24. Dio poche volte si scomoda

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Jacob:

Entriamo in casa, Betty corre verso Sasha e l'abbraccia, «Voglio sapere chi è questa nuova amica!» E' gelosa mia sorella. Dopo qualche minuto vedo che si dirigono in camera sua. Mio padre viene verso di me e dice «Dov'è Belle?» Oh cavolo! Ora che gli dico? Si avvicina ancora di più e apostrofa severamente «Tu e Nicolas nel mio studio, ora!» Chiamo Nick e mentre saliamo di sopra ci accordiamo su cosa confessare. «Parlate e stavolta siate sinceri!» Poche volte ho visto mio padre così adirato. «Sasha è stata trattenuta da una persona, però sta bene e non comporterà niente alla nostra famiglia» rispondo tutto d'un fiato. Lui si china in ascolto poggiando i gomiti sulla scrivania. «Dov'è Belle? Perché è stata trattenuta?»

«Sinceramente non so dove sia la palla di pelo, mi importava più salvare Sasha e credo che a quest'ora la cagnolina ci stia guardando dall'alto» sbotta Nick, poi continua «Premetto che lei non ne sapeva niente. Il suo vecchio capo, sotto cui svolgeva gli incontri in Italia, la rivuole come pugile e purtroppo è una persona a cui non si può dire di no se ci tieni alla pelle. Non c'è nient'altro da dire, tra due giorni lei andrà sotto la protezione di questo capo e combatterà per lui». Mio padre mi chiede di andare in salone.

Nicolas:

«Non voglio che mi siano dette bugie, chiaro?» Annuisco e affermo «Daniel, un ragazzo che Sasha ha conosciuto a scuola, ci ha provato un po' troppo con lei e soprattutto contro la sua volontà. Ti volevo informare che oggi gli ho dato giusto qualche cazzotto, non dovrebbe avere nessuna conseguenza la mia azione». Michael prima mi guarda stupito e poi chiede «Hai colpito forte?» Dichiaro «Colpisco sempre forte i bastardi» lui annuisce, ma prima che esco dalla porta lo sento sussurrare «Come sta Sasha?» Mi volto, faccio spallucce ed espongo «Non ne ho idea, lo so solo perché Jacob si è trovato nel mentre e ha fermato quel bastardo, ma lei non mi ha detto nulla».

Chiudo la porta lasciando Michael a rimuginare su cosa potrebbe aiutare la mia amica. Un sorriso mi compare sul volto appena noto Betty. Quest'ultima mi prende per mano e mi conduce in camera nostra, sono sicuro che mi spetterà una bella ramanzina per non averle detto nulla di Sasha e della rissa tenutasi stamani.

Sasha:

Sono stesa sul letto guardando il soffitto, sento bussare e una sensazione mi dice che è Michael. Infatti quando la porta si apre compare la sua immagine, so già che è a conoscenza della verità. «La scuola è iniziata da poco e hai già fatto molte assenze» apostrofa ironicamente, «Non ho scelto di effettuarle io. Mi piace andare a scuola, tuttavia credo che sia meglio lasciar stare. So che sei al corrente di tutto e quindi sarò impegnata, ora non si scherza più, mi devo allenare e devo essere sempre puntuale». Lui annuisce concordando, poi però mi chiede «Come stai?» Faccio spallucce, ed asserisco «Ad un certo punto volevo che la mia vita tornasse un po' come prima, ora continuo ad effettuare gli incontri... Quindi si, sto bene». Lui si siede sul letto, mi accarezza i capelli, «Ho saputo di un ragazzo...» Mi volto verso la finestra e sussurro «Non ne voglio parlare». Lui sospira e continua «Credo che invece dovresti». Rifletto e poi azzardo «Ogni tanto potresti anche sbagliare!» Lui puntualizza «Sono umano e quindi posso errare anche io, però sono più grande di te e certe cose so come si risolvono». Perché in questa famiglia sono così duri di comprendonio? «Sono stanca potresti uscire?» Lui non si muove e con fermezza risponde «No, stavolta non esco, devi imparare a confidarti con noi» mi volto verso di lui, da tanto tempo non constatavo quello sguardo paterno, «Non è facile e ci ho provato con Jake, ma lui lo ha detto a Nick e poi uno dei due lo ha riferito a te». 

«Ok, non parlare più con loro se ti senti ferita, ma cosa ci guadagni a tenerti dentro tutto? Lo capisco, sei stata lasciata due anni sola, ma ora non lo sei più; tuttavia noto con dispiacere che in questo momento vuoi stare qui, stesa sul letto a piangerti addosso!» 


Michael:

«Non mi sto piangendo addosso, perché dovrei? Sono stata chiusa in un palazzo che puzzava di urina e sangue, ho visto Belle morire in un modo orribile, esco con un ragazzo e succede quel che è successo. Ho bisogno di stare un po' sul letto a fare il punto della situazione non credi?!» Esplode Sasha alzandosi in piedi avvicinandosi a me, non mi allontano è questa la reazione che volevo suscitare. «Hai già iniziato un po' a riflettere?» Chiedo con non curanza, «Si, ho dedotto che Dio poche volte si scomoda dal suo trono celeste!»

«Perché non ha fermato il bastardo che...»

«No, queste cose in alcuni paesi accadono tutti i giorni e anche a ragazzine più piccole di me, ma non solo questo, gli attentati che implicano le vite di bambini innocenti, guerre inutili, iniziate solo per dimostrare chi è il più forte». Scoppia in lacrime e io le vado vicino, l'abbraccio e sussurro «E' ingiusto anche lasciare una ragazzina come te sola».

«Hai paura del nuovo capo?» Le chiedo appena vedo che si sta calmando, «No, non ho paura né lo rispetto, però devo fare quel che dice; non ammette sbagli, altrimenti...»

«Quando devi svolgere il primo incontro?» Abbassa il capo, come se si vergognasse, «Giovedì» farfuglia, «Okay, non ti allontaneremo ora che intraprendi nuovamente la tua vecchia vita, fai parte della famiglia» dichiaro per rassicurarla.


Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora