16. Compiti insieme

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«Ragazzi ormai è ora di cena, iniziate a cucinare qualcosa, io telefono per sapere se sono bloccati a causa della neve», afferma Michael. Io annuisco e subito Jacob si alza e si avvicina al bancone.
«Cosa posso fare per aiutarti?» Chiede, rispondo non curante «Prendi delle uova e della pancetta» non ho intenzione di chiedergli delle spiegazioni per quanto riguarda il suo comportamento. C'era bisogno che io frequentassi un po' la scuola per capire chi in realtà sia Jake. Lui è il ragazzo corteggiato che ha sempre avuto la ragazza che desiderava, ma con me non funziona così, anche io sono stronza, ma non in questo modo, su certe cose ci vogliono gli attributi che sia maschio o femmina... E sinceramente dal suo comportamento sembra proprio che non ce l'abbia, forse perché non è mai stato solo, è questo il vero problema. 
«Cazzo, neanche un po' di cibo sai affettare senza farti male!» Non capisco, poi vedo il mio dito che sanguina. Lui lo prende dolcemente, lo mette sotto al rubinetto, poi prende una benda dal kit situato sotto il lavandino. Si avvicina, lo disinfetta «Non dovrebbe bruciarti» sussurra con una voce roca che mi fa diventare più rossa del sangue che oscura subito il cotone idrofilo. Stringo le palpebre e bisbiglio «Non dovrebbe... Ma brucia» mi guarda negli occhi con uno sguardo preoccupato e avvolge, la benda che risulta perfetta: né troppo stretta né troppo larga. Con il pollice compie dei movimenti circolari sul dorso della mano.
«Melany e Christian restano da Paul e Sam, Nick ha detto che tra un po' dovrebbero arrivare hanno perso tempo nel montare le catene. Cos'è successo?» Chiede guardando la mia mano che nel frattempo Jake ha lasciato.
«Oh niente si è solo tagliata, ma niente di che» minimizza Jacob. Io annuisco per confermare.
Decido di cucinare gli spaghetti alla carbonara, Nick ne va matto!
Quando arrivano abbiamo appena finito di preparare la tavola, impresa molto snervante se sei precisa e Jacob fa di proposito l'opposto.
Mangiano tutti in silenzio, significa che il piatto è stato gradito e Carmen me ne dà una conferma più che soddisfacente «Non sapevo delle tue ottime doti culinarie, dovresti cucinare più spesso!» Jake esordisce «Ma ha solo dieci dita quindi valuta bene quando farla mettere ai fornelli!» Tutti si mettono a ridere e io gli faccio una linguaccia divertita, non provo più quel rancore nei suoi confronti. La rabbia che vorrei provare con tutte le mie forze è svanita quando mi ha tenuto la mia mano tra le sue calde. Sostiene a lungo il mio sguardo, io faccio altrettanto, come se fossimo due calamite: positivo e negativo si attraggono, ma in matematica due valori uguali con segni opposti si elidono... A volte gli studi ti complicano solo le cose e non ti traggono beneficio come tendono a farti credere i tuoi genitori, ogni qualvolta prendi un brutto voto. 

Aiuto Carmen a disfare la tavola riponendo i servizi appena lavati nella credenza, poi un flash mi ricorda che non ho fatto ancora i compiti di letteratura, materia che studia anche Jacob: sono costretta a chiedergli una mano. Essendo arrivata all'inizio della seconda metà dell'anno scolastico, non so nulla del precedente.
«Mi potresti fare un sunto di tutto il programma di letteratura che mi sono persa?» Lui si passa una mano trai capelli e poi risponde «Si, se vuoi possiamo fare i compiti per domani insieme...» La sua voce mi risulta un po' imbarazzata, forse non ha mai chiesto qualcosa, soprattutto ad una ragazza, tuttavia rispondo di sì. Sia chiaro non mi fido affatto di lui, però tentar non nuoce. 
«Okay grazie». Sono sempre diffidente, però lo seguo in camera sua, mi fa spazio sulla scrivania e prende una sedia. La distanza tra noi è minima infatti le nostre ginocchia si sfiorano in continuazione, la mia concentrazione è bassa, per fortuna sono argomenti che mi sono studiata quando la letteratura era la mia droga... Eseguiamo anche i compiti per il giorno seguente.
Chiudo i libri e sospiro vedendo l'orologio che segna le undici, «Bene devo andare». Non dico 'notte perché so già che lui non ricambierà, invece punta i suoi occhi nei miei facendoli sciogliere e sussurra nuovamente con quella voce roca «Buona notte!» Sorrido e gli auguro «Sogni doro!».
Tutti sono a dormire, nella casa aleggia un silenzio soprannaturale. Apro la porta della mia camera e non mi sorprendo affatto nel vedere la luce accesa e Nick seduto sul mio letto con le braccia conserte, segno che ha bisogno di una spiegazione.
«Spara...» Dico abbandonandomi sul letto,
«Non mi piace Jacob, non è affidabile!» Sospiro «Ti ringrazio per la gelosia che provi nei miei confronti, ma so badare a me stessa da sola, per giunta so perfettamente che Jake non è un tipo affidabile». Tra le due sopracciglia bionde, il solco che prima c'era, adesso si fa ancora più profondo,
«Odio quando fai la parte del fratello maggiore iperprotettivo... Io non ti ho mai detto nulla sul fatto che sei stato con mezza Italia!» Lui ci riflette, sospira si alza dal letto e mi dà un bacio sulla fronte poi si stende sul giaciglio, a cui solo ora faccio caso. 
«Non dormi con Betany?» Lui mi dà le spalle e risponde «Non posso dormirci tutte le sere con lei, il letto è troppo piccolo e non riposiamo bene». Un sorriso malizioso mi compare sul volto «Certo, preferisco non tradurre la frase in codice: letto troppo piccolo!» Mi arriva un cuscino e scoppiamo a ridere, finalmente si volta e vedo i suoi occhi azzurri sereni.
«Mi comporto così con te perché ti voglio bene!» Mi confida, io sussurro «Lo so e ti ringrazio per questo!» Gli riconsegno il cuscino e ci addormentiamo, tranquilli come non mai.

Non scrivere mai la parola fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora