Mi rigiro nel letto nel tentativo di prendere sonno, ma Morfeo oggi non mi vuole proprio, nemmeno per un minuto.
Sono le quattro ed il cielo è terso ma striato dai colori dell'arcobaleno. Mi sento libera, per nulla fuori luogo. Inizio il mio esame di coscienza: Nick ha detto che devo tornare quella di prima, ma nemmeno posso fingere che non sia successo nulla, quell'evento mi ha ferito e inevitabilmente mi ha cambiato. Però un po' sto ritornando la ragazzina che si rifugiava dietro spessi romanzi, lo dimostrano la mia voglia continua di piangere, non voglio essere così rammollita, anche se so che piangere non è sinonimo di debolezza. Ma per la gente non è così. Jacob mi ha confessato che gli piaccio con il mio carattere da "dura", ma non posso assumere il carattere che lui preferisce, poiché devo decidere io per me. Come voglio essere veramente? Vorrei avere mia sorella, lei risolveva tutti i miei enigmi con una risposta che faceva sembrare talmente ovvia che quasi pensavo fossi stupida a non averla trovata da sola. Devo trovare qualcosa per sfogarmi: gli incontri! No, quelli no, mi caccerebbero di casa e non posso dargli torto. Leggere! Non mi va al momento. Vorrei qualcuno che mi amasse e rassicurasse. Nicolas lo fa con Betany e non devo essere egoista con lui, mi è stato vicino per molto tempo e ora devo lasciarlo andare, ma so per certo che resteremo amici per sempre. Interviene per la prima volta il mio subconscio «Ma se nemmeno tu sai cosa vuoi come fanno a saperlo gli altri?!» Come dargli torto.
Una voce interrompe il flusso di pensieri «Si gela, vieni dentro!» E' Michael, lo guardo e scuoto lentamente la testa, lui sospira prima di raggiungermi e sedersi accanto a me sulla neve candida. Si accorge dei miei occhi lucidi, mi dà fastidio il fatto che ho perso il controllo sulle mie emozioni. Faccio un profondo respiro chiudendo gli occhi per far sì che le lacrime ritornino indietro.
«Ti ho visto parlare con Jacob ieri» confessa. Io lo rassicuro «Non stiamo insieme, anzi credo che non potremmo mai amarci, tra noi può nascere solo rivalità, competizione ed astio. Lui è talmente lunatico e scontroso...» Mike sospira e sussurra come se mi stesse confidando un segreto «Non credere che sia colpa tua quando ti risponde male, perché tu non c'entri nulla, ma penso che prima o poi lo capirai. Non dimenticare ciò che ho detto e soprattutto non dirlo a lui». Prima di alzarsi e andarsene mi posa un delicato bacio sulla fronte.
Il mio subconscio interviene «In realtà non ti ha detto nulla di sensato, solo che quando risponde male non è colpa tua, ma a te non importa nulla perché non ti piace giusto!? Beh fisicamente è carino, però è uno stronzo». Ho un brivido appena penso a lui e decido di rientrare in camera mia perché sono sicura che quel brivido sia a causa del freddo (anche il mio subconscio non ci crede per niente).
Rientro in camera e sono le cinque, tra mezz'ora dobbiamo partire. Qualcuno bussa alla porta. Il mio cuore perde un battito appena mi trovo a sperare che sia Jake, oramai la mia mente si è divisa in due schieramenti: il subconscio e la parte delle cause perse. Un altro colpo mi riscuote dalla lotta interna che sta avvenendo nel mio piccolo e insensato cervello.
«Avanti!» Sono girata di spalle e mi volto, vedendo l'ultima persona che pensavo potessi scorgere, ma la prima che speravo fosse. Avvampo e inizio a dire una sfilza di cose insensate «Che ci fai qui, cosa vuoi? Non ho sigarette». Prima di rispondere, mi guarda storto «Volevo solo scusarmi per come mi sono comportato. E poi volevo dirti...» I nostri occhi si incontrano e io mi sento mancare, mi rendo conto che lo odio, ma non solo. Si avvicina e guarda le mie labbra, non chiudo gli occhi è troppo stronzo ed imprevedibile, non mi fido di lui e non credo che mi bacerà.JACOB:
Cazzo quanto è bella, i suoi occhi sono profondi, segnati e limpidi come quelli di un cerbiatto. Mi perdo in essi e lei si perde nei miei, proprio come al ballo. La devo allontanare da me, tuttavia non riesco ad andarmene, anzi, muovo un passo verso di lei, le sue labbra mi attirano, lei non chiude gli occhi ed io sono ancora sotto incantesimo del suo sguardo. Siamo così uguali, stronzi ma non per scelta... Le nostre fronti si avvicinano, senza accorgermene mi sono avvicinato ancora di più a lei. Non posso baciarla, non posso baciarla, mi ripeto come una litania. Eppure lo faccio, chiudo gli occhi e schiudo le labbra, le nostre bocche timide unite da un sentimento che entrambi abbiamo paura di definire, nonostante sia così chiaro. Restano unite per un momento, giusto il tempo di pensare. Ci allontaniamo, le sue mani si posano sui miei fianchi, le prendo il volto e lo accarezzo delicatamente, mi volto ed esco dalla stanza senza mai guardarla. La mia testa diceva di non baciarla, ma il mio cuore ha fatto tutt'altro.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...