12.Un amico ritrovato

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Uno scossone mi distoglie dal riposino senza incubi che stavo facendo,
«Togliti che dobbiamo scendere!» Urla Jacob, alzo la testa dalla sua spalla. Un momento, ma come ci sono finita? Mi ricompongo subito e scendo, senza indugi, dall'auto. Di fronte a me c'è un'imponente baita spolverata da zucchero a velo freddo, il paesaggio che mi circonda è interamente bianco, è uno spettacolo magico.
«Ehi, nel caso te lo stessi chiedendo, è stato stesso Jake a posarti sulla sua spalla». Mi sussurra Betty all'orecchio. A queste parole rabbrividisco e sono sicura che le mie guance siano diventate di una tonalità rosso scuro.
Aiuto per due ore a disfare le valige, ma senza mai dimenticarmi le parole di Betany, perché lo aveva fatto? Perché mi vengono i brividi se penso a lui?
«Si mangia!» Esclama Michael affacciandosi dalla cucina. Tutti ci sediamo attorno al tavolo e mangiamo con grande appetito. Mi ricordo della prima cena insieme a quella famiglia: sembra passata un'eternità.
E' notte ormai e domani mattina presto dobbiamo alzarci per visitare il posto, quasi tutti sono a letto ma io no, non ho molto sonno: Jacob è sempre nei miei pensieri. Ho intenzione di parlargli, ma solo dopo aver aiutato Carmen a sparecchiare.
Sta fumando: apro la porta di legno che ci divide ed esco. Avrei avuto freddo se non avessi gli ormoni all'impazzata... Mi porge una sigaretta ed io accetto volentieri, almeno cerco di calmare i nervi.
«Perché mi hai cambiato posizione mentre dormivo?» Fa un tiro prima di rispondermi «Stavi scomoda e avevi la guancia gelata. E' un reato spostare le persone per farle stare più comode?» Scuoto la testa e aggiungo «No, grazie comunque...» C'è un momento di assoluto silenzio ed un po' di imbarazzo in cui continuo a rimuginare la stessa frase che vorrei dirgli, ma non ho il coraggio per farlo. Così la dico tutto d'un fiato «Per caso ci stai provando con me?» Lui rimane visibilmente sorpreso, fa spallucce e sussurra «No, ma se anche fosse che problema ci sarebbe?» Rifletto un attimo prima di parlare «Per me nessuno, però, per caso, qualche settimana fa ti ho visto al ristorante con una ragazza...» Lui si volta risentito e pianta i suoi occhi di ghiaccio nei miei facendomi pietrificare il sangue nelle vene «No! Era solo una cosa di una notte!» Questa frase mi lascia sbigottita e boccheggio «Q-quindi tu sei uno di quelli che usa le ragazze!?» Lui assottiglia le fessure degli occhi e risponde «Ma che cazzo t'importa! Sembri mia madre!» Sono schifata da Jacob, «Come non detto...» L'ultima cosa che pronuncio prima di rientrare e addormentarmi da sola in una stanza del tutto sconosciuta e fredda.

Non riesco a chiudere occhio. Alle quattro del mattino la mia pazienza si esaurisce del tutto e mi alzo dal letto non sapendo però cosa fare. Non posso nemmeno fumare poiché non ho sigarette, posso solo leggere il mio quadernetto delle poesie. Sono esitante nel prenderlo, ad aprirlo ci metto un'infinità. Poi finalmente davanti a me compare la prima pagina:

L'AMICIZIA
L'amicizia può essere preziosa e bella
Come una pregiatissima perla,
con lei puoi ridere
talvolta soffrire,
io ho un'amicizia speciale
e a volte non mi sembra reale,
non è semplice trovare un vero amico
per questo ti do un consiglio unico,
scrivilo nel tuo cuore
- È umano commettere un errore,
ma cerca di non commetterlo mai,
altrimenti triste e diffidente sarai -.

Il mio amico speciale è Nick, il problema è che non so se lo amo oppure gli voglio solamente un mondo di bene. La cosa certa è che mi manca, e dato che lo conosco molto, ma molto bene, quasi sicuramente ora non sta dormendo nemmeno lui. In cambio, sta tentando di ricucire le ferite che gli ho causato dicendogli quelle stupide cose.
Sgattaiolo fuori dalla stanza e il pavimento gelido mi fa trasalire. 
Apro leggermente la porta, quel tanto da infilarci la testa dentro. Subito gli occhi azzurri di Nick si differenziano nell'oscurità. Appena mi scorge, alza leggermente la testa dal cuscino, sposta delicatamente il braccio di Betty che gli avvolge la vita, e poi mi raggiunge prendendo al volo una maglietta.
«State da poco insieme e già concludete così una notte?!» Dico prendendolo in giro una volta in camera mia.
«Non abbiamo concluso proprio nulla!» Sogghigna lui,
«Mi dispiace per quello che ho detto prima, io non lo so... Credevo di amarti, ma non è così, ti voglio solo molto bene. Però penso che sia giusto che tu sappia che ad un certo punto io ti ho amato veramente... Ma ora tu stai con Betany, io lo accetto e sono contenta per voi due». Lui non sembra sorpreso. Mi osserva come se stesse per dirmi un segreto, strano dato che ci diciamo anche le cose più imbarazzanti. Penso proprio che quello sia l'unico segreto che abbia mai avuto e avrà con me.
«Anche io per un periodo abbastanza lungo ti ho amata... Tuttavia ora, come hai dichiarato tu in precedenza, penso a Betty, non potrei vivere solo con lei, ho bisogno anche di te». Non sono stupita, in fondo sapevo che lui provava qualcosa in più dell'amicizia nei miei confronti e sono più che sicura che anche lui sapeva che: inspiegabilmente, ad un certo punto, il mio cuore ha iniziato a battere per lui.
«Ti voglio bene Nick, anche io ho bisogno di te». Rispondo abbracciandolo forte mentre una lacrima mi riga la guancia,
«Ti voglio bene anche io, Dante!» Ma le parole gli escono un po' spezzate come se fosse commosso.
«Non ti riconosco più, il Nicolas che conoscevo non si commuoveva!» Lui ridacchia e controbatte «La Sasha che conoscevo non avrebbe chiesto mai scusa e non avrebbe pianto perché ha ritrovato un amico... Aspetta ma quello sul letto è il tuo quaderno?» Chiede strabiliato, faccio spallucce e borbotto «Sì, non sapevo che fare, così ho deciso di leggere un po'». 
«Nick non ho dormito per niente, quel letto è così impersonale e freddo...» Come se mi avesse letto nella mente, si butta sul letto e da dei colpetti sulla trapunta per invitarmi ad accomodarmi. Il suo odore e quel calore così familiare mi fanno addormentare quasi subito.


Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora