«Che hai fatto a quella mano?» Indica Nick,
«Eh?» Chiedo perplessa sedendomi sul letto insieme a lui,
«Chi hai picchiato?» Precisa prendendomi la mano destra. Solo ora vedo una macchia scura sulle nocche, quel bastardo aveva la mandibola dura.
«Ho dato un pugno all'armadietto affinché si chiudesse» sussurro ironicamente, sperando che creda ad una bugia così stupida.
«Senti, se non me ne vuoi parlare non inventarti cose assurde. Dimmelo e basta, sappi però che mi dispiace molto che il nostro rapporto sia cambiato». Si alza dal letto e prima di chiudere la porta non mi posa un delicato e rassicurante bacio sulla fronte come è solito fare. Questo non fa altro che rattristarmi ulteriormente.
Mi accascio senza alcuna delicatezza sul cuscino e osservo le lancette dell'orologio sulla parete battere ogni secondo, finché qualcosa nella mia mente scatta in risposta al mio irritante subconscio.
Corro verso la camera di Betany, ma non apro la porta, poiché prima di bussare poso l'orecchio vicino al legno che ci separa e sento dei gemiti. Mi assale un senso di nausea, ma non sono intenzionata a rinunciare alla mia uscita perfetta per bere qualche drink alquanto alcolico. Tanto per essere chiari: nessuno mi impedirà di ritornare a casa sobria!
«E' sabato, vogliamo andare alla festa di quel tizio?» Chiedo irrompendo nella stanza di Melany, lei annuisce e apostrofa «Quel tizio si chiama Daniel e ho l'impressione che tu lo conosca molto bene!» Completa la frase con uno sguardo malizioso, oh cavolo! Non avevo idea di chi fosse l'organizzatore della festa, non ho alcuna voglia di rivedere la sua faccia, tuttavia non mi posso chiudere dentro e rinunciare alla serata di alcolici.
«Vestiti e in auto ti riempirò di dettagli!» Sorrido e alzo gli occhi al cielo, ovviamente non scenderò completamente nei particolari.
Indosso un vestito, come mio solito nero, che arriva sopra al ginocchio, aderente e scollato al punto giusto perché si metta in risalto il mio decolté.
Scendo le scale e vedo tutti quanti pronti, sembra che la voce si sia diffusa a macchia d'olio. Melany è accompagnata da Paul che è arrivato da poco, Jacob mi fissa e Claire lo nota, mi lancia uno sguardo assassino, non capisco come la sua bellezza possa essere messa al confronto con la mia, tuttavia mi sembra che si senta minacciata in qualche modo assurdo da me.
«Molto carino da parte tua non dirci nulla!» Si finge offeso Nick e io rispondo sorridendo «Ho tentato, ma eravate troppo occupati». Ancora sorridendo mi dirigo verso l'ingresso per prendere la borsa. Dopodiché saliamo in macchina e Melany per mia fortuna non si ricorda di farmi l'interrogatorio. Riconosco quella villetta, ora però è illuminata e i ragazzi traboccano d'ogni parte. Entriamo all'interno e ci imbattiamo nella folla, dopo pochi secondi si disperdono tutti, tranne Nick e Betty che mi osservano a distanza discreta. Vado in cucina per prendere il primo di molti bicchierini e rivedo Christian con Sam, per mia sfortuna mi conducono a conoscere l'organizzatore della festa. Quando Daniel mi vede la sua espressione divertita muta in sorpresa. Appena congeda Chris e la sua acida fidanzata, mi conduce nelle camere al piano di sopra dove non è concesso andare eccetto per coloro che appartengono alla cerchia di Jake e Daniel.
«Cosa vuoi?!» Urlo strattonando il braccio dalla sua presa ferrea, appena entriamo in una stanza e chiude la porta.
«Mi dispiace per quello che è accaduto oggi pomeriggio...»
«Senti, conosco purtroppo le persone come te... Molte volte non cambiano, anzi ci riprovano e ci riescono, tuttavia c'è una percentuale davvero minima in cui tutto si sia trattato di un errore».
«Perché io non potrei appartenere a quella piccola parte?!» Chiede puntandomi gli occhi addosso,
«Potresti anche appartenerci, ma sono io che non voglio scoprirlo» ammetto,
«Perché?!» Insiste. Sospiro e ammetto «Perché non sei tu la persona che sto cercando!» Si avvicina sembrando più grosso e sbraita «Perché!» Gli poso le mani sul petto nel tentativo di allontanarlo, però lui sorride in modo soddisfatto «Vedo che hai già cambiato idea...» Mi fa indietreggiare fino a quando non posa le labbra avide sul mio collo e lo morde in modo tutt'altro che dolce. Provo a divincolarmi, ormai qualsiasi tentativo risulta inutile. La voce fatica molto per uscire dalla mia gola, ma quando lo fa irrompe nella stanza un urlo di puro panico. Tuttavia, al di fuori della porta, si è udito un flebile sussurro a causa della musica a volume spacca timpano.
«Che cazzo fai?!» Sbraita Daniel, apro gli occhi che inconsciamente avevo chiuso e vedo Jacob che gli sferra un pugno sullo zigomo su cui è presente già un livido. Non ho mai visto lo sguardo di Jake così furioso, quasi come se volesse ferire il suo amico.
«Cosa vuoi da me? Anche tu fai lo stesso!» Esclama Daniel posandosi la mano sul punto in cui ha ricevuto il secondo gancio della giornata.
«Io lo faccio quando anche loro vogliono lo stesso! Lei non lo voleva e tu lo stavi facendo ugualmente!» Jacob urla con quanta voce ha in gola,
«Vattene!» Ordina ancora, Daniel esce dalla porta senza guardarmi.
Appena la porta si chiude, Jake si precipita verso di me, d'istinto mi rannicchio e mi rendo conto che sono scivolata sul pavimento mentre litigavano. Lui si inginocchia lentamente di fronte a me, negli occhi vedo compassione. Ho sempre odiato pensare che le persone mi guardassero in questo modo.
«V-vai via» balbetto ancora seduta con le ginocchia al petto.
«Come stai?» Chiede come se non avessi mai aperto bocca,
«Bene, però ti prego vattene!» Non voglio che mi veda scoppiare in lacrime. Lui si alza, gira la maniglia e proprio quando sta per uscire chiude la porta a chiave e si siede vicino a me.
«No, non me ne vado». Mi volto, lo fisso e lui continua «So che non sei sincera con me... Perché?» Sgrano gli occhi e dichiaro «Beh perché forse non sei una persona affidabile, coerente e che ti dà tutte le spiegazioni del mondo, devo continuare?» Gli si dipinge un falso sorriso sul volto, «Hai ragione... Ma come ti comporteresti se una ragazza arriva a casa tua, vieni aggredito sempre a causa sua e poi ti dicono che è una potenziale assassina? E solo dopo scopri che non è vero». Sospiro, lui poggia al testa alla parete e fissa la luce argentea della luna. «Capisco quel che vuoi dire, ma sei stato tu a baciarmi...» Lui si affretta ad aggiungere «Tu però mi ha assecondato». Alzo gli occhi al cielo «Non è questo il punto, sto cercando di dirti che sei sempre tu ad avvicinarti per primo, se non volessi avere a che fare con me, non gironzolarmi intorno! Poi anche se Claire è una che vuole solo quello, e non le importa se baci a destra e a manca, a me non sta bene baciare uno che ha la fidanzata!» Lui annuisce «Lo so me lo hai fatto capire piuttosto bene in garage!» Ridiamo al ricordo, «Facciamo obbligo o verità così ci conosciamo un po' meglio?» Rifletto molto prima di acconsentire. Mi lascia un po' interdetta il pensiero di quale obbligo mi darà.«Inizi tu, obbligo o...?» Non lo faccio finire che rispondo verità, «Cosa ti ha fatto Daniel?» Mi volto lentamente nella sua direzione, la sua espressione è rigida tuttavia decido di non mentirgli «Forse sono io che mi sono fatta prendere dal panico...» Lui interviene «Non mentire!» Faccio spallucce e continuo «Mi stava baciando però in un modo strano, io non volevo che lui mi toccasse, e quando mi sono trovata incastrata tra lui e la parete sono andata nel panico... Ora tocca a te». Lui annuisce e sceglie verità, «Ami davvero Claire?» Gli compare un sorriso malizioso e dichiara «Perché lo vuoi sapere? No comunque, come hai detto prima lei vuole solo quello e anch'io... Ci usiamo a vicenda». Obbietto «Io credo che lei provi qualcosa, mi ha detto di starti alla larga...» Lui risponde con calma «Si sente solo minacciata da te. Non ti soffermare sulla bellezza, dopo un po' i ragazzi vogliono molto più che solo una ragazza carina». Mi sbilancio a chiedere «E tu vuoi qualcosa di più?» Fa spallucce e ammette «Ora no, io stesso voglio solo divertirmi. Forse tra qualche anno». I nostri occhi si fondono, non sono avida di sguardi, eccetto che per i suoi zaffiri contornati da smeraldi: rimarrei a guardarli per ore.
«Ti va di andartene da qui?» Annuisco, ma appena esco dalla porta mi blocco e Jacob capisce che non ho alcuna voglia di vedere quel verme. Lui si avvicina e mi sussurra «Non ti preoccupare, ha recepito forte e chiaro il mio messaggio, non ti darà più fastidio». Poi mi prende per mano e mi conduce alla sua auto.
«E Claire?» Lui ammette con noncuranza «Chi se ne importa si farà dare un passaggio da qualcuno e lo ripagherà con la sua specialità...» Io lo blocco con voce squillante «Okay, ho capito, ti prego non continuare!» Lui sorride e sgomma sull'asfalto scuro.Holaaa, cosa dite di bello?
STAI LEGGENDO
Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...