Sono passate due settimane, non ho quasi toccato cibo e, quelle poche volte che l'ho fatto, ho anche vomitato. C'è una buona notizia: Thomas si tiene alla larga da me. Ma ogni buona notizia è preceduta da una brutta: la polizia non sa dove cazzo sono! Sto tenendo duro nonostante dentro sia sfinita. Vorrei davvero farla finita, ma poi la darei vinta a Tom e non mi va per niente.
Ellie:
Andrew mi ha chiamato. Una volta lì, mi fa accomodare e mi sottopone ad un nuovo interrogatorio.
«Siamo andati nella casa in Italia ed erano già scappati, ha in mente qualche altro posto?»
«No, ma Thomas l'avrà portata in qualche zona di campagna».
«L'avevamo già immaginato». Mi guarda in modo strano, come se non si fidasse di quel che gli sto dicendo. «Non ti sto mentendo, poi cosa ci avrei guadagnato ad appoggiare loro se io volevo andarmene da lì? E' vero, ora sono libera, ma sono in debito con Sasha, f arei qualsiasi cosa pur di aiutarvi a trovarla» lui annuisce e mi congeda.Sasha:
Sono passati altri quattro giorni. Tom è passato alle maniere forti per farmi mangiare e si giustifica in questo modo «Non puoi ammalarti, io non posso perderti». Lo ripete come una litania, non si è reso conto che non mi ha mai avuta ed ora sono ancora più distante. Gli rispondo «Non sono cagionevole», lui mi assesta uno schiaffo ed esce dalla stanza.
Sono ricoperta di lividi ed il labbro mi sanguina per l'ultimo gancio ricevuto.
Da una settimana mi ha spostata nella cantina: una piccola stanza, se così si può chiamare, che io nemmeno avevo notato in precedenza. Luogo in cui non c'è nulla, solo pareti di pietra levigate e umide.
Sento delle sirene in lontananza, mi alzo corro verso la porta in legno e tento di sfondarla, Bryan la apre e mi dice di calmarmi, gli do un pugno dritto in volto, non ho forze, ma lui comunque gira il capo per il dolore. Arriva Tom che si mantiene in disparte fino a che Bryan non è a terra, non è svenuto, però è abbastanza ricoperto di sangue. Mi tiene per i polsi e poi abbassa lo sguardo, inizio a scalciare, tuttavia lui è irremovibile. Mi sbatte la testa contro la parete, io vedo offuscato e poi precipito nel buio.
Mi risveglio e lui è sopra di me, sento una pressione tra le gambe, lui si muove ritmicamente, tento di scrollarmelo di dosso, poi odo degli spari.
«Lasciami» urlo, lui continua imperterrito fino a che si ferma e posa la testa sul mio petto. Il suo respiro è affannoso e puzza di birra e nicotina. Mi spinge con forza i polsi al pavimento, sento alcuni passi, tento di urlare, lui prontamente mi tappa la bocca, mi dimeno ancora di più facendolo mugolare di piacere. Mi sento persa quando incomincia di nuovo a muoversi, mi tappa la bocca o con la mano talvolta con le labbra selvagge e, con le dita libere, mi palpa. Vedo la porta spalancarsi, due uomini con giubbotti antiproiettile entrare e strapparmi di dosso Thomas: finalmente! Mi rannicchio, sono completamente nuda, uno dei due prende una coperta impolverata e me la porge, mi ci avvolgo dentro.«Sei Sasha, vero?» Chiede l'agente, annuisco e lui mi rassicura «E' tutto finito. Ci vuoi mostrare le stanze?» Ottempero alla sua richiesta e faccio loro strada. Tom è sparito dalla mia mente da quando me lo hanno tolto di dosso. Vado prima nella stanza da letto dove trovo tutto esattamente come l'avevo lasciato: vetri rotti, letto distrutto e vestiti alla rinfusa. Il poliziotto mi consente di vestirmi. Prendo una maglia tutta sgualcita, dei jeans e delle converse a caso che ho trovato nel mio armadio. Thomas era andato a comprarmi qualche vestito dato che non ci eravamo portati niente dietro.
Devo andare nella stanza che ho cercato di evitare: quella squadrata dopo la cantina. Mentre ci avviciniamo verso il mio incubo, le narici sono attanagliate da un odore pungente. Appena svolto l'angolo sono costretta a portarmi una mano vicino al naso. Varcata la soglia, vedo quello che non avrei mai immaginato di adocchiare: mio padre ancora steso lì. Il terreno mi manca sotto ai piedi, mi appoggio alla parete.
Del dopo ricordo ben poco, qualche immagine confusa in cui salgo su un aereo e mi portano in America. Lì rivedo Andrew che mi offre un bicchiere d'acqua e mi porge alcune domande di cortesia come «Tutto bene? Hai fame? Vuoi qualcosa?» Rispondo a gesti, la gola è serrata: sono sconvolta.Michael:
«Signor Brown, la chiamiamo dalla stazione di polizia: Sasha finalmente è qui!» Andrew mi ha contattato quando lei è stata portata in Italia, mi ha informato di ogni piccolo cambiamento che sia in meglio o in peggio. Corro a rotta di collo per le scalinate dell'ospedale, arrivo alla macchina con ancora il camice, lo tolgo e lo getto sui sedili posteriori. Guido senza prudenza schiacciando a tavoletta il pedale dell'acceleratore. Mi sono sforzato di mantenere il segreto, non è stato facile perché ogni tanto Nick andava di matto. Viene spesso a casa nostra perché lui e Betany stanno molto bene insieme. Jake è diventato imperscrutabile e taciturno peggio di prima.
Finalmente arrivo e parcheggio. Andrew mi attende al di fuori delle porte a doppio battente, un vento freddino mi colpisce appena percorro quei pochi metri prima dell'entrata. Mi conduce in una stanza e la vedo: pelle e ossa, è sempre stata magra, ma prima aveva i muscoli, ora si vedono tutte le costole e la maglietta aderente svela le vertebre quando si curva in avanti. Mi avvicino, ha lo sguardo dritto avanti a se, non riesco quasi a guardarla, però mi devo fare forza per lei. Le poso una mano sulla spalla, fa una smorfia di dolore e la ritraggo subito. Andrew mi chiama, «Non ha niente di rotto, solo molti lividi. Da quanto mi ha riferito la polizia in Italia, sembra che abbia visto il cadavere di suo padre e da quel momento in poi non ha più parlato». Un anno, un maledetto anno è stata con loro, in balia delle loro decisioni senza poter obbiettare. Al solo pensiero mi assale la rabbia, eppure sono una persona quasi sempre calma.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...