Sono le dieci di sera, mi sto finendo di truccare, abbiamo deciso di andare tardi perché il giorno seguente è libero per tutti. Melany e Sam entrano in camera, «Ti sbrighi!?» Esclamano eccitate. L'ultimo ritocco al rossetto e sono pronta. Esco, tutti sono già in auto o in moto, «Se Betty non mi mettesse fretta a partire ti farei salire in camera a cambiarti» mi rimprovera Nick, sorrido e alzo gli occhi al cielo. Il vestito è blu ed accollato, non mi sarei potuta permettere nessun tipo di scollatura, le ossa sono troppo sporgenti per i miei gusti. In compenso però ho dei tacchi abbastanza alti e le cosce alquanto scoperte. Oltre alla Maserati di Michael anche la Porsche è in moto, Nicolas e Betty vanno in moto, Paul e Melany vanno nella Porsche con Christian e Sam. Quest'ultima mi fa un occhiolino, la guardo male, hanno lasciato di proposito me e Jake da soli. «Prego» dice il mio accompagnatore aprendomi la portiera.
Il luogo è già affollato e colmo di persone quasi ubriache, entriamo e ci immergiamo nella folla. Mi sforzo di non guardare il bar, devo cercare di non bere, almeno non subito. Inizio a ballare, ma le persone si attaccano troppo addosso, non lo sopporto. Mi siedo sugli sgabelli alti, vicino al bancone «Un'acqua tonica per favore» il barista sorride e urla da sopra la musica «Sicura?» Interviene una voce maschile «Non ci senti? Ha ordinato un'acqua tonica!» La figura alta si siede di fronte a me, «Perché non balli?» Chiede Jacob piegato sullo sgabello, «Meglio di no». Lui annuisce e tenta di studiarmi con gli occhi, ma io mi alzo subito portando il bicchiere con me, però Jake, caparbio com'è, mi segue.
«Cosa c'è?!» Esclamo spazientita dal suo inseguimento, «Se qualcosa non andasse tu me lo diresti vero?» Chiede circospetto, io scrollo le spalle e rispondo «Perché me lo stai dicendo?» Lui punta i suoi mari caraibici nei miei occhi da cerbiatta, «Così, solo per sapere» borbotta e poi se ne va. Trascorro la serata più o meno spensierata, senza bere nemmeno un goccio di alcol.
Al ritorno troviamo Michael in salone, si avvicina e sorride quando nota che non puzzo né di fumo né di whisky o vodka. Anche se stasera avrei preso con piacere qualche bicchierino.La mattina mi ritrovo di fronte all'odioso strizza cervelli.
«Hai riflettuto sulla nostra prima seduta?» Chiede, «Si e ho dedotto che è stata inutile».
«Niente è inutile, il tempo che sembra perso non lo è».
«Ora sei anche un filosofo» sbuffo, sorride. «Hai continuato a bere e a fumare?»
«No Socrate, ho provato a non toccare nulla di quella roba».
«Mi consideri importante quanto Socrate, ne sono lieto».
«Non montarti la testa, non mi veniva nessun altro in mente».
«Allora perché hai iniziato a fumare e a bere?» Chiede con nonchalance, «Non te lo dirò mai!»
«Dove sono i tuoi genitori e tua sorella?»
«Non sono aff... Aspetta, come fai a sapere che avevo una sorella?»
«Ho buttato a caso, perché hai usato il passato per parlare di lei?»
«Non ci credo» affermo alzandomi, «Sasha dobbiamo continuare».
«No, io non credo. Chi te lo ha detto?» Tenta di giustificarsi, ma io lo incito in modo rabbioso e lui alla fine sputa il rospo con il nome di Michael. Io che ho poggiato le mani sulla scrivania, le ritraggo piano, come un polpo colpito al cuore che ritira i suoi tentacoli. Prima di uscire sbattendo la porta, spintono la sedia che cade a terra. Esco dall'ospedale, ci sono molti chilometri da affrontare a piedi, ma la strada in avanti non mi fa paura, al contrario del passato. Prendo molte stradine interne per evitare le superstrade. Qualcuno si accosta a me, è un venditore ambulante, rifiuto i braccialetti con un gesto, ma lui insiste, poi qualcuno lo fa andare via, mi volto e vedo Jacob. «E ti pareva chi dovevo incontrare» brontolo, lui fa finta di non aver sentito. «Che ci fai per strada alle nove e mezza di mattina? Non dormi, sei un vampiro? Ieri ci siamo ritirati alle tre!» Struscio i piedi per terra, «Non avevo sonno» mento. Lui fa per parlare, ma lo blocco «Voglio il silenzio, ma tu sei libero di andare e parlare con gli alberi» lo congedo, però fa segno di cucirsi la bocca e resta al mio fianco. Ci addentriamo nella natura dopo esserci lasciati alle spalle la città.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...