Capitolo 45

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Laura e Antonio si laurearono entrambi a marzo del 2003, l'uno di seguito all'altra, come d'altronde era sempre stato da quando si conoscevano.
Lei espose una tesi in Economia degli intermediari finanziari e la discusse alla Facoltà di Economia che si trovava in Via Castro Laurenziano; quella di lui invece era in Storia del cinema e la discussione avvenne alla Città Universitaria.
Mia sorella alla sua laurea indossava un delizioso abito blu, e Giovanni l'abbracciò e la baciò per tutto il tempo del rinfresco; accanto al giovane Leonardi invece, il giorno in cui si laureò, c'era Giulia.
Quel giorno stesso Laura notò tra gli invitati anche la professoressa Cristaldi, che invece il suo invito lo aveva accettato.
Quando si avvicinò per salutarla, lei fece finta di non sentirla.
《Mi ha snobbata...》disse infatti ad Antonio.
《La Cristaldi?》chiese il ragazzo.
《Sì... Lo so benissimo che mi ha riconosciuta, per questo mi ha snobbata di proposito...》fece lei, con una nota di dispiacere nella sua voce. 《Non fa niente, magari accetterà l'invito al mio matrimonio》aggiunse poi.
《Se vuoi glielo porto io. Magari è più ben disposta nei miei confronti...》propose lui.
《Grazie. A te forse ti ascolterà》rispose mia sorella.

                                  ***

Intanto i mesi passavano e Laura chiuse definitivamente i libri per dedicarsi ai preparativi del matrimonio; la laurea era stata incorniciata e appesa in soggiorno, il nuovo obiettivo era trovare un abito da sposa che le piacesse davvero.
Ma neanche quella sarebbe stata una cosa facile, visto che si sarebbero messe in mezzo anche le donne di casa Santini: la signora Amanda infatti ci aveva portate in uno degli atelier più grandi e costosi della città, ma per lei i soldi non erano un problema, e poi l'abito da sposa era il suo regalo per Laura.
Il giorno prefissato Laura, io, la mamma, Amanda e Giada ci presentammo all'indirizzo e la signora Gigliola Marra, proprietaria dell'atelier, ci accolse calorosamente.
《E così sei tu la sposa... Ma che bella che sei!》esclamò con talmente tanto entusiasmo che mia sorella, per la prima volta in vita sua, si sentì quasi in imbarazzo.
《Eh si, il mio Giovanni ha avuto proprio buon gusto!》concordò Amanda Santini, praticamente prevaricando Laura.
《Ma dai, entriamo...》rispose la signora Marra, conducendoci all'interno dell'atelier. Ci ritrovammo circondate da abiti da sposa di tutti i modelli e taglie: le collezioni si succedevano tra loro, attraversando tutta la scala cromatica del bianco dall'avana all'avorio al bianco perla; e soprattutto il locale era sempre rifornito, come se l'unico obiettivo di una donna fosse quello di sposarsi.
Ci accomodammo su dei divanetti di fronte ai camerini, mentre la signora Marra, seguita a ruota dalle sue assistenti, indicava a Laura i modelli migliori.
《Questo modello è della collezione 1995-1996. Avorio, con scollatura a V e spalle coperte, gonna in pizzo francese!》elencava. Mia sorella lo guardò per un po', poi scosse la testa.
《Questo invece è della collezione 2000-2001, taffettà bianco perla con maniche a sbuffo e scollatura sulla schiena》fece allora indicandole un altro vestito, ma lei non era convinta neanche stavolta.
La signora Marra fece un sospiro, poi si avvicinò a un altro modello che doveva essere arrivato da poco.
《Questo qui è l'ultima moda. Collezione 2002-2003, seta pura color avana con uno strato della gonna in tulle, mezze maniche con scollatura sul davanti》propose allora.
《Non mi piace neanche questo》rispose mia sorella dopo averlo guardato un attimo.
La signora Marra scambiò un'occhiata sconsolata con le assistenti e ne rivolse una a mo' di giustificazione alle Santini. Laura Martini non era affatto una cliente facile.
《Proprio non te ne piace nessuno, cara?》le domandò allora la sua futura suocera.
《Finora no》fece lei.
Non appena vidi l'irritazione sul volto della signora Amanda, la noia di Giada e la preoccupazione della mamma, decisi di prendere in mano la situazione.
《Perché non provi quello lì?》esordii indicando un modello che non doveva essere nuovissimo ma neanche datato, un bellissimo abito di pizzo e tulle, senza maniche, lo scollo a V e delle roselline bianche sulla gonna.
《Questo, cara? È della collezione 1998-1999》spiegò la Marra.
《Voglio provarlo!》decise mia sorella. Tutte tirammo un sospiro di sollievo: finalmente Laura aveva trovato qualcosa di suo gradimento.
《Benissimo, accomodati in camerino!》concluse soddisfatta la proprietaria dell'atelier.

                                  ***

Intanto Antonio aveva mantenuto fede all'impegno preso, e in quel momento stava suonando al citofono della professoressa Cristaldi.
《Chi è?》rispose la voce di lei.
《Sono Antonio Leonardi!》annunciò lui.
A sentire il suo nome la Cristaldi gli aprì.
Il ragazzo prese l'ascensore fino al secondo piano, e non appena fu arrivato suonò il campanello e la donna si affacciò alla porta e gli sorrise.
《Che piacere che sei venuto a trovarmi! Come stai?》domandò.
《Bene, grazie...》rispose lui, mentre la professoressa lo faceva entrare in casa.
《E come va con il dottorato? Hai fatto già domanda di ammissione?》chiese la donna.
《Veramente ancora no perché non ne sono ancora molto sicuro》ammise l'uno.
《E perché no? Hai la media del ventinove!》replicò l'altra.
《È che non ho avuto molto tempo, è un periodo così frenetico, e a proposito, sono venuto a darle queste...》ribattè il primo, consegnandole le partecipazioni del matrimonio di Laura e Giovanni.
《Ti sposi?》chiese la seconda, osservandole. Poi però lesse i nomi degli sposi e si rabbuiò.
《Non posso venire》rispose secca.
《Perché no?》domandò allora Antonio.
《Lo sai benissimo come la penso sulle sue scelte. Avrebbe dovuto essere con te a fare la domanda del dottorato di ricerca, e invece sta buttando la sua vita per il primo che passa...》replicò la Cristaldi.
《Ma Laura ci tiene così tanto che venga anche lei. Per tutti questi anni si è chiesta cosa le ha fatto di male da spingerla a non rivolgerle più la parola...》ribattè il giovane Leonardi.
《Tutta l'intelligenza che Laura aveva l'ha applicata in campi poco gratificanti, direi umilianti per un cervello come il suo. Ha rinunciato a vivere davvero, ma tu non devi essere come lei》rispose la professoressa.
《Che vuole dire?》fece il ragazzo.
《Che te ne devi andare dal Quartiere in cui sei nato e cresciuto. Stabilirti al centro. Fare il dottorato. Costruirti un avvenire tutto tuo migliore. Lascia perdere Laura, e pensa a te!》decretò, accompagnandolo alla porta.
Mentre guidava verso casa, si chiese come avrebbe reagito Laura.

                                  ***

Quando bussò alla nostra porta gli aprii io.
《Ehi!》esclamai.
《Laura è in casa?》domandò.
《Sì, sta provando l'abito da sposa. Vieni, entra...》gli dissi conducendolo dentro.
Antonio mi seguì.
《Come è andata dalla Cristaldi?》chiesi poi sottovoce.
《Niente da fare. Non ne vuole più sapere di Laura》mi rispose sconsolato.
《Ci rimarrà male》osservai.
《Mi farò coraggio e glielo dirò》fece lui.
《Laura, c'è Antonio!》esclamai.
《Arrivo!》gridò lei, precipitandosi in salotto. Indossava ancora l'abito da sposa.
Il giovane Leonardi rimase a bocca aperta. 《Sei... Incredibile!》mormorò.
《Grazie...》replicò lei piacevolmente colpita.
《Vi lascio soli...》mi congedai, andandomene in camera mia. Era una questione tra loro due.
《Allora, come è andata?》domandò Laura impaziente.
《La Cristaldi non vuole venire al tuo matrimonio. Ho insistito, ma lei sostiene che stai sbagliando tutto...》ribattè Antonio. Un velo di tristezza profonda passò sul viso di mia sorella.
《Me lo aspettavo...》rispose.
《Mi dispiace, ma non ti devi abbattere troppo. Dopotutto è il giorno più bello della tua vita》le ricordò lui.
《Già, proprio come lo sognavo nei disegni di quando ero piccola》sorrise lei, mentre si sedevano sul divano.
《Solo che in quei disegni lo sposo ero io...》affermò l'uno con un po' di malinconia.
《Me lo ricordo benissimo, solo che non potevo avere tutto dalla vita... Tu sì però...》fece l'altra.
《Che vuoi dire?》chiese il primo.
《Devi continuare a studiare, Antonio. Studia sempre. Fai il dottorato. Se vuoi te li do io i soldi. Devi diventare il migliore di tutti i ricercatori, maschi e femmine. Ma per farlo devi andartene dal Quartiere》disse la seconda, prendendogli le mani e guardandolo negli occhi.
《Mia madre mi farà la guerra...》obiettò il ragazzo.
《E tu non avere paura di combatterla. Devi continuare a sognare per tutti e due. Io forse è meglio che mi fermo qui》decretò mia sorella.
Io avevo ascoltato tutta la conversazione. Non avrei mai approvato quel matrimonio, e a sentirla pronunciare quella frase così inesorabile mi domandai dove fosse finita la Laura che conoscevo.

La bambina cattiva [Saga del Quartiere Anceschi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora