strana e quindi cercava nel liceo il suo riscatto.
Elisa Massoni era una perenne insicura su tutto, dalle interrogazioni alle sue idee riguardo il futuro: voleva diventare un medico, ma Laura e le altre erano convinte che non sarebbe durata un giorno in corsia.
Infine c'era Irene Lanciani, di indole buona e comprensiva, sempre pronta ad ascoltare e consigliare gli amici.
Antonio divenne amico di Alessandro Rocca ed Ernesto Tucci, due ragazzi simpatici e dall'aria nerd, appassionati di manga e rievocazioni medievali.
A volte i due gruppi passavano del tempo insieme, altre volte stavano separati.
Per la prima volta in undici anni, Laura e Antonio sperimentarono cosa significasse fare "vita a sé".

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora