Jacob:
E' quasi ora di pranzo, non ho visto Nick per tutta la mattinata, ma non l'ho cercato perché spero che non si sia arreso con Sasha.
Lo cerco prima nella stanza di Betty, ma trovo solo mia sorella che mi caccia in malo modo. Mi auguro che non abbia le sue cose, perché quando le ha, è davvero irritabile e non ho bisogno di litigare anche con lei in questo periodo.
Apro la porta della stanza in cui oramai sto passando la maggior parte del mio tempo, per giunta sto saltando molte lezioni per stare vicino a lei, ma purtroppo i miei sforzi non stanno dando i loro frutti.
Appena elaboro l'immagine che ho davanti mi sento il ragazzo più felice del mondo. Nick mi vede, sorride e annuisce come per confermare i miei sospetti che non gli ho rivelato.
«E' quasi pronto il pranzo, se vuoi te lo porto qui».
«No, non ho fame. Poi, appena si sveglia, vorrei provar a far scendere di sotto Sasha».
«Capisco, ha detto qualcosa?»
«No, ha pianto, ma credo che sia un buon segno»,
«Sì, credo di sì» affermo con un sorriso. Esco dalla camera, per la prima volta sorrido dopo parecchi giorni di preoccupazione.
Tutti mi chiedono qual è il motivo del cambiamento d'umore. Rivelo loro quel che mi ha detto Nick e anche a loro spunta un sorriso, con mia sorpresa addirittura Sam ha le labbra increspate in un sorriso.
Nicolas:
Sasha si sveglia verso le quattro, ha dormito immobile come un sasso. Apre gli occhi e li vedo finalmente chiari e non persi nel vuoto. E' strano quanto uno sguardo a volte possa renderti felice.
«Sei rimasto» sussurra con voce flebile, «Sì». Un sorriso brevissimo le passa sul volto facendo assumere un po' di colorito alle guance.
«Vogliamo andare a mangiare?» Lei ci riflette su per un po', però accondiscende alla mia proposta. L'aiuto a rimettersi in piedi, chiude gli occhi appoggiandosi a me, poi si stacca, «Tutto bene?» Chiedo preoccupato, lei annuisce e confessa «Solo un giramento di testa». Sorrido essendo ritornato nuovamente tranquillo, «Non tocchi cibo da ieri, è normale». Cammina lentamente, è senza forze, si appoggia al corrimano delle scale, la osservo in ogni minimo movimento che compie. Jake e gli altri, tranne Mike, sono sul divano. Incrocio subito lo sguardo di Betty che tra un po' deve andare a lavoro, si alza appena capisce che questo scheletro è Sasha. Jacob mi lancia uno sguardo e poi riporta la sua attenzione sulla televisione, ma dopo un secondo sgrana gli occhi verso di lei, si alza e si avvicina con calma, come se avesse appena visto un fantasma.
Lei si siede vicino al bancone, Carmen sta canticchiando mentre asciuga le stoviglie, appena la vede le cade il bicchiere da mano, il suo sguardo sprigiona tutta la felicità che prova, poi guarda me. Lo so è magnifico che lei si sia alzata.
«Ti riscaldo qualcosa» annuncia Carmen prendendo un piatto dal frigo e mettendolo nel microonde.
Sasha si guarda intorno un po' infastidita da tutti quegli sguardi sorpresi, tuttavia si volta verso il forno appena scatta il timer. Quando si ritrova il piatto davanti si rabbuia, sta sprofondando di nuovo nella sua realtà-ricordo. Le sposto bruscamente il piatto davanti e le prendo il volto tra le mani, i suoi occhi sono immobili, ma poi incominciano di nuovo a ritornare nel presente. Tiro un sospiro di sollievo, non so cosa avrei fatto se lei fosse ritornata nuovamente in quello stato.
Carmen ci lascia soli, e agli altri ho fatto cenno di restare in salone. La situazione è delicata, non voglio che si senta soffocata. Le preparo un toast, lei lo esamina e poi lo addenta, sono felice che non sia successo nulla. Scorgo Jake appoggiato alla parete che delimita la cucina dal salone.
Lei ha quasi finito di mangiare il panino quando si alza facendo stridere lo sgabello sul pavimento, corre verso il bagno. Jacob la segue e io faccio lo stesso, arriva prima lui perché è più vicino. Sasha è china sul water, Jake le tiene i capelli e le massaggia la schiena. Fa una smorfia quando si ritrova a tracciare tutta la colonna vertebrale così visibile quando è curva. Lei si siede a terra dopo aver scaricato l'acqua.
«Tieni» afferma Jacob passandole lo spazzolino, lei bisbiglia «Jake vai via per favore». Lui si rabbuia, ma esegue quel che gli ha chiesto Sasha.
«Perché lo hai mandato via? Lui si è preoccupato per te» le confido. Lei dichiara «Non voglio che mi veda in questo stato, ho visto con la coda dell'occhio che faccia ha fatto quando ha toccato le vertebre» sospiro e tento di spiegarle «Non gli piace vederti così, solo perché ti vuole bene, non prova disgusto per te». Sasha annuisce senza alcuna convinzione, tuttavia non le dico più nulla perché ho paura che mi escano da bocca parole sbagliate. Resta per ancora cinque minuti appoggiata alle piastrelle del bagno, poi si alza e va in salone, si siede sul divano e decide insieme agli altri che film guardare, optano tutti per un fantascientifico. Resto ad osservarla da lontano per un po'. Noto che anche Jake fa lo stesso, solo dal lato opposto della stanza; mi sto per avvicinare quando, lui si volta, ed entra nella sua camera.
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Non scrivere mai la parola fine
RomanceSasha è una ragazza che dell'adolescenza ha vissuto poco e niente, eccetto per le birre e i pacchetti di sigarette vuote che la circondano a tarda notte dopo che, piena di lividi, ha terminato gli incontri di boxe. Una notte, che sarà decisamente d...