Siamo quasi a settembre, e la data del mio compleanno si avvicina sempre di più.
«Sasha, ma tra quanto la polizia ci tirerà fuori di qui?» Sussurra Ellie impaziente. Le stringo le mani,
«Non lo so, Andrew non mi dà più notizie, spero presto». Ci salutiamo con un abbraccio, siamo diventate molto unite, ci diamo forza a vicenda.Vado in camera e trovo un bigliettino sul letto, riconosco subito la scrittura di Tom: Stasera ceniamo fuori, dobbiamo festeggiare...
Titubante apro l'armadio, non ho idea a cosa è dovuta quest'uscita, però devo ammettere che il pensiero non mi dispiace. Vorrei distrarmi un po'.
Salgo in auto e chiedo al conducente «Thomas non c'è?» Lui mi risponde vago e misterioso «No, ma lo vedrà presto».
Scendo dall'auto, il vento settembrino mi accarezza il volto, non vedo altro che oscurità intorno a me, qualcosa mi fa chiudere gli occhi, tento di aprirli, tuttavia una fascia non me lo permette.
«C'è qualcuno?» Balbetto, sento un corpo magro non molto muscoloso dietro di me. Non molto delicatamente mi spinge in avanti, però non parlo; nel caso fosse Tom gli rovinerei la sorpresa. La paura mi soffoca come un cappio che ad ogni respiro si stringe in un abbraccio mortale attorno alla gola.
«Siamo arrivati». Per fortuna la voce è quella di Thomas, per un secondo ho pensato che l'autista si fosse venduto al mio ex capo e solo Dio sa cosa mi avrebbero fatto.
«Ti piace?» Mi chiede Tom. E' buio non si riesce a vedere molto, se non una fila di candele che sono posizionate in modo tale da sembrare una strada da percorrere. I miei piedi si muovono da soli, il terreno è morbido sotto il mio passo. Abbasso gli occhi e finalmente ho la certezza che sto camminando sulla sabbia, mi spunta un sorriso. Da tanto tempo non toccavo quei piccoli granellini dorati accarezzati dalla spuma rumoreggiante. Il mare l'avevo visto l'ultima volta quando sono andata in Italia, quando volevo raggiungere mia sorella.«Tutto bene?» Sussurra Thomas. Le parole si sono perse in qualche parte oscura della gola, quindi mi limito ad annuire. Proseguo con il cammino fino a scorgere un cerchio di fuoco composto da tante piccole candele e poi al centro di esso un telo con sopra una bottiglia di vino e due calici. Spingo lo sguardo oltre i lumi, e finalmente noto il mare. Però mi accorgo anche che Tom si è seduto sul telo, lo guardo da sopra la spalla e sorrido quando lo vedo con un bicchiere di vino rosso in mano. «Milady» mi porge la bevanda scura, «Mi sorprendi sempre, non credevo che fossi così» ammetto. Lui mi scruta dalla testa ai piedi, «Anche il tuo corpo mi sorprende, ogni volta credo di sapere ogni sfaccettatura su di esso, ma sempre erro». Cala il silenzio, ma è piacevole, non è imbarazzo, semplicemente silenzio. Le sue dita sfiorano le mie, mi volto e subito incontro quelle pozze verdi e feline. Mi salta addosso come una tigre fa con la sua preda, ma lui invece di tentare di trovare la giugulare cerca le mie labbra, però le morde con la stessa ferocia. Poi le sue mani si abbassano sul mio vestito nero, tirandomelo su. Ho capito dove vuole arrivare, ed io come al solito non posso fare altro che assecondarlo chiudendo gli occhi e cercare di pensare solo per quale scopo sto subendo tutto questo.
Siamo stesi sul telo ed il sole si accinge a sorgere portando con se l'alba dai magici colori.
«Meglio vestirci e ritornare a casa» bisbiglia Tom staccandosi dalla mia schiena e togliendo la mano dalla mia pancia, annuisco ma con lo sguardo perso faccio piccoli cerchietti nella sabbia.
«Se vuoi possiamo ritornarci... Ma ora dobbiamo andare» ribadisce, mi alzo e mi infilo il vestito. Lui mi prende la mano e mi accompagna alla macchina, nel mentre però guardo ogni candela spenta e cerco di riportare alla mente la sorpresa della sera precedente.I sedili scuri in pelle dell'auto sono freddi, lui mi cinge le spalle con un suo braccio, io poso la testa sul suo petto, ma solo per dormire perché sono veramente esausta. Tuttavia, non riesco a farmi abbracciare completamente da Morfeo, quest'ultimo mi lascia cadere in un dormiveglia. Prima di fare colazione vado a farmi una doccia ed a truccarmi, sembro un vampiro con le occhiaie che mi ritrovo.
Tutto il giorno sono controproducente a lavoro, ma Thomas per fortuna non mi rimprovera, sto letteralmente dormendo in piedi. La sera, per mia sfortuna, c'è un incontro, ma almeno Tom mi fa la grazia di darmi il pomeriggio libero per riposare, non perché si preoccupa per me, ma delle perdite che subirebbe se io perdessi per lo sfinimento fisico.«Ciao Ellie» la saluto mezza addormentata.Lei sorride e avanza verso il letto su cui sono stesa, solitamente vado io da lei, ma oggi sono troppo stanca.
«Sasha quando...» La interrompo bruscamente,
«Senti Ellie, anche io non vedo l'ora di andarmene da qui, ma purtroppo non è ancora successo e non è che accade se tu me lo chiedi ogni giorno. Quando ci sono novità, se mai ce ne dovessero essere, stai sicura che sarai la prima ad essere informata» guardo la sua faccia, lei sostiene il mio sguardo poi china il capo «Okay, ho capito, scusami». Le sorrido e ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno.
«Dobbiamo andare» è la voce di Tom. Mi sono già preparata, dato che sono le nove, ho avuto tempo a sufficienza, saluto Ellie e purtroppo andiamo.Nella discoteca Thomas mi offre un bicchiere di scotch, lo accetto con piacere, gli dico che devo posare il borsone e indossare solo i guantoni, lui annuisce e mi accompagna nella solita stanza. Lui si accomoda sulla poltrona osservando ogni mio movimento, «Non ti ho ancora ringraziato per ieri sera» lui sorride, «Figurati, mi hai detto grazie con il tuo corpo dopo». Una scintilla maliziosa illumina gli occhi felini, ma quanto è spregevole quest'uomo! Sono costretta a sorridere e poi per pura curiosità chiedo «Hai mai avuto una ragazza prima di me?» Lui ci riflette su, poi risponde «No, molte storielle ma solo per finire a letto la sera. Perché me lo chiedi?» Ci credo che non hai avuto nessuna, sei spregevole, fai molte cose belle e poi le rovini con il tuo atteggiamento pensando solo e soltanto al bene della tua persona.
«Pura curiosità» rispondo. Lo sento avvicinarsi, sto chiudendo la cerniera del borsone quando sento due dita gelide e ruvide alzarmi il mento, i nostri occhi si incastrano fastidiosamente, le sue dita percorrono tutto il contorno della mandibola per poi tornare da dove sono partite.
Mi morde il labbro, un po' troppo forte per essere piacevole, poi si fonda sulle mie labbra in modo rude, per fortuna dopo un po' suona la campanella che determina l'inizio dell'incontro costringendoci a staccarci.
Potrà sembrare strano, ma preferisco combattere e farmi picchiare piuttosto che baciare Tom. Sto percorrendo i tre scalini per salire sul ring, quando sento pronunciare il mio nome, mi volto e scorgo Andrew che in labiale mi dice che dopo mi deve parlare, la sua espressione è imperscrutabile, non riesco a capire se è una cosa buona o meno, questo non fa altro che innervosirmi ancora di più.
Il bestione dinanzi a me ha già il labbro spaccato e un occhio nero. E' furioso, presumo che il primo incontro non l'abbia vinto, anche se mi sembra strano perché non ha segni di forti colpi da fargli perdere i sensi o farlo cadere a terra.
Mi ci è voluto molto per farlo svenire, il naso non smette di sanguinarmi così come il sopracciglio destro.
Entro nella stanza ancora con il fiatone, «Ti ha dato filo da torcere, eh?» Sghignazza Thomas. Gli rivolgo un'occhiataccia, lui si avvicina e mi posa un asciugamano sul labbro e poi sul sopracciglio sanguinante. La preme troppo forte, mi fa male, ma non oso dirglielo, piuttosto gli comunico «Sono stanca vado prima a casa, mi accompagna Andrew, ti aspetto nel letto» gli poso un bacio frettoloso sulle labbra prima di andarmene.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...