28. In fin dei conti sono uguale a loro

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Nicolas:

Dopo due giorni vedo Sasha, non è una fugace apparizione come in questi giorni. No, è truccata di tutto punto ed è vestita in modo... Spero che non stia per fare quel che penso.

«Dove vai?» Chiedo, «Da Thomas. Ha ragione, io sono fatta per vivere con loro, perché alla fin dei conti, sono la loro copia» afferma tranquillamente, oserei dire che la sua voce ha una sfumatura di superiorità. «Ti è andato di volta il cervello?!» Esclamo freddandomi, «No! E' lucido come non mai!» Risponde come se da questa decisione non dipendesse la sua vita, «Non credo proprio! Una volta che andrai lì, nessuno di noi potrà aiutarti» le ricordo. «Infatti io non lo voglio!» Elargisce con tono fermo, poi continua inespressiva «Volevo solo salutare tutti».

«Tu da qui non esci!» Obbietta Michael, in seguito riprende il discorso «Smettila con questa pagliacciata!»

«Non è un capriccio, anzi è una decisione che ho preso accuratamente. Bene, questo silenzio lo prendo come un saluto: ciao! Non andate in nessun posto poco piacevole e fate come se io non fossi mai venuta qui» dichiara. Poi si dirige senza mai voltarsi verso l'uscita. 


Jacob:

Vedo Sasha uscire dalla porta e scendere come una modella le scale, è strana: rossetto rosso, occhi cerchiati di nero, un vestito di pelle corto come lo indosserebbe Claire, scarpe nere con tacco a spillo e per finire una pelliccia bianca. Solo quando si avvicina noto il borsone e la fermo prendendola per il polso,

«Cos'hai in mente?!» Lei strattona il braccio liberandosi dalla mia presa,

«Chiedilo agli altri, io non ho tempo da perdere!»

«No, ora lo dici!» La prendo per le spalle e la conduco nel boschetto affinché nessuno ci veda nella speranza che lei mi sveli i suoi veri piani.

«Ciao Jacob!» E' l'unica cosa che esce dalla sua bocca prima di andarsene.


Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora