Il sole illumina la mia stanza rendendola un po' meno triste di come mi era sembrata alle cinque di stamattina. A proposito, che ore sono? Oh cavolo, sono le undici! Mi alzo freneticamente dal letto e inizio a vestirmi e a lavarmi. Qualcuno bussa alla porta e mi guardo prima di aprire. Non sto poi tanto male con una canotta bianca e un pantaloncino di tuta grigia.
«Avanti!»
«'Giorno! Michael mi ha imposto di portarti la colazione»,
«E tu Jacob, me la volevi portare?» Chiedo con disinteresse. In realtà però non attendo altro che la sua risposta,
«Diciamo di sì, anche perché sono in debito con te, ti devo un obbligo!»
«Okay... Ti obbligo a non dire a nessuno quel che è successo ieri sera».
«Perché, te ne sei pentita?» Chiede troppo in fretta perché non capissi che se gli avessi risposto di sì ci sarebbe rimasto malissimo.
«No, però non mi piace che si sappia».
«Cosa ti fa pensare che io l'avrei detto a qualcuno?»
«Alcune volte i ragazzi come te fanno delle scommesse, io non voglio essere usata come una pedina aggiunta alla tua collezione di ragazze. Quindi mi sembra palese che tu abbia dedotto che io non mi fido di te» affermo osservandolo.
«Beh, ne hai tutte le motivazioni, però anche io sto cercando di andare oltre alla tua reputazione e di conoscerti veramente».
«Anche io ci sto provando, quindi scegli!» Esclamo sorridendo,
«Obbligo!»
«Cosa ho detto mentre dormivo l'altra notte?» Lui ride e apostrofa ironicamente «Ma questa è una verità e poi già l'avevo fatto, vabbè... Hai menzionato tua sorella, hai confessato che ti manca». Abbasso lo sguardo sulle mie gambe incrociate e poso il cornetto che ho preso dal vassoio. La pancia mi fa male e il morso che ho dato al dolce sembra appuntito e ogni millimetro che percorre al suo tocco la pelle si lacera in una maniera spaventosa.
«Come stai?» Chiede Jake sedendosi di fianco a me e facendo infossare lievemente il materasso,
«Non mi guardare con quegli occhi» sussurro. Lui mi alza il mento e lo volge verso il suo viso,
«Non ti stavo osservando con compassione, sei prevenuta, stavo notando quanto sei carina e forte. Perché non riesci a cambiare idea sul mio conto? Lo so che quel che ti ho fatto è stato brutto, però prova ad andare oltre» annuisco «Okay». Lui mi fissa gli occhi e poi la bocca,
«Un'altra cosa...»
«Quale?» Chiedo, in questo momento le nostre labbra si uniscono e non mi tiro indietro, devo provare a fidarmi di lui.Jacob:
I suoi occhi profondi e forti mi stupiscono ogni volta così come le sue labbra. Ci stendiamo sul letto ed io mi sorreggo con le mani poggiate sulla coperta ai lati del suo viso. Ci stacchiamo per riprendere fiato, lei mi guarda e sorride,
«Impari a conoscere le ragazze e le distingui nel modo in cui baciano?» Mi schernisce, io rido e scuoto la testa, solo con lei ho una voglia irrefrenabile di baciare...Sasha:
Jake si sposta per farmi alzare. Mi ha preso in contropiede, non credevo che un donnaiolo come lui potesse fermarsi ad un bacio. Forse è vero che sono prevenuta oppure sta progettando qualcosa... Preferisce rinunciare ad un bacio per poi pensare di riuscire a ottenere molto di più? Ma questo, in ogni caso, glielo lascio solo sperare!
«Dove sono tutti?» Chiedo quando sono in salone. Codesto è completamente deserto; se fossimo in un film, si sarebbe vista la palla di erba stecchita che rotola dinanzi a me.
«Una gita al centro commerciale!» Risponde con finta euforia il ragazzo,
«E tu perché non ci sei andato?»
«Non mi va di portare milioni di vestiti e fare da giudice alle mie sorelle mentre loro sfilano fino a che non ci cacciano via a causa della chiusura!»
«Capito, cosa vogliamo fare?»
«Belle deve uscire, possiamo andare al parco».Le nuvolette di condensa che fuoriescono dalle mie labbra assumono forme strane. Una frizzantina folata di vento mi fa accapponare la pelle, avvicino la sciarpa alla gola. Jacob mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, il suo tocco delicato, quasi impercettibile mi fa andare fuori di testa.
«Vuoi una sigaretta?» Chiede con voce sensuale, assottiglio le palpebre «A cosa devo tutta questa gentilezza? Non sarà mica avvelenata?!» Lui scoppia a ridere e scuote la testa, io sorrido e porto alle labbra il mozzicone con la cicca appena accesa.
Di colpo Jake si fa serio e io rivolgo lo sguardo nella sua stessa direzione, quando capisco il soggetto che sta inquadrando, il sangue smette di circolare, i muscoli si irrigidiscono e le parole aleggiano nel bel mezzo della mia gola.
«Che ci fai qui? Cosa vuoi, dove ci porti?!» Urlo strattonando il mio polso dalle mani di James, già lui. Che sgradevole sorpresa!
«Ti sei cacciata in un bel guaio, il capo vuole vederti!» Aggrotto la fronte e punto i piedi a terra «No! Dopo l'ultimo incontro sono stata chiara, niente più pugni per me!» Jacob s'intromette «Niente più ganci fatta eccezione per me. Ricordi in garage?» Poso le mani sui fianchi e sbraito «Non è il momento, Jake! Allora ti decidi a parlare James?» Lui scuote la testa e ride senza divertimento facendo brillare, alla luce del sole timido, il dente in oro «Ci sei da un po' in questi giri, dovresti sapere che certe cose vanno viste o con il sangue o direttamente con il capo. Abbiamo perso già troppo tempo, muovi quelle tue graziose gambe verso la mia auto!» Annuisco e poi ordino «Jacob resta qui!» Lui mugugna un sì.Poi mi rivolgo a Jake e lo vedo sferrare un pugno a James, quest'ultimo lo spinge avanti e afferma «Una chiacchierata con il capo non ti farà male!»
«Ma che ti è saltato in mente?!» Sussurro in auto,
«In due avremo più possibilità di scappare» fa un sorriso,
«Guarda che non è affatto un gioco». Poi sento abbaiare, sgrano gli occhi «Ma cosa c'entra Belle!? Lasciala andare!» Lui mi guarda dallo specchietto retrovisore e dichiara «Dovresti ringraziarmi, la tua palla di pelo appartiene ad una razza che, se addestrata a dovere, può diventare anche un cane da combattimento e tu potresti, lasciandola, sanare il tuo debito». Non ho il tempo di trovare una scusa pur di lasciar stare Belle poiché arriviamo al palazzo decadente dove ho affrontato l'incontro in cui i due avversari mi si sono rivoltati contro.
«Ah, che incantevole sorpresa!» Esclama una voce roca alle mie spalle. Mi volto e, il timbro vocale, le dita contornate da anelli con gli stemmi, sono elementi più che sufficienti per farvi capire chi ho davanti.
«Piacere tutto mio, peccato che ignoro del tutto il motivo per cui sono stata trascinata molto bruscamente in questo lurido posto nel quale avevo nitidamente dichiarato che non volevo più metterci piede». L'uomo ride e sembra quasi soffocare, poi esordisce «Tu sei talmente sfacciata per la tua età... Se ti dicessi che combatti per un altro, questo ti ricorda qualcosa?» Chiede ironicamente,
«In verità no!» Davvero non so di cosa parla.
«James portala via, può essere che un po' di solitudine la aiuta a riportare alla mente il tradimento». Due uomini massicci spuntano dal nulla, cerco di scrollarmeli di dosso e ci riesco finché non ne arrivano altri. Prima che mi portano in una parte sperduta sento ordinare dal capo «Lui portalo via, tanto non può fare nulla che non si ripercuota anche sulla sua Giulietta! Il cane invece inizia ad addestrarlo, per fortuna è ancora un cucciolo!»
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...