58. Mi piace questo modo di dormire

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La mattina mi sveglio e vedo, nel posto in cui dovrebbe esserci Jake, un mazzo di rose rosse. Sorrido le prendo, poi guardo ai piedi del letto dove trovo il mio fidanzato che mi osserva con occhi adoranti. Mi alzo e mi dirigo da lui stando in piedi sul letto e, quando ci manca ancora un passo, salto e mi prende al volo. Cingo le gambe attorno al suo busto e incrocio le braccia dietro alla sua nuca.
«Buongiorno!» Bisbiglia lui sulle mie labbra prima di farle unire. Io gli mordo e gli tiro delicatamente il labbro inferiore, lui geme e mi butta sul letto, si stende sopra di me senza premere contro il mio corpo eccetto per qualcosa. Io arrossisco al pensiero, invece lui trova divertente la mia reazione, infatti non si vergogna affatto. «Quanto sei ingenua!» Io rispondo scherzosamente «E tu sei un puttaniere che si è convertito», lui ribatte «Chiunque ti avrebbe scelto e sarebbe cambiato per te». Io sorrido e lo sposto, sentendo un rumore. Il comandante sta posizionando l'ancora, quindi vuol dire che è arrivata l'ora di farsi il bagno.
Stamattina alle sei, come da programma, ci siamo allontanati dal porto così da poterci avvicinare alle coste della Sardegna e finalmente poterci fare un bagno. «Jake, ma ti sei svegliato presto per prendermi le rose?» Lui annuisce fiero e gli dono un bacio sulla guancia prima di cercare una stanza in cui possa lavarmi e vestirmi. Il primo bagno è occupato da Melany così vado nel secondo e infilo il costume.
Ora siamo fermi e sul mio lato destro posso vedere la costa, poi ricordo che nel ripostiglio dovrei avere ancora un materassino, un altro gonfiabile e mi sembra anche una tavola da surf. La mia memoria non si sbagliava, infatti trovo tutto quel che ricordavo. Lego i gonfiabili alla scaletta e faccio altrettanto con la tavola, per evitare che la corrente se li porti via. L'acqua è piacevolmente fredda e cristallina e mi ricorda gli zaffiri di Jake perfettamente sfumati con gli occhi ghiacciati di Nick.

Sento un urlo e poi il rumore dell'acqua quando si divide senza delicatezza. Guardo alla mia sinistra e vedo Melany tutta infreddolita che fa il dito medio a Chris che l'ha spinta, ma a quanto pare non è l'unica vittima. Ben presto anche Betty, Carmen e Sam la seguono. Tutti ridiamo mentre le ragazze imprecano, ma i ragazzi non le fanno attendere molto e si tuffano a stile o a bomba. Stanca di nuotare contro corrente, salgo sulla tavola da surf e mi metto a cavalcioni. Subito Jacob mi segue e, all'orecchio, mi sussurra «Così mi provochi». Io sogghigno e lo provoco schizzandolo.

Il pomeriggio lo passiamo tra abbronzarci e farci il bagno, e la sera i ragazzi chiudono tutte le ragazze in una stanza dicendo di stare zitte e buone perché di lì a poco ci avrebbero aperto.
Tutte facciamo supposizioni, ma nessuna corrisponde alla loro sorpresa.
Quando ci fanno uscire, ci fanno dirigere in salone e vediamo il loro regalo: hanno trasformato la stanza in una mini discoteca e sul bancone sono disposti diversi alcolici. Appena parte la musica, Jake da dietro mi posa le mani sui fianchi che muovo a ritmo di musica. Mi avvicino di più fino a che non sento il suo respiro farsi più corto, «Così mi torturi!» Si lamenta lui mentre io sorrido. Poi decido di affidarmi a lui, infatti mi fa voltare e le sue mani sui miei fianchi dettano il ritmo. Ci baciamo, per non so quanto tempo.
Dopo svariate canzoni parte un lento, lui mi posa la mano dietro la schiena e mi fa avvicinare, io poso la testa sul suo petto e gli cingo le braccia dietro la schiena, «Questo momento mi ricorda il ballo del college» gli sussurro, «Solo che stavolta non ho intenzioni cattive per il quale farti ubriacare» mi ricorda lui, io sorrido e poi mi stacco per andare a prendere qualcos'altro da mettermi addosso perché sento un po' di freddo.

Sul letto trovo la maglietta bianca che Jake si era messo la sera precedente quando siamo andati al ristorante, la infilo; mi va larga e arriva quasi al ginocchio. Se non fosse che sotto ho il costume, non l'avrei potuta indossare. Quando ritorno nel salone vedo Jake al bancone che sorseggia qualcosa, mi sembra Martini. Appena mi scorge, chiede a Michael se può preparare un cocktail anche a me. Sono incerta se rifiutare o accettare ma appena vedo Mike sorridere e offrirmi un bicchiere, capisco che, finalmente, sono riuscita a non dipendere più da alcol e sigarette. Sorrido anche io guardandolo negli occhi, una mano passa tra il mio braccio e il mio fianco fino a posarsi sulla mia pancia, per poi tirarmi all'indietro per condurmi dal suo proprietario, che mi fa accomodare sulle sue ginocchia.

Dopo qualche altra canzone diamo inizio alla sfida al karaoke, tutti cantiamo e ridiamo, arriva il mio turno e scelgo di cantare "LOST BOY" di Ruth B., tutti restano a bocca aperta, «Non sapevo fossi tanto brava a cantare» dice incredulo Nick, «Ho preso lezioni di canto per cinque anni e poi ho smesso quando me ne sono andata». Betty mi chiede di cantare "A THOUSAND YEARS" ed io accetto. Dopo il karaoke abbassiamo la musica che fa solo da sottofondo mentre chiacchieriamo con un bicchiere in mano seduti sui divani e sulle poltroncine in pelle. Poi vediamo che è l'una passata e ci prepariamo per andare a dormire. Betty e Nick cambiano le lenzuola e i cuscini nella camera in cui loro avrebbero dovuto dormire stanotte e dove la sera precedente ci avevano conciliato il sonno Christian e Sam. Essi stanotte dormiranno sul solarium.

Mi tolgo la maglietta bianca prima di fiondarmi a letto, ma poi mi rendo conto che ho ancora il costume così sbuffo, ma Jacob mi propone una cosa a cui non posso dire no, ossia: di lasciarlo togliere a lui.
Mi scioglie i nodi del pezzo di sopra quindi quest'ultimo cade. Percepisco il suo sguardo sulla mia schiena, sono seduta sulla sponda del letto mentre lui è dietro di me, nota il mio leggero imbarazzo, mi bacia la spalla poi la clavicola, il collo, la nuca e poi di nuovo il collo. Il suo braccio destro mi cinge dalla schiena alla pancia e mi fa adagiare sul letto. Successivamente, Jake, fa sfilare il suo braccio quando si trova su di me, le sue mani mi accarezzano la braccia prima di percorrere con le dita il contorno del mio corpo, quando stringono il cordoncino del costume chiudo gli occhi, un senso di nausea si fa lentamente strada, «Apri gli occhi piccola» scuoto la testa. Ho paura che se li riapro possa vedere Thomas e non lui, «Tesoro fidati». Lentamente le mie palpebre si aprono, e vedo lui sorridermi con gli occhi famelici, chiudo di scatto gli occhi e il mio respiro si fa più corto, «Sasha, sono io, guardami». Stavolta serro ancora di più gli occhi, lui mi bacia quanto più delicatamente riesce, mi sussurra incoraggiamenti e carinerie. Alla fine cedo e apro le palpebre e stavolta scorgo il ragazzo dai capelli castano scuro con dei mari caraibici al posto degli occhi sovrastarmi dolcemente.

Mi fa scorrere i polpastrelli prima tra l'incavo del collo e poi tra i seni fino a giungere l'ombelico, ma la loro passeggiata non si arresta, continuano a scendere provocandomi dei brividi.
Sorrido e decido che anche lui si deve togliere il costume, gli poso una mano sui pettorali e lo spingo leggermente di lato, facendo ribaltare le posizioni. Arrossisco per la mia audacia, «Jake io mentre... Non facevo nulla, era Thomas a fare tutto, quindi mi devi aiutare perché in questo campo tu sei esperto a differenza mia». Lui rabbrividisce appena sente il nome di quel bastardo, ma poi si rilassa fino a sorridere. Le sue mani si posano sulle mie e le conducono all'elastico dei boxer, sfilandolo; io avvampo ancora di più. Mi strattona per le braccia e mi fa cedere sopra di lui, sento la sua pelle calda combaciare con la mia. Tra un bacio e l'altro bisbiglia «Non devi vergognarti» io annuisco ma so che farò tutt'altro. Lui è di nuovo sopra di me, io mi fermo e lui capisce «Per stasera ci siamo già allenati abbastanza, meglio riposare, però che ne dici se non ci vestissimo?» Rido e lo bacio sul naso. Mi rannicchio con lo sguardo rivolto sul lato sinistro, dove prima stavo seduta e metabolizzo cosa è appena successo, poi una mano mi attira vicino a qualcosa, o meglio qualcuno caldissimo. «Mi piace questo nuovo modo di dormire» sussurra Jacob ed io affermo «Anche a me».

Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora